Ancora su partito storico e partito formale

Chiedo una precisazione, anche per aiutare molti lettori a comprendere il problema, visto che la "questione" del partito ha provocato non solo discussioni ma separazioni e persino violente rotture. Voi spesso parlate di "partito" anche quando vi riferite a piccole organizzazioni senza influenza visibile sulla realtà, come quella dalla cui scomparsa siete nati, cioè il Partito Comunista Internazionale in cui militava Bordiga. Però riprendendo vostri lavori precedenti sembra di capire che in questi casi si dovrebbe parlare di sopravvivenze del partito nell'accezione storica del termine. Nel caso specifico del PC Internazionale di un episodio nella storia della formazione del partito e non di un partito nel senso formale del termine. Infatti necessitano ben altre categorie per considerarlo tale.

 

Se vogliamo dare una definizione stringata di "partito storico", nonostante tutti gli inconvenienti che derivano dalle sintesi estreme, diciamo che se "il comunismo è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente", il partito storico è rappresentato da ogni manifestazione umana coerente con questo processo reale. Marx considerava membro del partito storico Darwin, che faceva "in campo biologico lo stesso lavoro" che facevano lui ed Engels in campo sociale. Considerava movimento del partito storico l'impulso verso la Prima Internazionale, ormai prevalente sul "partito morto da anni" che era la Lega dei Comunisti. Nel Manifesto essi tracciano una demarcazione fra il socialismo romantico-borghese e il comunismo che ovunque rappresenta la parte più avanzata della società, quella che lotta contro le condizioni esistenti, in primo luogo la proprietà. Il partito storico è dunque un elemento reale della società, non un'astrazione.

Nel Partito Comunista Internazionale si usava come autodefinizione il termine "partito" per rispettare l'effettiva storia dei compagni che lo avevano formato, quasi tutti provenienti dall'esperienza del Partito Comunista d'Italia 1921-26. Per i vecchi compagni il partito era sempre quello, erano gli stalinisti ad esserne usciti. Però non c'è dubbio che essi, Bordiga per primo, avessero una chiara visione dei limiti storici di quell'organismo formale, per cui erano perfettamente coscienti del loro compito, che era quello di "preservare la linea del futuro", quando sarebbe stato il tempo per il "vero partito".

Sempre in estrema sintesi, vi sono tre condizioni affinché si possa parlare della presenza del partito comunista nel senso pieno del termine: 1) un'analisi critica della presente società; 2) una chiarezza programmatica sui fini che si vogliono perseguire; 3) una polarizzazione della società che permetta una decisa separazione fra le classi e la costituzione del proletariato secondo la celebre formula "da classe in sé in classe per sé", quindi in partito. Mancando anche uno solo di questi elementi, possiamo parlare di esperienza storica difesa a oltranza, di aderenza al partito storico "che si sviluppa tutto intorno a noi" (Marx), ma non di partito nella sua accezione formale, di organismo rivoluzionario in grado di rovesciare la prassi.

Rivista n. 24