Sessa Cesare

Raffadali (Ag), 20 marzo 1885 - Roma, 5 febbraio 1954.

Nel 1910 si laurea in giurisprudenza. Nel 1911 fonda alcune associazioni contadine inserite nell'orbita del Partito Socialista Italiano, di cui è segretario comunale nel paese di nacita per otto anni a partire dal 1913. Nel 1915 appoggia la causa antimilitarista neutralista. I suoi comizi sono reputati sovversivi, viene arresato e confinato a Ivrea (Ao, oggi To).

Nel 1921, dopo Livorno, aderisce al Partito Comunista d'Italia, ed entra nel suo Comitato Centrale come sostenitore della corrente di sinistra che fa capo ad Amadeo Bordiga. Dal 1922 al 1925 è segretario della Provincia di Agrigento. Svolge attività anti-fascista clandestina e, contrariamente alle direttive della Sinistra Comunista, nel 1943 prenderà parte alla guerra partigiana nelle file delle Brigate Garibaldi.

Arrestato dalle truppe americane e condannato ad un anno di carcere da scontare a Palermo, torna alla vita politica a Raffadali dove viene eletto più volte sindaco (il comune gli dedicherà la piazza in cui è nato).

Nominato presidente della Provincia di Agrigento, è delegato regionale dell'Amministrazione Provinciale, membro della consulta Regionale e contribuisce come giurista al progetto di Statuto regionale, fatto poi proprio dall'Assemblea Costituente.

Nel 1946 si candida come deputato nazionale, ma non viene eletto. L'anno seguente viene eletto deputato regionale, ma si dimette un anno più tardi essendo nel frattempo eletto al Senato della Repubblica nelle file del Fronte Democratico Popolare. Il PCI gli ripropone di candidarsi nel 1953 ma rifiuta per motivi di salute.

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