L'illusione delle energie da fonti rinnovabili
Le cifre sull'energia disponibile da fonti tradizionali, nell'ordine petrolio, carbone, nucleare e idraulica, variano molto a seconda dei documenti. Ma un dato è certo: non bastano tutte le fonti minerali del mondo per soddisfare il mostruoso bisogno di energia del capitalismo. Si esauriranno, a cominciare dal petrolio. Perciò è inevitabile che in tutto il mondo si moltiplichino le ricerche sulle cosiddette fonti rinnovabili. Le quali, però, pongono inesorabilmente un duplice problema:
1) a differenza dei combustibili fossili o nucleari sono diffuse, mentre l'uomo attualmente ha bisogno di energia concentrata; ad esempio, il Sole invia sulla Terra un flusso di energia pari a ben 120.000 mld di watt, in media 0,24 watt per metro quadrato, mentre l'attuale modo di produzione dissipa "solo" 12 mld di watt. Il guaio è che per far partire una sola automobile girando la chiavetta per un attimo occorrono almeno 50.000 watt e altrettanti ne occorrono per fare un paio di docce calde, per cui è difficile racimolare energia diffusa e usarla concentrata.
2) una legge fisica impedisce che il rendimento di un sistema termodinamico sia uguale al 100%: è sempre inferiore. Anzi, nel caso di un sistema sociale fatto di centrali, automobili, raffinerie ecc. è sempre molto inferiore. Questo significa che all'energia effettiva contenuta ad esempio in un barile di petrolio greggio va sottratta quella necessaria all'estrazione, alla costruzione e manutenzione degli oleodotti e delle petroliere… e anche quella necessaria agli eserciti che guerreggiano a causa di quel barile e dei giacimenti da cui proviene.
A causa di questo duplice problema, bisogna diffidare delle straordinarie proposte ecologiche per l'energia del futuro: sono semplicemente tutte balle.
Prendiamo ad esempio l'energia ricavabile da biomasse, cioè quella che al momento è su tutti i giornali. L'intera biomassa del globo, dall'erba del giardino privato alla foresta amazzonica, capta dal Sole circa 30 mld di watt di energia; se anche una società in grado di organizzarsi mondialmente ne potesse usare l'1%, che è considerato un traguardo per ora impossibile, si giungerebbe a 0,3 mld di watt, cioè il 2,5% dell'energia dissipata dall'attuale società.
Anche l'energia eolica proviene dal Sole, solo che è trasformata in un fenomeno meccanico come il vento. Essa ammonta a circa 300 mld di watt per tutto il pianeta, e i ricercatori ipotizzano un massimo potenziale sfruttabile dello 0,1%, vale a dire un altro 2,5% del fabbisogno energetico attuale. Al costo d'impianto di 1 euro a watt di potenza installata. E siamo arrivati a un super-ottimistico 5%.
Un modo diretto per captare l'energia del Sole è la tecnologia fotovoltaica. Essa funziona ovviamente solo di giorno e ha la massima efficienza quando massima è l'illuminazione, all'equatore, a mezzogiorno, ecc. In condizioni ottimali un impianto fotovoltaico rende il 10% dell'energia ricevuta. In zona temperata per avere una potenza di picco di 3.000 watt necessari a una famiglia occorre un impianto con circa 50 metri quadrati di cellule fotovoltaiche che costa circa 16.000 euro (5,33 euro a watt, e ricordiamo la potenza di picco all'accensione dell'automobile).
Tutte le altre fonti energetiche "rinnovabili", come idrogeno, specchi, collettori e stagni solari, ecc. presentano problemi analoghi o molto più gravi, perciò la soluzione non è nell'adottarle ma nel dissipare meno energia. L'ideologia ecologica riformista cozza contro l'essenza di un capitalismo irriformabile, che cioè non sarà mai in grado di diventare anti-dissipativo.