Navi a vento
Uno dei punti del "programma immediato" esposto a Forlì nel 1952 dalla nostra corrente è la riduzione drastica del trasporto di beni e di persone. Essa si ottiene prima di tutto con un piano di sottoproduzione controllata, poi avvicinando mezzi di produzione e uomini, infine eliminando il trasporto individuale privato. Per il trasporto residuo occorrerà diminuirne l'impatto sulla produzione sociale. In breve, occorrerà sostituire l'efficacia con il rendimento, cioè ad esempio diminuire la velocità a vantaggio delle tonnellate di carico, oppure diminuire velocità e tonnellaggio a favore del minor consumo, oppure ancora diminuire tutti i parametri quantitativi e utilizzare al massimo energia solare, eolica, idraulica. Naturalmente le combinazioni dei vari parametri sono moltissime e con i mezzi a disposizione sarà possibile ottimizzare i propulsori in base alle esigenze.
Il trasporto su acqua è quello che ha il più alto rendimento e anche quello che interessa il più alto tonnellaggio: il 90% di quello complessivo. Perciò, dove l'acqua c'è, il natante sarà uno dei mezzi preferiti. Le navi a vela avevano raggiunto la perfezione per il loro tempo, ma furono soppiantate da quelle a motore per questioni di velocità e tonnellaggio. Oggi le nuove tecnologie permettono di superare le vecchie prestazioni e da subito è possibile costruire navi a bassissimo consumo.
Navi mercantili con propulsione ottenuta al 100% dal vento e dal sole esistono già e sono addirittura competitive, entro dimensioni date, con quelle tradizionali. Ovviamente non hanno equipaggi esperti di vele e sartie, ma lo sostituiscono con un controllo completamente computerizzato. Oggi queste navi hanno la doppia propulsione, ma senza la spinta del profitto si può fare a meno dei motori tradizionali a combustibile fossile. Un metodo per sfruttare al meglio la potenza del vento è quello di fissare a prua grandi aquiloni da 150-200 metri quadrati, controllati sempre via software per ottimizzare la rotta in base alla direzione e all'intensità del vento. Con questo sistema si riesce ad "assistere" la navigazione a motore per navi di medio tonnellaggio quando vi sono buone condizioni di vento.
Navigare gratis è stato un obbiettivo fin da quando, con la crisi degli anni '70, il prezzo dei carburanti è enormemente salito. Il problema delle navi a vela tradizionali, sia pure con il sistema a vele servo-assistito elettricamente, è che richiedevano un equipaggio specializzato, e ciò aveva contribuito a bloccare le ricerche. Ripresero solo quando computer di una certa potenza permisero di automatizzare completamente il controllo vele/vento. Significativo è un progetto di quarant'anni fa, perfetto nell’ingegneria delle vele, ma abbandonato a causa del troppo complicato e quindi costoso sistema di controllo. Ripreso dopo trent'anni e computerizzato, ha fornito una delle più belle ed efficienti navi a vela del mondo.
Un altro progetto morto e resuscitato è quello delle vele a rotore. Inventate da un ingegnere tedesco e sperimentate per la prima volta nel 1924, queste vele, dall'aspetto di tubi rotanti, catturano il vento producendo un effetto portanza che è 10 volte superiore a quello di una vela tradizionale a parità di metratura. Il progetto venne abbandonato, ma oggi con nuove tecnologie la vela a rotore sta diventando nuovamente interessante. Nonostante il capitalismo freni perché nessuno vuole sobbarcarsi i costi di sviluppo, diverse navi commerciali dotate di vele a rotore sono in funzione da anni su rotte brevi e con funzioni limitate. Anche in questo caso c'è la doppia propulsione.