Terzani Otello

Arcidosso (Gr), 1899 – Roma, 1992.

Inizia presto l’attività di scalpellino, che interrompe nel 1917, quando è inviato al fronte poco dopo la ritirata di Caporetto.

Tornato alla fine della guerra, aderisce alla Frazione comunista del Partito Socialista Italiano e partecipa alla fondazione del Partito Comunista d'Italia (PCd’I). Svolge un’intensa attività in molti centri della Toscana e poi a Roma, sostenendo più volte scontri con i fascisti. Nel 1923-1924, si schiera con la Sinistra Comunista di Amadeo Bordiga, contro l’indirizzo centrista di Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti, ispirato da Mosca.

Arrestato il 15 novembre 1926, è confinato nelle isole di Lampedusa e Ustica, dove partecipa alla "scuola" organizzata dal partito (Bordiga e Gramsci erano due degli "insegnanti"). Rilasciato nell’autunno del 1929, si stabilisce a Roma, facendo il manovale edile e, a contatto con un piccolo gruppo di militanti comunisti, riprende l’attività politica. Viene nuovamente arrestato nell’ottobre del 1931 e inviato a Lipari, a Ventotene e a Ponza, fino all’ottobre del 1935. Per tutto il periodo di confino, mantiene le posizioni della Sinistra, malgrado le forti pressioni degli stalinisti, che già nel 1934 avevano costituito "squadre punitive" contro i militanti della Sinistra accusati di "trotskismo" (un'accusa generica e infamante). Rilasciato di nuovo, gestisce una bottiglieria a Roma, presto frequentata da comunisti e antifascisti.

Nell’agosto 1943, stabilisce contatti con il Movimento Comunista d'Italia (Bandiera Rossa). All’inizio del 1944 contribuice all’organizzazione dell’Armata Rossa, formazione militare indipendente dai partiti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). l'AR si ispira all’esercito partigiano jugoslavo. Assieme a Terzani, i dirigenti dell'organizzazione clandestina sono Antonino Poce, Filiberto Sbardella, Celestino Avico e Giordano Amidani. Il 4 luglio 1945 questa organizzazione viene sciolta per confluire in parte nel PCI.

Nel gennaio 1945 aderisce alla Frazione di Sinistra dei Comunisti e dei Socialisti Italiani e, in luglio, al Partito Comunista Internazionalista, assumendo l’incarico di segretario della Federazione romana. In seguito ai contrasti sorti nel partito, abbandona l’impegno politico diretto.

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