Newsletter numero 197, 20 marzo 2013
Vatileaks e il rifiuto del pastore tedesco
Dopo Lutero la Chiesa si arroccò nella Controriforma. Per depurarsi dagli aspetti che avevano provocato tanto disastro decise di farla finita con il suo recente passato: papi e antipapi in lotta tra di loro, secolarità dorata, abdicazioni per "viltade" o sconfitta. Si diede un codice di stabilità, garantito da una guida spirituale con potere assoluto e impegnata fino alla morte. L'organizzazione della difesa di fronte al pericolo mortale funzionò: finito l'assedio, la fortezza restò in piedi e lo è ancora. Ma il capitalismo l'ha minata, l'ha corrotta dall'interno più di quanto potessero fare l'oro e il potere degli antichi papi guerrieri, politicanti, gozzovigliatori. Benedetto XVI ha riconosciuto la propria impotenza di fronte allo sfacelo avvertito forse come un mutamento storico. Per la prima volta dal tempo di Lutero un papa ha abdicato, spezzando mezzo millennio di normalizzazione. Il teologo controriformista Ratzinger si è ritirato lanciando un implicito messaggio: con Dio non si stipulano compromessi, la Chiesa non si aggiorna in base a contingenze, gli affari li deve trattare il braccio secolare, non si tresca fra le mura come ai tempi dei Borgia.
1950: Ossature
giubilari teoretiche
1950:
Sorda
ad alti messaggi la civiltà dei quiz
Adattamento darwiniano
Habemus pontificem, dunque. È poco cerimonioso. Usa un linguaggio diretto sia a parole che a gesti e comportamenti. Incita i fedeli all'americana, col pollice alzato: Ok boys! Ha un background da gesuita ma ha voluto, primo da duemila anni, chiamarsi Francesco: la leggenda del soldato di Cristo sposa quella del poverello di Assisi. Figuriamoci, ma era quello che ci voleva. Lo spin doctor di papa Bergoglio è lui stesso, decisamente più efficace di quello che s'inventò – ad esempio – il ridicolo cagnolino di Monti. La politica dei gesuiti fu spesso chiamata dagli storici "strategia della dissimulazione". Nella società dello spettacolo siamo quasi alla perfezione: dopo la seriosa abdicazione di Ratzinger, arriva l'imbellettatore. Sarà un'impresa magnificare come verginella la Grande Meretrice di Babilonia. Da troppo tempo intenta, come dice il Poeta, "a puttaneggiar coi regi".
2005: Habemus pontificem
La notte dei morti viventi
Ci hanno riprovato. Hanno rifatto l'armata Brancaleone degli zombi, ma alla conquista del parlamento sono stati di nuovo sbaragliati. Dunque niente scranni per i sinistri che l'ineffabile gergo giornalistico si ostina a definire "estremisti". D'altra parte, niente maggioranze per i vampiri della politique politicienne, anche loro spiazzati. Intanto il successo elettorale del Movimento 5 Stelle sta lì a dimostrare che l'insofferenza monta. Non può più essere intercettata dai cascami dello stalinismo, né dal populismo destrorso, ma non ha ancora forza interna sufficiente per tramutarsi in partito politico. Mirando al parlamento se sta fuori non conterà niente e se entra farà la fine degli altri.
2008: Elezioni
non proprio normali
2011:
Il
piccolo golpe d'autunno
Stufi del mondo vecchio mentre il nuovo non c'è ancora
L'insopportabile "vita senza senso" è scesa in piazza elevando a battilocchio il primo Grillo che si è reso disponibile, un comico. L'irrazionale entra in politica innalzando la bandiera di un conservatorismo capitalista salvifico: "azionariato operaio!", "difesa dei commons! (beni comuni)", "decrescita!", "venti ore di lavoro alla settimana!". E naturalmente stato sociale, democrazia vera, giustizia per tutti. Quasi nove milioni di voti. No, Grillo non c'entra, poteva essere chiunque, bastava capire che non se ne può più.
1953: Fantasime carlailiane
Cipro è piccola e lontana?
La BCE ha chiesto al governo cipriota di trovare, tramite prelievo forzoso del 6,5% sui depositi bancari, 5,8 miliardi di euro per il rientro concordato nel rapporto debito/PIL. Cipro ha bloccato le banche per evitare il panico e la relativa corsa agli sportelli. L'Inghilterra, che ha molti suoi cittadini sull'isola, civili e militari, ha bloccato ogni pagamento via banca e ha inviato contanti con un aereo militare. Mosca ha protestato rumorosamente a causa dei 25 miliardi di euro depositati dagli oligarchi russi nelle banche del paradiso fiscale cipriota. Nel giro di commenti internazionali, il capo economista della tedesca Commerzbank ha detto che anche l'Italia dovrebbe eseguire un prelievo forzoso sui depositi per alleviare il debito, almeno il 15%. Siamo alla follia: a parte il fatto che nessun paese potrebbe sopportare uno stress del genere sui consumi, la reazione a catena che potrebbe verificarsi porterebbe alla chiusura di tutte le banche d'Europa! Intanto l'intera popolazione di Nicosia è da due giorni nelle strade a manifestare la propria rabbia.
2008: Non è una crisi congiunturale
Guerra Mondiale in Siria
In Iraq, ormai è chiaro, la guerra voluta da Washington ha prodotto una divisione su base etnica che minaccia di far precipitare due terzi del paese sotto la tutela iraniana. In Siria sta succedendo la stessa cosa: il governo riesce sempre meno a controllare il territorio in cui le forze ribelli agiscono in modo più organizzato e non ha alleati che possano dare una mano. La fornitura internazionale di armi, sia al governo che ai ribelli, fa pendere fortemente il piatto della bilancia a favore di questi ultimi. Tuttavia essi sono per la maggior parte controllati da forze jihadiste che hanno base in Iraq e in Iran. Washington e Mosca, che alimentano la guerra per procura, potrebbero perderne definitivamente il controllo senza poter interrompere i flussi di armi e di aiuti ai rispettivi protetti. "Guerra mondiale in Siria" è il titolo dell'ultimo numero di Limes a conferma di quanto andiamo scrivendo da anni a proposito della guerra contemporanea.
2007: Dall'equilibri del terrore al terrore dell'equilibrio
La più grande nazione della Terra
Barack Obama ha appena detto che la più grande nazione della Terra non può andare alla deriva soltanto perché costretta all'attesa da un ciclo economico all'altro, attesa che congela ogni dinamica economica. D'altra parte la crisi politica del momento è provocata dalla discussione su un programma di tagli al bilancio federale che, se non modificato, getterebbe nella miseria più nera decine di milioni di americani. Entro il 28 marzo si dovrà decidere se rimandare il problema o porre lo stato nell'impossibilità di pagare stipendi e fatture. C'è chi teorizza ancora che le crisi cicliche sono rivitalizzanti, che sta salendo la produzione industriale, che sta diminuendo la disoccupazione, che l'economia americana ripartirà come locomotiva del mondo. Sarà, ma intanto negli Stati Uniti cresce il debito pubblico e privato, invecchia per la prima volta la popolazione, la scuola statale è al collasso, le infrastrutture sono vecchie e senza manutenzione, il sistema fiscale bizantino favorisce i miliardari e 47 milioni di persone si trovano sotto la soglia di povertà. Tutto ciò mentre le aziende tengono in cassa, inutilizzabili, 2.000 miliardi di dollari liquidi, un non-capitale di cui non sanno che farsene.
2008: Un modello dinamico di crisi
Missione spaziale "umanata" verso Marte
L'ente spaziale americano progetta di realizzare una manned mission marziana entro il 2021. Non ci sono i dollari necessari, ma il progetto va avanti lo stesso a budget ridotto. La finestra temporale di lancio a minima energia si presenta ogni 26 mesi terrestri, quindi occorrerà restare nello spazio extraterrestre più di due anni. I pericoli di un viaggio così lungo sono stati stimati in base a statistiche ricavate dai lanci del passato, sia verso la Luna che verso Marte, e sarebbero minimi. Tuttavia il fisico Feynman aveva già dimostrato che l'interdipendenza fra le cause di guasto è in grado di far saltare qualsiasi statistica. Gli umani hanno bisogni psico-fisiologici e quindi complicano enormemente le cose rispetto alle macchine. Il bello è che non servono a niente, i robot sono incomparabilmente più affidabili. Comunque c'è da chiedersi non tanto chi si presenterà volontario per sostituirli quanto, soprattutto, a che cosa servirà questo ulteriore "triviale rigurgito di illuminismo" fuori tempo.