Newsletter numero 209, 24 giugno 2014
56° incontro redazionale
L'incontro si è svolto fra venerdì 13 e domenica 15 giugno, denso di relazioni, al solito su "argomenti concatenati". La giornata di sabato è iniziata con una panoramica sui vari aspetti della "crisi", tutte conferme del fatto che non si tratta di uno fra i ciclici susseguirsi di boom e recessioni ma di una disfunzione profonda e irreversibile a livello sistemico. Il lavoro è proseguito con la confutazione della leggenda secondo cui Marx sarebbe in continuità e non in opposizione totale con Hegel; confutazione integrata con una analisi sulle elaborazioni di Engels, oggettivamente diverse rispetto a quelle di Marx ma riferibili a un unico sistema che rappresenta una singolarità storica rivoluzionaria. La quarta relazione è stata dedicata al meccanismo economico che sta alla base della "crisi fiscale", uno dei sintomi ormai cronicizzati del collasso funzionale degli Stati. La quinta, collegata a precedenti lavori sull'ambiente storico in cui maturò la Sinistra Comunista "italiana", ha fornito abbondante materiale documentario sul proto-socialismo italiano a partire dal processo di formazione dello stato nazionale, con riferimento a rivoluzionari come Pisacane e Cattaneo, figure ben diverse da quelle che hanno finito per saturare la scena storica (Mazzini, Cavour, Garibaldi, ecc.).
2014: 56° incontro redazionale - Resoconto
Marasma globale
Viviamo in un mondo che collassa. È infatti sempre più palese il nesso fra il marasma sociale e la "crisi permanente", quell'ossimoro engelsiano che da quarant'anni alcuni marxologi rinfacciano alla nostra corrente. L'Ucraina ha democraticamente eletto presidente un miliardario filo-americano, mentre buona parte della popolazione tira la cinghia fra le sparatorie della strisciante guerra civile. In Africa procede velocissimo il controllo jihadista sulla fascia di territorio che va dall'Oceano Atlantico all'Oceano Indiano passando dal Sahel (Mali, Niger, Nigeria, Chad, Sud Sudan, Somalia e zone limitrofe). Le opposte fazioni, islamiche o laiche, in guerra fra loro, stanno distruggendo la Siria e l'Iraq in quanto stati nazionali. In Iraq l'ala fondamentalista estrema ha conquistato alcune fra le maggiori città del Nord ed estende il proprio controllo sul territorio circostante. L'Egitto, il cui governo si è autonominato difensore dello Stato laico, attua da mesi un'estrema repressione sia nei confronti del fondamentalismo islamico, sia nei confronti di un proletariato che non accenna a piegarsi. Dal Brasile alla Thailandia, dalla Bulgaria al Sudafrica, dalla Tunisia alla Turchia si susseguono sommosse causate dall'insopportabilità della vita sotto il dominio del Capitale.
2011: Marasma sociale e guerra
Nasometria vince contro calcolo: due a uno
Alcuni ricercatori della Federal Reserve hanno dimostrato che gli investitori dilettanti, armati solo di spinte materiali e istinto (bollette da pagare, mutui, figli da mandare a scuola, sensibilità all'aria che tira) hanno un comportamento collettivo più "intelligente" di quello dei professionisti, cioè delle banche, dei grandi fondi d'investimento, delle compagnie di assicurazioni. Stabilito un criterio per il confronto dei due insiemi, è stata calcolata l'entità del divario fra il risultato previsto e quello effettivo. Ebbene, le casalinghe americane hanno realizzato un punteggio doppio rispetto agli analizzatori professionali. Non solo, ma hanno tenuto un atteggiamento precauzionale alla vigilia delle crisi, mentre i guru di Wall Street hanno assecondato gli andamenti catastrofici provocando la bolla e la sua esplosione. Ovviamente l'atomo sociale è "intelligente" solo in rapporto alla "stupidità" di una pretesa scienza dell'economia politica.
2000:
Il
cervello sociale
2007:
Una fisica della storia
Offerta speciale
Era già successo qualche anno fa in Cina, a Chongqing, un agglomerato urbano con 34 milioni di abitanti: una catena di supermercati aveva lanciato una campagna di sconti su di un olio alimentare e la ressa ai punti di vendita era stata così violenta che migliaia di persone erano state calpestate, schiacciate, soffocate. Bilancio: tre morti, 31 feriti gravi e migliaia di costole rotte. Situazioni di ressa analoghe ma senza conseguenze così gravi, si sono verificate in seguito alla campagna "Risparmio mondiale" promossa dalla stessa catena: ad ogni partita della Nazionale di calcio, chi spende una certa cifra dal 5 giugno al 13 luglio può riempire il carrello con merci per pari importo (per la metà se la squadra è sconfitta o eliminata). Folle impazzite hanno preso d'assalto gli scaffali scatenando piccole guerre nel tentativo di accaparrarsi le merci, mentre i resoconti d'agenzia hanno evocato i proverbiali assalti ai forni. Consumismo esasperato? Sarà. Però, a guardar bene, quale bisogno può essere così potente da scatenare una folla fino a provocare morti e feriti per una lattina di olio? E come mai i maggiori distributori stanno disperatamente escogitando strategie di vendita, tutti, in tutto il mondo, per tutti i tipi di merce?
2001: Controllo dei consumi, sviluppo dei bisogni umani
Imperativo categorico: vendere
Secondo The Economist, Amazon sta diventando un monopolio pericoloso: mentre le aziende della new economy hanno reinvestito e distribuito i profitti, Amazon li ha reinvestiti tutti, "reintroducendo nel capitalismo il concetto di investimenti a lungo termine". Il colosso delle vendite on-line assume quindi una enorme capacità di autofinanziamento che i suoi concorrenti non hanno. Ciò si è tradotto in una espansione spietata: molti concorrenti hanno chiuso, altri non hanno potuto nemmeno nascere. Scendendo in campo con uno smartphone, oggi Amazon corona un processo che dal libro è sfociato al tutto. Essendo concepito come un'appendice al sistema di vendite, l'apparecchio trasforma il consumatore in un terminale del più imponente apparato di distribuzione fisica e digitale del mondo. Lo strumento non offre solo informazione sui prodotti, soprattutto ne ricava sul cliente. Ciò è ritenuto inquietante, dal momento che Amazon sui suoi clienti sa già fin troppo. E per di più gestisce nel suo sistema cloud i dati che gli stessi clienti vi depositano. C'è già una denuncia all'anti-trust, quella dell'editore-distributore internazionale Hachette, il quale sospetta che Amazon pratichi il dumping per spedire fuori mercato i concorrenti e avere il monopolio dei prezzi. Il ballo però è appena incominciato: nel sistema dei monopoli, un monopolio scaccia l'altro; e dalla Cina sta arrivando Alibaba, più grande, più potente, più agguerrito.
2000: Massimo di centralizzazione
Reti mesh a portata di mano
Sempre più difficile impedire le comunicazioni in caso di rivolte. Utilizzando una funzione poco conosciuta del sistema operativo installato negli smartphone, un tecnico californiano ha prodotto un'applicazione che permette la comunicazione diretta fra cellulari senza passare dai nodi ricetrasmittenti dell'operatore o da impianti centralizzati Wi-Fi. È così possibile realizzare delle reti mesh (a maglia, "private") con le stesse caratteristiche di Internet o di quelle che furono realizzate ad esempio in Egitto durante le grandi manifestazioni, quando il governo oscurò i network. Per adesso una simile rete è limitata nella potenza, che non permette di superare qualche decina di metri. Ma si profila una domanda sostenuta, anche da parte delle industrie, quindi sarà inevitabile il superamento degli attuali Wi-Fi o Bluetooth, mentre è già possibile commutare il segnale dalla rete dell'operatore a quella mesh, in modo da impedire interferenze o ascolti indesiderati.
2011:
Le unghie della Talpa
2011: Occupy
the World together
Morte differenziale
Avevamo appena pubblicato un trafiletto sul re-carbone nel numero scorso quando una miniera di carbone è esplosa in Turchia. Il governo ha rifiutato di rivelare il numero di minatori presenti, ma 282 morti, un numero imprecisato di feriti o intossicati e 350 ufficialmente usciti indenni dimostrano che la miniera era sovraffollata; cosa che ovviamente abbassava il grado di sicurezza. Dal 1983 alla recente tragedia c'erano già stati 600 morti, e i sindacati avevano denunciato più volte una sistematica carenza di precauzioni. È una costante infernale: più c'è bisogno di carbone, meno si bada alla vita degli operai, e la Turchia è il secondo importatore mondiale di energia, dopo la Cina. Il carbone è essenziale ovunque per la produzione di energia elettrica (in Europa se ne ricava il 33% della produzione totale, il 40% in Germania), perciò è necessario renderlo competitivo rispetto ad altre fonti, soprattutto gas e petrolio, altrimenti le miniere chiudono. E dunque, per ricavare una rendita differenziale (rispetto a quella assoluta che segna il confine tra attività e chiusura), non c'è altra via che agire sui costi.
1956:
Drammi
gialli e sinistri della moderna decadenza sociale
1951: Omicidio
dei morti
A volte ritornano...
Dichiarati corresponsabili nella crisi, i colossi finanziari del mutuo Fannie Mae e Freddie Mac sembravano spariti. Molti americani erano convinti che il governo li avesse lasciati fallire o addirittura chiusi d'imperio. Invece sono stati oggetto di un costoso salvataggio e ritornano sulla scena. Il fatto è che i due istituti, da soli, sono la fonte del 55% di tutti i nuovi mutui accesi negli Stati Uniti e che la costruzione, la ristrutturazione e la commercializzazione di case rappresentano la locomotiva dell'economia americana e perciò del mondo. Le condizioni di salvataggio pesavano su banche a loro volta salvate, le quali hanno minacciato di negare crediti a tutto orizzonte se fossero state obbligate a sostenere i giganti gemelli. Ora, anche il presidente Obama, il governo e il parlamento sono dell'idea che i due mostri dovessero e debbano esse lasciati fallire, ma tutti ne temono le conseguenze perché nessuno sa quante sorprese tossiche possano uscire da forzieri segreti. I Democratici vorrebbero più case a minor costo con l'intervento dello stato a monte; i repubblicani vorrebbero l'intervento massiccio del capitale privato che si sobbarchi il rischio, purché sotto l'egida di un garante federale. Di fatto F. & F., le banche, i rappresentanti lobbisti di entrambe, e all'ultimo gradino i politici, ricevono, tutti, ordini dal Capitale; e la recita della tragedia intitolata "Crisi" avviene sotto la regia di quest'ultimo.
2005:
L'autonomizzarsi
del Capitale e le sue conseguenze pratiche
2008: Non
è una crisi congiunturale