Ancora sulle transizioni
Leggendo i vostri articoli sulla prima grande transizione e sul modo di produzione asiatico ho avuto l'impressione che per voi, contrariamente a ciò che affermano tutti i marxisti, lo Stato compaia molto tardi, praticamente con l'antichità classica, già schiavista. Rispondendo alla lettera di un lettore vi diffondete sulla negazione dello Stato persino nell'antico Egitto, dove a me sembra invece ci fossero classi ben precise, esercito, polizia, lavori pubblici, ecc. Voglio dire che sul tipo di Stato, arcaico o maturo, si può discutere, mentre su una cosa mi sembra si dovrebbe essere precisi: il modo di produzione asiatico non ha la stessa struttura del comunismo primitivo e quindi, anche se non c'è proprietà della terra e nemmeno in genere quella privata, bisogna individuare dove risieda la differenza. Se in una società non c'è lo Stato, secondo la scaletta di Marx la sua struttura è solo quella del comunismo primitivo, dello stadio selvaggio, della barbarie. La necessità dello stato può sorgere per molte ragioni, ma sicuramente una è che la società si è già divisa fra chi vive del lavoro altrui e chi produce anche per gli altri. Il modo di produzione asiatico si basa certamente su esigenze collettive, ma lo Stato serve anche ad attuare una repressione verso chi non partecipa ai lavori collettivi, chi infrange la legge, chi non paga le tasse.
Per la precisione noi affermiamo che l'etichetta "modo di produzione asiatico" vuol dire troppe cose, perciò niente. Non è possibile tracciare insiemi sotto questo nome, nel tempo, nello spazio e nelle sequenze della crescente forza produttiva sociale. Può essere un comodo modo di dire, ma induce confusione, come l'ha indotta sia in Wittfogel che nei suoi critici. Com'è noto, Wittfogel non riesce ad essere convincente proprio mentre cerca di realizzare minuziosamente degli insiemi. D'altra parte i suoi critici di parte stalinista hanno negato qualunque insieme "asiatico". Non è quella la strada percorsa da Marx: la sua scaletta prevede il comunismo originario (preferiamo questo termine a "primitivo" perché vi sono state società comunistiche per nulla primitive), il modo di produzione asiatico, la società antica classica, il feudalesimo, il capitalismo.
La forma cosiddetta asiatica (cioè immobile) compare tutte le volte che una società comunistica si stabilizza per molto tempo all'apice del suo sviluppo e congela la propria organizzazione sociale (la omeostatizza, come dice Needham). Engels nell'Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, rispetta la scaletta del titolo: senza la proprietà privata lo Stato è un non-senso. Possiamo parlare di organismo di controllo, di divisione tecnica e persino sociale del lavoro, se si vuole di proto-Stato come fa qualcuno per la Mesopotamia, ma è meglio non fare confusione. Il criterio di Marx a proposito delle forme sociali è quello della perdita progressiva di controllo da parte della famiglia e dell'individuo sui propri mezzi di produzione, a cominciare dalla terra. Se tale controllo passa dall'individuo alla collettività organizzata e non a un altro individuo, non c'è ancora proprietà e quindi non c'è ancora Stato. A noi non interessa studiare il modo di produzione asiatico in sé, alla Wittfogel. Né dobbiamo trasporre i criteri attuali alle società antichissime, come molti archeologi fanno. Noi siamo come archeologi della storia che evitando analogie fasulle tentano di individuare nei sui strati sovrapposti le differenze, la forma delle transizioni. Come ha detto la nostra corrente, la prima grande transizione ci dà l'immagine speculare della seconda: dalla dissoluzione del comunismo all'avvento delle società di classe, dalla dissoluzione delle società di classe al comunismo. L'archeologia procede dallo strato superficiale del presente verso il passato, noi procediamo dallo stato presente verso il futuro ribaltando quello che abbiamo trovato negli strati più antichi della preistoria.
Nelle società di transizione succede quello che Morgan aveva notato per le società "selvagge" della sua epoca: sopravvivono strutture parentali obsolete, spiegabili soltanto con forme sociali più antiche. Nella cosiddetta forma asiatica sopravvive la forma comunista più o meno mascherata da un'organizzazione più matura. Tu dici che l'autorità delle forme più antiche puniva chi non partecipava ai lavori collettivi, chi infrangeva la legge, addirittura chi non pagava le tasse. Ma ad esempio nell'Antico Regno d'Egitto la partecipazione ai lavori collettivi era vita normale, non c'erano leggi come le intendiamo oggi e non si pagavano tasse perché il prodotto non era privato e andava ai magazzini pubblici. Tu stesso per chiamare "Stato" l'organizzazione sociale egizia le attribuisci caratteri tipici delle forme successive. Ma a rigor di logica essa non era neanche una monarchia. Invece di assegnare arbitrariamente categorie odierne alle società più antiche, è più proficuo mettere alla luce, in esse, i residui di società più antiche ancora. Non si può capire la transizione che verrà se non si capisce quella che l'ha preceduta.