Dio sarà morto, ma anche Darwin non sta molto bene

Nel rapporto Scientific Integrity in Policymaking della Union of Committed Scientist (fondata da scienziati del MIT), si dimostra che il governo Bush boicotta le ricerche scientifiche ritenute in contrasto con la sua politica, specie in rapporto alla religione cristiana. Durante una conferenza stampa il presidente americano, come a conferma, ha detto che il suo governo sosterrà l'insegnamento scolastico del "progetto intelligente", una variante gradualistica del creazionismo biblico. Si tratta di un fenomeno un po' diverso rispetto a quello nostrano. Mentre qui si insegna la religione a scuola, là è proibito, ma si pretende che una proposizione di fede sia una teoria scientifica che si contrappone ad un'altra, e le si mette sullo stesso piano. La teoria del "progetto intelligente" riprende concezioni finalistiche del gesuita Teilhard de Chardin che vedeva la creazione come processo continuo guidato da Dio e la scienza come supporto dimostrativo di ciò. L'individuo non sarebbe un elemento transitorio della specie in materiale evoluzione e lotta, ma un essere partecipante a tale processo, che avrebbe il suo culmine al punto "omega", la redenzione finale. Visione suggestiva per un credente, anche se i preti, giustamente, per la propaganda quotidiana preferiscono dogmi più spicci. Comunque sia, mentre nessuno parla più di Teilhard de Chardin, la discussione sull'evoluzione come la concepì Darwin, con tutti i difetti che si vuole, continua, e così la ricerca per ulteriori traguardi.

Siamo di fronte a piccoli sprazzi di ordinaria reazione, anche se i valletti nostrani si sono precipitati ad emulare il boss statunitense, facendo un goffo tentativo di mettere in ombra il darwinismo nelle scuole italiane. Tra l'altro, la versione "moderata" del fondamentalismo creazionista è peggio del suo originale biblico duro e puro. Non vi è alcun motivo di discussione con chi sia convinto dell'origine divina dell'uomo e delle altre specie, sono fatti suoi. E dal punto di vista delle moderne teorie dell'apprendimento non è provato che le convinzioni religiose si acquisiscano a scuola. Lo prova chi ha frequentato le scuole dei preti o, al contrario, chi ha frequentato le scuole russe dove s'è insegnato ateismo per settant'anni. Dalla prima esperienza sono scaturiti degli atei, mentre dalla seconda dei bigotti. Evidentemente i fatti sociali non si risolvono con la preparazione culturale.

Invece sui giornali e sui siti Internet "laici" (cioè seguaci di un altro tipo di religione) sono circolati immediatamente gli alti lamenti dei mangiapreti alla Peppone, i quali sono ancora convinti che la cultura di destra e di sinistra non facciano parte di un unico dominio borghese e mettono le convinzioni ideologiche, comprese quelle religiose, sullo stesso piano dello Stato e della sua blindatura, con esercito, polizia, magistratura e… scuola. Stato e scuola che essi peraltro difendono strenuamente, compreso l'insegnamento dell'intero universo della cultura borghese, non solo quella sua parte, tutto sommato insignificante, che è la religione. Povero Darwin, in che mani è capitato, a far da sponda al cretinismo parlamentare.

Il paradosso è che i piagnoni laici se la sono proprio cercata. Si illudevano che un tentativo di sincretismo fra scienza e religione portasse acqua al mulino del "dialogo". Non perdevano occasione di invitare preti progressisti ai loro congressi, di coccolarli affinché marciassero nelle loro manifestazioni, di arruolarli d'ufficio nelle loro campagne morali. Adesso ne colgono i risultati. E non c'è niente di più ridicolo della loro isteria di fronte ai Bush e ai Ruini, preti che parlano da preti.

Rivista n. 18