Editoriale. Presentazione dei nastri ritrovati di Bordiga

Con questo numero iniziamo a pubblicare una serie di importanti frammenti ricavati da alcune bobine di nastro magnetico fortunosamente pervenute ai nostri archivi. Si tratta di alcune relazioni esposte da Amadeo Bordiga a una delle riunioni generali del Partito Comunista Internazionale (15-16 luglio 1961). Inizieremo con il discorso d'apertura dei lavori seguito dall'esposizione che lo stesso relatore intitola "I grandi uomini". I testi sono inediti, anche se quasi tutti i temi trattati sono poi comparsi sui nn. dal 14 al 20 de Il programma comunista, organo del partito.

Bordiga non amava (anzi in un primo tempo vietava) che le sue riunioni venissero registrate. Non voleva esserne condizionato, voleva essere libero di "sparare anche fesserie", dato che il metodo di lavoro era quello della ricerca che produceva semilavorati da portare a sempre più alto livello. E, pur convinto infine della validità della macchina per una razionale memorizzazione, pretendeva però che dopo l'utilizzo i nastri venissero cancellati oppure sovraimpressi.

Fortunatamente ciò non sempre accadde. La trascrizione dall'audio originale non è importante solo per la quantità di informazione che nelle relazioni pubblicate non poteva comparire, o per la struttura teoretica del discorso. Lo è per l'esperienza, la storia, la passione che Bordiga trasmetteva ai militanti anche con il ricorso ad aneddoti e memorie personali riguardo alla titanica battaglia che la Sinistra Comunista dovette condurre contro la degenerazione controrivoluzionaria. Tutta la ricchezza del parlato purtroppo si perdeva negli articoli pubblicati, anche se ovviamente ne guadagnava la resa scientifica degli argomenti, dato che questi venivano limati, integrati, precisati, collegati a lavori precedenti o in progetto.

Ascoltare i nastri o leggerne la trascrizione è appassionante. Con un solo grado di separazione, come si dice adesso, ci colleghiamo in presa diretta con il primo e unico tentativo rivoluzionario comunista globale. Da questo punto di vista la relazione senz'altro più interessante è quella sulla storia della Sinistra, ma anche gli altri frammenti si piantano come un cuneo nei cervelli più refrattari. È palpabile il senso del lavoro organico, l'incontro di più generazioni che si passano il testimone della staffetta storica. In più, per noi, c'è una continuità di lavoro che copre cento anni, dato il nostro tentativo di ricongiungere i "fili" interrotti della Sinistra Comunista. La nostra piccola forza è facilmente calcolabile e altri rivendicano lo stesso tipo di continuità, ma la verifica sperimentale al momento non sta nei numeri, nelle parole e neppure nei singoli scritti, bensì nell'armonia che si riesce a stabilire con quel programma, il quale a sua volta si riannoda senza soluzione di continuità storica rispetto a Marx e ovviamente ai milioni di anni del comunismo originario.

Dove abbiamo ritenuto utile abbiamo aggiunto alcune note esplicative pensando soprattutto ai giovani che non possono conoscere personaggi ed eventi ormai dimenticati persino dagli anziani. Abbiamo anche ricordato i compagni presenti alla riunione, tra cui alcuni riconoscibili dalla voce, in omaggio non tanto alle persone quanto al lavoro che esse hanno svolto e ci hanno lasciato.

Le bobine che via via pubblicheremo ci sono pervenute attraverso un curioso itinerario. Nel giugno del 2006, un collezionista di Imola, appassionato di modernariato, specificamente di vecchie apparecchiature audio, trovò al grande mercato dell'usato di Gambettola (Forlì) un magnetofono Geloso fine anni '50 con le sue bobine. Alcune di queste erano originali, della stessa marca, altre erano di fabbricazione americana, evidentemente poco apprezzate dal collezionista. Si trattava di quattro bobine in buono stato nella loro scatola di cartoncino. Sulla prima c'era scritto: "15-7-61, Milano, I - Introduzione Amadeo". Sulla seconda: "Bordiga 1 - Grandi uomini". Sulla terza: "16-7-61 Milano - Questione tedesca - questione agraria". Sulla quarta: "16-7-61, Milano - Storia della Sinistra".

Il collezionista pubblicò un annuncio su Internet per vendere le bobine indesiderate e fortunatamente, oltre al tipo e alla marca, scrisse anche "Riunione Bordiga". Un nostro compagno, nel cercare sulla Rete libri con la parola chiave "Bordiga", trovò l'annuncio e procedette immediatamente all'acquisto, assicurandosele per pochi euro. Incuriosito rispetto alla provenienza dei nastri, andò a ritirarli direttamente dal collezionista il quale, a sua volta incuriosito per tanto interesse verso degli oggetti disdegnati dagli esperti, chiese chi fosse questo Bordiga, che gli era completamente sconosciuto ma di cui nel frattempo aveva ascoltato qualche brano in cui si parlava di violenza rivoluzionaria ecc. Una curiosa coincidenza: Imola è la città dove avvenne il convegno della Frazione Comunista del PSI in vista della scissione di Livorno; Forlì fu una roccaforte della stessa Frazione e importante sede del Partito Comunista Internazionale nel dopoguerra (qualcuno di noi ha conosciuto personalmente quei vecchi compagni).

Abbiamo quindi "passato" i nastri con un registratore professionale a bobine e convertito il segnale analogico in uno digitale, cercando allo stesso momento di migliorare la qualità del suono. Purtroppo, mentre la qualità delle magnetizzazioni era passabile, l'insieme risultava alquanto frammentario e non è stato semplice ricostruire i testi. Comunque abbiamo proceduto sia al recupero di tutto ciò che poteva fornire il segnale analogico, sia alla trascrizione finale, facendo lo stesso lavoro di editing già sperimentato per i nastri pubblicati sul numero doppio 15-16 di questa rivista. Mezz'ora di registrazione è andata persa perché qualcuno, forse rispettando un po' troppo alla lettera le raccomandazioni di Bordiga, ha sovrapposto musica anni '60 alla relazione.

Per i particolari tecnici e filologici rimandiamo all'introduzione sul numero appena ricordato. Ma qui crediamo sia utile aggiungere una piccola nota a proposito del termine "semilavorati", da noi sottolineato all'inizio, che, ripetuto in varie occasioni, specie da Bordiga, potrebbe evocare una curiosa "teoria dei semilavorati", magari a giustificazione di lavori che risultano perennemente in corso. In effetti, se non si può parlare di una specifica teoria, è però certo che le modalità di lavoro del Partito Comunista internazionale avevano delle peculiarità che non vanno dimenticate, specie da chi si propone di continuare il lavoro stesso rimanendo in sintonia con i suoi presupposti. In un contesto organico di lavoro, ogni partecipante apporta il suo contributo e il "risultato" non è mai "finale" proprio perché accumulo di lavoro collettivo, di individui che non ci sono più, che ci sono al momento e che non ci sono ancora. "Lavoriamo ad argomenti concatenati" diceva Bordiga, e i frammenti legati fra loro non possono costituire l'Enciclopedia Comunista. I comunisti non possono paragonarsi ai rivoluzionari borghesi che poterono produrre il manifesto completo della loro conoscenza, perché oggi non c'è una classe che si prepara a sostituirne un'altra; oggi è in cantiere l'estinzione di tutte le classi, e la nuova Enciclopedia sarà frutto dell'umanità intera, non di una sua parte.

Queste registrazioni salvate per caso dalla distruzione fanno parte della serie dei frammenti da concatenare e saldare.

Rivista n. 29