Big Data a tutto spiano

Non c'è di che stupirsi: le tecniche utilizzate per raccogliere e processare dati sono passate dal marketing al controllo militare della rete attraverso lo spionaggio, senza il quale, da Sun Zu in poi la guerra non è neppure pensabile. Ben prima che prendessero piede i social network l'industria era attrezzata per rastrellare dati utili a produrre e vendere le proprie merci. Alla raccolta pura e semplice dei dati erano abbinate metodologie per operare correlazioni fra i dati stessi in modo da ottenere, attraverso l'interpretazione di relativamente pochi parametri, non solo una conoscenza del mercato, ma anche e soprattutto una capacità di influenzarlo.

Con l'aumento e lo sviluppo dei metodi per acquisire dati su tutto, viene accumulata una quantità sempre maggiore di informazioni e queste possono essere utilizzate in campi diversi rispetto al bacino di raccolta: ad esempio, dati desunti nell'ambiente meccanico possono essere utilizzati nell'ambiente della moda, ecc. E con l'aumento della potenza di calcolo è stato possibile introdurre tecniche prima impensate. Oggi si possono elaborare dati qualitativi che richiedono l'uso di reti neurali, logica sfumata, intelligenza artificiale in genere. Non si collezionano soltanto informazioni riguardo a presenze, flussi, temperature, distanze, colori, ecc. ma anche espressioni del viso, toni della voce, battiti cardiaci, comportamenti.

Le attività volte a creare opinioni, indirizzi o semplicemente terrore da parte di gruppi sociali non allineati allo statu quo, hanno richiesto l'uso massiccio della ricognizione in rete per la raccolta e il trattamento di informazioni del tipo più disparato. Naturalmente le stesse tecniche o metodologie valgono per l'attività di intelligence militare. Perciò abbiamo un campo di indagine e di conoscenza che integra perfettamente, nell'orizzonte di specifici "interessi", produzione, mercato, controllo e guerra, cioè tutto l'armamentario di un sistema capitalista.

Contro questa prassi il cittadino votante e pseudo-partecipante non può assolutamente nulla; la massa dei dati viene continuamente aggiornata da più enti e posta in vendita attraverso filtri per argomenti messi a disposizione da "sistemi esperti", cioè da sofisticati programmi che simulano i criteri di ricerca che adotterebbe un umano per navigare fra i dati. Ovviamente facendolo a velocità infinitamente superiore e soprattutto in modo neutro, senza lasciarsi influenzare da opinioni personali e altri fattori soggettivi.

Dove non arriva l'intelligenza umana simulata, appositi programmi evolutivi "genetici" agiscono sui dati di un sottoinsieme coerente e li fanno evolvere come si trattasse di organismi viventi, fino ad ottenere dati mancanti o rendere compatibili dati che non lo sono. La logica sfumata, o dei dati incerti (fuzzy), serve a rendere computabili dati non numerabili, avvicinando la grande capacità di calcolo dei computer alla capacità di discernimento del cervello biologico.

Poniamo che un individuo preso di mira per un qualsiasi motivo, da una vendita telefonica al sospetto di terrorismo, sia sottoposto ad analisi e controllato su alcuni parametri come: localizzazione, contatti, spostamenti, abitudini, preferenze. Immediatamente un programma predisposto può tracciare una rete basata esclusivamente sugli individui con quelle caratteristiche, ognuno dei quali è collegato agli altri così come il primo. Questo è già un insieme omogeneo, non gerarchico, quindi scalabile, nel senso che a qualsiasi scala compaiono le stesse configurazioni, trattabili con le stesse modalità (algoritmi).

Per trattare questi insiemi possono essere utilizzate tecnologie neuro-fuzzy, cioè reti neurali aperte a progressi euristici, banalmente interazioni con un cervello umano per analizzare ciò che il computer non è ancora in grado di analizzare da solo. Mentre in una classica rete neurale l'operatore non vede ciò che avviene al di sotto dell'interfaccia uomo-macchina, nelle reti neuro-fuzzy, in caso di indecisione del programma che l'esperto assiste nella fase di apprendimento, si aprono finestre di dialogo che permettono a detto esperto di supplire a quella specifica mancanza di informazione. E il software registra il nuovo livello di conoscenza, che è diventato con questo intervento, una conoscenza condivisa.

Ci fermiamo qui, alla soglia di una domanda che sale spontanea leggendo quali sono in questo momento i traffici militari e polizieschi della borghesia: come si collegano con quanto appena letto le parole d'ordine sulla trasformazione della guerra imperialista in guerra civile? Ferma restando l'invarianza della proposizione, pure a un secolo di distanza, essa è, nello stesso tempo, essenzialmente diversa: se la guerra imperialista d'oggi è già guerra fra la popolazione civile, sarà necessario chiederci in che cosa si dovrà trasformare.

Rivista n. 43