Tattica, "situazioni concrete" e "costruttori di partiti" ovvero: bolscevizzazione "risorgente e tenace!"

In questa Terza parte, che abbiamo intitolato con la parafrasi di un titolo interno dei Fondamenti del comunismo rivoluzionario di Bordiga (1957), accostiamo alcuni documenti che possono offrire al lettore un doppio esempio di invarianza nel corso dei decenni: l'invarianza del marxismo e quella delle deviazioni da esso. Naturalmente la scelta poteva essere molto più vasta, ma ci siamo limitati a pochi esempi significativi, limitati all'epoca dell'Internazionale e al secondo dopoguerra. L'accostare l'Internazionale e la Sinistra Comunista a due piccole formazioni politiche senza nessun legame con le "masse", per di più agenti in un'epoca in cui i rapporti fra le classi sono completamente dominati da forze controrivoluzionarie, potrà sembrare spropositato, non coerente. Ma la scala quantitativa non ha importanza quando si parla della difesa di una "concezione dell'universo" da cui derivano le azioni conseguenti in determinate epoche e aree geografiche. Ci siamo limitati quindi al gruppo in cui militava Onorato Damen, che fu uno degli iniziatori del Comitato d'Intesa, e al gruppo in cui militava Amadeo Bordiga, il quale fu alla guida della Sinistra e fu nello stesso Comitato prima di liquidarlo. Le strade si erano separate e il lettore attento avrà modo di capire, anche da pochi paragrafi, per quale motivo; allo stesso modo vedrà per quale motivo la stessa organizzazione in cui Bordiga militava non rimase coerente con le sue origini, precipitando in una crisi liquidatrice.

Il primo testo di questa parte è dell'Internazionale e dimostra come già nel '21 temi bolscevizzanti comparissero in un documento ufficiale, in questo caso le Tesi sulla tattica approvate al III Congresso. Le tesi furono redatte dalla delegazione russa affiancata da quella tedesca e presentate da Radek. Esse contengono il ritornello ossessivo della "creazione" di situazioni e organizzazioni, in un contesto addirittura antimarxista in quanto si confonde la tattica con la "lotta per la realizzazione del comunismo", come se il comunismo fosse un modello da raggiungere, alla Proudhon e seguaci, e non il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente, come lo intesero Marx, Engels, Lenin e la Sinistra.

Il secondo documento è un estratto delle Tesi di Roma, sempre sulla tattica. Queste furono redatte da Bordiga e da Terracini che scrisse l'ultima parte. Esse non rappresentano tanto una risposta ai contenuti estranei al materialismo storico espressi dalle Tesi dell'Internazionale, quanto un testo organico e completo sull'azione del partito in rapporto alle "situazioni". Non snocciolano, quindi, soltanto parole d'ordine che si risolvono in mere questioni di procedura politica, ma affrontano e sviscerano la dinamica storica che permette e impone una determinata tattica.

Il terzo documento è la relazione tenuta da Onorato Damen al Primo Congresso del Partito Comunista Internazionalista a Firenze nel 1948. La relazione è intitolata Evoluzione nazionale ed internazionale del capitalismo e compiti del partito di classe e inizia con le parole: "Questo primo congresso prova che il partito è una realtà sul piano della lotta politica e segna un momento, seppure ancora modesto, della ripresa di classe e della volontà di lotta del proletariato". Ad un certo punto il relatore si chiede quale sarà la tattica del partito; la risposta è "che esso si dovrà mettere in condizione di rispondere alla questione". A dire il vero, tale questione non sarebbe più stata da risolvere per compagni che avevano militato per decenni nella Sinistra e quindi dovevano avere ben presenti le Tesi di Roma, non solo, ma che avevano essi stessi subìto in passato l'eterna pseudocritica sul presunto astrattismo e "verbalismo dottrinario" ora rinfacciati ad alcuni compagni della lotta di allora.

Il quarto documento è una sequenza di estratti dalle Tesi caratteristiche del partito del 1951. Esse furono redatte da Bordiga in risposta alle gravi divergenze esistenti all'interno della Sinistra Comunista organizzatasi in partito e sancirono la divisione definitiva in due gruppi distinti i cui organi di stampa furono "Battaglia comunista" e, dal 1952, "Il programma comunista". Questo corpo di tesi, come del resto tutte le tesi prodotte dalla Sinistra nella sua storia, non rappresentano affatto una "svolta" bensì la riproposizione di una continuità storica e pratica.

Il quinto documento è un breve e significativo estratto dall'articolo intitolato Sulla via del compatto e potente partito di domani, che comparve a puntate sull'organo del Partito Comunista Internazionale "Il programma comunista". Ne pubblichiamo la parte finale in cui si esprime la concezione del partito come elemento fattore di storia il cui compito sarebbe quello di avvicinare le "curve" della classe e dell'organizzazione politica, ritenuta in quel caso in grave ritardo sulla "situazione reale". Questa concezione, risultante da un abbaglio grossolano sul cambiamento di "fase", risulta essere classicamente volontaristica, quindi estranea alla esperienza storica della Sinistra. Non è un caso che il partito giunse in quegli anni a partecipare alle elezioni in occasione di due referendum (in Italia per il divorzio e in Svizzera sulla questione degli immigrati) e a tentativi abortiti di pratiche frontiste, mentre tutta l'organizzazione veniva sottoposta ad un richiamo pressante alla disciplina e alla strutturazione formale tramite una rete di responsabili regionali allineati al Centro. Com'era naturale aspettarsi, invece di raggiungere particolari risultati il partito entrò in crisi.

Il sesto documento, del 19 aprile 1979, fu distribuito dagli organismi centrali alla rete internazionale del Partito Comunista Internazionale (Programma comunista). Esso rispondeva alle critiche sorte all'interno del partito sia riguardo il maturare delle tendenze frontiste e "bolscevizzanti" già ricordate, sia riguardo il solito richiamo alla disciplina e, ovviamente, alla solita accusa di frazionismo. Il documento anticipava una serie di espulsioni ("indietro non si torna") e il peggiorare della crisi che alla fine si dimostrò inesorabilmente distruttiva.

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