Petrolio
Uno dei luoghi comuni più diffusi è che gli americani siano in Iraq per il petrolio, come dei colonialisti qualsiasi. Adesso che hanno occupato il paese e l'hanno dato in appalto alle loro industrie nazionali, qualche affare lo faranno di sicuro. Ma la faccenda non è così semplice, il petrolio non è solo un combustibile.
I maggiori paesi produttori di petrolio non lo consumano tutto. Lo vendono a chi non l'ha e però ha industria, automobili, ecc. Il suo commercio è in mano agli Stati Uniti, che tra l'altro ne producono in proprio, oltre a comprarne in Messico, Canada, Venezuela, Nigeria, Russia, Arabia Saudita, Kuwait, Emirati. Come dire che, oltre a non aver paura di rimanerne senza, contribuiscono pesantemente anche a stabilirne il prezzo. Il fatto strano è che, pur essendo i massimi consumatori mondiali, sembra sempre che facciano di tutto affinché il prezzo aumenti.
Dai paesi senza petrolio c'è un trasferimento di valore verso quelli con petrolio. Normale: la geologia degli idrocarburi è quella che è, il mercato, la domanda, l'offerta, il monopolio, la finanza, anche. Ma bisogna tener presenti dati di fatto importanti . Ad esempio: a 50 dollari al barile raddoppiano le riserve mondiali, dato che diventa conveniente estrarre dove prima costava troppo. Oppure: il petrol-denaro è come il petrolio, mica lo si può adoperare tutto, lo si vende (cioè lo si presta) a chi l'adopera. Il sistema bancario è lì per questo.
Il sistema bancario mondiale ha per ora (si sta sviluppando una "finanza islamica") due centri: New York e Londra. Anche quello delle materie prime ha due centri: Chicago e Londra. Tre luoghi dove si trattano valori e materie prime che sono stati prodotti o che lo saranno. Dove si trattano anche grano, riso, granoturco e soia, alimenti base i cui semi sono ibridi, non si riproducono, bisogna comprarli dagli Stati Uniti. I quali controllano anche produzione e commercio di altri prodotti, dal cotone alle banane. Denaro, cibo, tessuti e metalli dell'umanità intera.
Si dirà: normali imperialisti sfruttatori delle masse oppresse del pianeta. Beh, non tanto normali. Nel caso degli Stati Uniti c'è di mezzo una particolare bilancia commerciale: comprano senza vendere. Tutti gli altri paesi imperialisti vendono senza comprare. A parte beninteso… il cibo, le materie prime e il petrolio! L'America potentissima, che sembra non aver più uno straccio di nemico statale, si appresta però a diffondere pace, libertà, benessere e democrazia tramite una guerra infinita. La teorizza, la pratica. Per capire cosa sia l'imperialismo attuale conviene forse proiettare, anche se meccanicamente, qualche cifra attuale nel futuro.
L'Italia ad esempio ha 57 milioni di abitanti, un PIL pro capite di 25.000 dollari, una crescita dello 0,4% e consuma 657 milioni di barili di petrolio/anno. Vende prodotti industriali. Compra cibo e materie prime. È un satellite degli Stati Uniti.
La Cina ha 1.300 milioni di abitanti, un PIL pro capite di 4.400 dollari, una crescita dell'8% e consuma 1.788 milioni di barili di petrolio/anno. Vende prodotti industriali. Compra cibo e materie prime. Oggi non è un satellite degli Stati Uniti.
La Cina, al tasso attuale di crescita, raggiungerebbe l'Italia fra 25 anni e consumerebbe perciò 10.000 milioni di barili di petrolio/anno su una produzione mondiale di 22.000 milioni. Venderebbe prodotti industriali e dovrebbe comprare cibo e materie prime in proporzione. Diventerebbe un paese satellite degli Stati Uniti.
L'India ha 1.100 milioni di abitanti…