Duecento anni nel nome di Marx
Ne avevamo viste di tutti i colori, compresa l'invenzione di un Marx seguace dell'idealismo romantico, ma era prerogativa di pochi, a prima vista innocui, almeno in confronto alle ondate storiche del Marx socialdemocratico, anarchico, sovietico, cinese, o comunque aggettivato, che hanno caratterizzato la Grande Controrivoluzione. Ci sarà certo una spiegazione materiale per il sorgere e diffondersi del fenomeno odierno, e può darsi che vada cercata nella necessità di non far emergere la potenza distruttiva della dottrina rivoluzionaria; è ininfluente che questo obiettivo sia perseguito inconsciamente o addirittura consapevolmente. A che cos'altro può servire, infatti, un Marx denaturato, decaffeinato, disinnescato, annacquato? Un Marx strappato alla realtà materiale della storia e posto nella galleria delle "icone inoffensive" con il curriculum falsificato che lo fa apparire come un filosofo metafisico?
Il secondo articolo riguarda una puntualizzazione sul "corso del capitalismo mondiale" con riferimento all'emergere della Cina come potenza globale. Esiste naturalmente una letteratura sterminata sull'argomento, anche perché esso esula dal campo dell'economia politica per invadere altri campi come la storia, la geopolitica, la sociologia o anche soltanto il giornalismo che mette a disposizione del grande pubblico le curiosità inevitabilmente prodotte da un paese che si avvia ad avere un miliardo e mezzo di abitanti i quali anelano a un livello di vita pari a quello dei paesi a vecchio capitalismo. È quasi impossibile resistere alla tentazione di fare il confronto fra l'impatto che alcuni banali consumi hanno in Occidente e quello che hanno in Cina; quando il giornale sarà letto come qui da noi, non ci saranno alberi abbastanza per fabbricare la cellulosa necessaria. Non sappiamo quale strana concatenazione di fatti porti la Cina odierna a costruire ex novo grandi città con miliardi di metri cubi di alloggi, uffici e negozi solo per lasciarle vuote. E la curiosità sale se ci chiediamo come mai in Africa ci sono già milioni di cinesi che costruiscono infrastrutture fra… città fantasma che stanno sorgendo anche laggiù. Facile rispondere che tutto ciò è la conseguenza di una rapida accumulazione in un paese con immense potenzialità. Meno facile prevedere che cosa succederà quando fra pochi anni questo paese tenderà a superare gli Stati Uniti in tutti i parametri economici tendendo alla guida dell'imperialismo.
A Genova un ponte autostradale è crollato provocando 43 morti e il blocco della circolazione (destinato a durare anni) in un punto strategico per lo smaltimento del traffico. In margine a questo disastro, s'è visto che viadotti di ogni tipo sono stati demoliti a centinaia a causa dell'invecchiamento del cemento armato. Ciò significa che nei prossimi anni, man mano che questo materiale invecchierà, le demolizioni dovranno moltiplicarsi. Si sono subito cercate le responsabilità. Solita storia. Il colpevole non è il cemento e in un certo senso nemmeno gli uomini che tra la legge dello stato e quella del capitale applicano la seconda.
Tra gli altri articoli e rubriche pubblicati in questo numero, segnaliamo quello tratto dalla registrazione su nastro magnetico di una riunione del 1961. In essa Amadeo Bordiga e alcuni altri militanti del PCInt. commentano il Piano verde varato dal governo in occasione del centesimo anniversario della rivoluzione nazionale italiana mettendolo a confronto con il piano quinquennale russo. La ricostruzione del nastro, in cattive condizioni, è stata possibile anche perché i compagni stavano adoperando come traccia l'opuscolo La questione agraria, a sua volta stenografia di una conferenza dello stesso Bordiga tenuta nel 1921.