Newsletter numero 215, 13 giugno 2015
La Terza Guerra Mondiale "a pezzetti"
Papa Bergoglio fa il papa e nessuno si dovrebbe stupire della sua morale un po' melensa quando attribuisce il Male al libero arbitrio degli uomini e agli imperscrutabili disegni del Padreterno cioè del Bene. Insomma, la sofferenza ce la andiamo a cercare, come quella che deriva dall'adorazione del denaro e dalla guerra endemica che ne consegue. Dunque per il papa la guerra è un portato del dominio del denaro. Interessante. La considera endemica, cioè un fenomeno che ormai comporta il massacro permanente di popolazioni inermi. Doppiamente interessante. Sua Santità dei cattolici, infatti, dice al suo gregge che sotto ai nostri occhi si sta svolgendo la Terza Guerra Mondiale, anche se ce la presentano "a pezzetti". Caro pontefice, è la seconda volta che ti becchiamo a copiare: questa della III GM a pezzetti è "nostra", è una previsione che abbiamo già fatto sessant'anni fa. E, con tutto il rispetto per i duemila anni di esperienza della tua ditta, un conto è prevedere, un altro è constatare.
2003: Teoria e prassi della nuova politiguerra americana
Non esageriamo
Il Senato americano ha fatto marcia indietro rispetto al Patriot Act, la legge antiterrorismo varata dopo gli attacchi dell'11 Settembre. La National Security Agency, cui fanno capo i 16 organismi di intelligence americani, non potrà più estrapolare "metadati" riassuntivi da micro-dati raccolti automaticamente a tappeto. Dovrà operare su basi soggettive, cioè caso per caso in accordo con le compagnie telefoniche e con la magistratura. Un presidente repubblicano ha voluto la legge; un candidato presidente repubblicano non la vuole più, nemmeno modificata. Il troppo stroppia, specie se spiando tutti e tutto si rischia di scoprire che terrorismo e anti-terrorismo si alimentano a vicenda.
2010: L'outsourcing globale
Psicoterapia esorcizzante
Siamo al paradosso: parlando di crisi, l'ottimismo è diventato d'obbligo: così l'economia politica s'accontenta quando osserva che le cose vanno meno peggio di quanto ci si aspettasse. L'economia brasiliana, fino a poco fa in testa ai rampanti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), è caduta solo dello 0,2% nel primo trimestre del 2015. Gli investimenti sono scesi per il settimo trimestre consecutivo, e per la prima volta dal 2003 i consumi privati sono stati inferiori a quelli dell'anno precedente. Ma la banca centrale ha rifiutato di considerare "recessione" questi dati e ha aumentato di mezzo punto il tasso d'interesse, come se l'economia fosse in crescita!
1950: Profeti dell'economia demente
Un po' di confusione
Il governo saudita ha offerto 1,3 milioni di dollari a chi fornirà informazioni per catturare i terroristi dello Stato Islamico che ad al-Qatif e Damman nell'Est del paese hanno fatto saltare due moschee sciite causando 26 morti. Nello stesso tempo il medesimo governo è stato accusato di condurre una guerra genocida nei confronti degli sciiti in Yemen, dove, sotto i bombardamenti sauditi, sono morti almeno 2.000 civili. L'Arabia Saudita sponsorizza i gruppi armati sunniti che in Siria combattono contro il governo diDamasco, gruppi dai quali si sono staccati molti dei combattenti dello Stato Islamico. L'Arabia è anche l'alleato più fedele degli Stati Uniti in Medio Oriente, ed entrambi sono fieri nemici dell'Iran sciita. Tuttavia gli Stati Uniti sono alleati degli sciiti irakeni e li fiancheggiano nella guerra contro lo Stato Islamico. In Yemen sostengono l'Arabia Saudita nella guerra contro gli sciiti Houthi, ma in Oman sono impegnati con questi ultimi in una trattativa diplomatica per lo sgombero delle aree occupate militarmente. Infine, molte delle armi spedite dagli USA e dalla Gran Bretagna ai ribelli siriani finiscono per essere vendute allo Stato Islamico, il quale sembra avere risorse economiche tali da permettersi di pagare un notevole sovrapprezzo.
1991: La Guerra del Golfo e le sue conseguenze
2001: La guerra planetaria degli Stati Uniti d'America
Il cadavere che ancora cammina
L'OCSE ha dichiarato che il rischio di deflazione è alle spalle. Nell'Unione Europea, a maggio, i prezzi sono aumentati dello 0,3% dopo sei mesi di stallo. Ad ogni modo la ripresa dell'inflazione non è dovuta alla ripresa della produzione e del consumo bensì alle politiche monetarie dei governi. Infatti la crescita mondiale del PIL, prevista al 3,7%, è stata soltanto del 3,1%. E nel primo trimestre del 2015 s'è avuto il dato peggiore dal 2008, cioè dall'inizio della "crisi". Gli USA, che sono ancora parte essenziale della crescita complessiva, nel primo trimestre hanno avuto una contrazione dello 0,7% contro una previsione di crescita del 2%. Molti altri dati, come ad esempio il deficit commerciale americano o la contrazione dell'economia cinese in contemporanea con la crescita di una bolla finanziaria, indicano che non si intravvede la fine di quella che marxologi da strapazzo si ostinano a considerare una crisi ciclica, cui deve seguire la classica ripresa. Non hanno ancora capito che il capitalismo è un modo di produzione storicamente transitorio.
2008: Non è una crisi congiunturale
Sostituire macchine a uomini?
A fine maggio si è tenuta a Seattle la International Conference on Robotics and Automation. La competizione fra progettisti e costruttori è ancora basata sulla maggiore o minore simulazione del comportamento umano da parte delle macchine. Tanto per fare un esempio, abbondavano sofisticati androidi meccanici un po' imbranati, mentre un flessuoso tentacolo innervato come una coda di gatto riusciva ad essere più adatto non tanto a scimmiottare gli umani quanto a fare cose che gli umani non riescono a fare. Alcuni ricercatori dell'Università di Bristol (GB) hanno presentato un documento in cui dimostrano che la strada più promettente sulla via dell'automazione di processi svolti dall'uomo, non è quella della simulazione ma quella della collaborazione. È tecnicamente più efficace lasciar fare all'uomo e alle macchine ciò che sanno fare meglio e farglielo fare in simbiosi. Vale a dire senza creare assurdi cloni elettromeccanici ma usando l'intelligenza umana come guida per protesi articolate meccaniche.
1957: Traiettoria e catastrofe della forma capitalistica (6. Il mito dell'automazione)
Migranti
Solo dalle coste della Libia sono pronti a partire in cinquecentomila. La maggior parte arriva da lontano ed è già decimato da traversate massacranti, specie nei deserti. Il mare fa il resto. Sulle rotte più pericolose, dicono le statistiche, muore il 4% dei migranti. La cifra è dedotta dal fatto che per ogni morto ufficiale ve ne sono altri due che alle statistiche sfuggono. Paradossalmente, nel millennio del radioso progresso, si muore migrando come nella prima metà dell'800, schiavi esclusi. Le malattie falciano meno di allora, gli scafisti e l'incuria degli stati sono più micidiali. In effetti il capitalismo omicida non si dà troppo da fare per tamponare l'ennesima "crisi umanitaria". La quale ovviamente ha a che fare non con la morale ma con l'economia. La densità umana si adegua alla densità di capitale e si misura in uomo-dollari per Kmq. Per il capitalismo è impossibile impedire la corrente umana che ne consegue.