Fuga ideale, movimento reale

A volte ci chiediamo come si faccia a mistificare a tal punto i caratteri del comunismo. Prendiamo il concetto di dittatura del proletariato. Molti ne parlano come di un governo, sia pure di transizione. In realtà l'ultimo compito dello Stato sarà quello di abolire la proprietà privata (il denaro ed il diritto) e quindi sé stesso. Ma non sarà una struttura istituzionale simile a quella borghese ad attuare questo programma, bensì una dittatura liquidazionista.

È un punto importante. La dittatura borghese è "costruttiva", nel senso che è finalizzata a costruire muri, fatti di titoli di proprietà che imprigionano il libero fluire della vita di specie in un circolo vizioso, "senza senso, come abbiamo affermato. La dittatura rivoluzionaria è invece "distruttiva" verso tutte queste barriere. Non impone, allevia. Non ha bisogno di mostruose quantità di energia sociale e fisica ma si limita a fornire o negare l'energia di attivazione per reazioni sociali spontanee.

Visto che il modo di produzione borghese necessita di sempre più energia mentre questa è sempre meno disponibile, in termini molto generali e astratti deve per forza innescarsi qualche fenomeno di autoregolazione non capitalistico. Socialmente parlando, deve crescere il movimento di autoesclusione dal capitalismo. Ciò ha a che fare con le "reazioni sociali spontanee" di prima, quelle che sono congeniali alla dittatura del proletariato correttamente intesa. Vale per le banlieues del mondo come per i movimenti dei nuovi semplici; vale per gli esperimenti pratici di comunismo primitivista come per la fuga high-tech o fight club; vale per i profeti della decrescita e dell'ecologia come per i milioni che ne hanno abbastanza ma non hanno ancora trovato il modo per esprimerlo. Per le etichette c'è solo da sbizzarrirsi, anche se per adesso escono tutte da una stampante borghese e sono distribuite da fattorini delle mezze classi. Ma non bisogna ascoltare quel che dicono di sé stessi.

Per quanto il tutto sia ancora ingabbiato tra lo sfogo disperato e il riproporsi dolciastro del riformismo, la coperta si sta rivelando esageratamente corta. Troppi rimangono con i piedi al freddo, nel labirinto istituzionale borghese non c'è posto per tutti. Ma chi è costretto a star fuori vorrà sempre meno essere omologato. C'è da scorgere un preavviso in questa crisi che innalza a simbolo banca e automobile, i due poli della dissipazione, valore ed energia. E infatti le auto e le banche continuano a bruciare ogni volta che c'è una sommossa. Per adesso fine a sé stessa.

È un fatto accertato che grandi parti d’umanità gettate dal capitale nella sovrappopolazione relativa si organizzano nel tentativo di limitare al massimo i loro legami con la società borghese. Diminuendo consumi e sprechi, volenti o nolenti. Le giustificazioni teoriche escogitate per sostenere questi tentativi sono tante, ma risultano infine indifferenti rispetto a qualche barlume di luce su un possibile modo di vita non capitalistico. Nel contesto del nostro articolo sulla vita senza senso si parlava di saldatura tra fuga individuale e movimento reale. Si può affermare che la dittatura del partito rivoluzionario sarà il passo necessario per il compiersi di questa saldatura. Sicuramente il giorno del salto rivoluzionario i tentativi di abbandono della società attuale si saranno moltiplicati. La prossima dittatura sta seminando su terreno assai fertile.

Rivista n. 26