Il terrorismo (1978)
120 pagine (esaurito; sarà ristampato con nuovi testi e documenti)
"Affrontare il fenomeno del terrorismo con metodo diverso da quello marxista significa soprattutto due cose: rispondere secondo l'ideologia dominante, cioè quella borghese, oppure secondo ciò che dicono i terroristi di sè stessi. L'ultima ipotesi può non essere diversa dalla prima, soprattutto quando si colora di risvolti resistenziali e partigianeschi. Solo affrontando il problema con il metodo marxista si può evitare la palude moralistica (nei suoi aspetti diversi, perbenista o "eversiva"), che la borghesia ha tutto l'interesse a coltivare soprattutto in seno al proletariato, suo avversario di classe. Riconoscere, come fa il marxismo, che la violenza, volenti o nolenti, è la 'levatrice della storia', permette di collocare nel loro ambito sia i grandi scontri storici, sia le manifestazioni quotidiane di ribellione; quindi sia il "terrore" espresso dalle rivoluzioni di tutti i tempi, sia, ad altro livello, gli episodi di violenza contro gli effetti del capitalismo specie nella sua veste imperialistica. Rifiutando le critiche correnti che partono da un arco di forze comprendente la pressoché totale rappresentanza parlamentare ed extraparlamentare, le pagine che seguono cercano di formulare una critica materialistica di fondo al terrorismo immediatista".
Indice del volume:
- I criteri fondamentali per una valutazione marxista del fenomeno
- Una serie di risposte insufficienti
- Da Lenin alcune formulazioni di principio
- Una lotta su due fronti - La prova generale del 1905
- Origini e forme specifiche del terrorismo individualistico
- Incompatibilità fra marxismo e terrorismo individualista
- "Legame con le masse" e "Partito combattente"
- Nella luce dell'Ottobre
- Le Brigate Rosse
- Il gruppo Baader-Meinhof
- Le partigianerie internazionali
Appendice:
- Humanitas (1917)
- Per i funerali delle vittime del Diana (1921)
- Dossier CGIL - Internazionalisti, scontro sull'utilizzo strumentale del terrorismo
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