Gemeinwesen

Lo Stato nacque molto tempo dopo la "rivoluzione urbana" del tardo neolitico. La comparsa delle prime città in Mesopotamia fu il coronamento di percorsi convergenti che contribuirono a questo risultato: l'avvento dell'agricoltura e l'apprendimento di tecniche di conservazione degli alimenti produssero la necessità di registrare i movimenti dei beni che non erano più conservati nel magazzino di famiglia ma in silos e depositi sotterranei centralizzati. L'amministrazione comportò il passaggio dai primi segni pittografici alla scrittura e a una elementare divisione tecnica del lavoro che divenne poi complessa divisione sociale.

Tutti coloro che si sono occupati della nascita dello Stato sono concordi sulle linee fondamentali della preparazione, dal surplus alle classi, dalla burocrazia alla divisione sociale del lavoro ma sono in disaccordo sul processo di espropriazione, sul passaggio che tramuta un organismo centrale al servizio della società in un organismo che riduce la società al servizio di sé stesso. Magari con la forza, modificando la natura, trasformando il prodotto comune in proprietà. Escludiamo che questo divenire sia stato pacifico.

Abbiamo appositamente evitato di affiancare alla parola "proprietà" l'aggettivo "privata" per sottolineare come sia errata la credenza che la proprietà "pubblica", cioè dello Stato, sia di natura qualitativamente diversa rispetto a quella privata. Si tratta della conseguenza logica di una precisa posizione politica: se lo Stato fosse diventato un elemento cui non si addice la proprietà, sarebbe potuto diventare il mediatore fra la proprietà stessa, la classe che la rappresenta e la classe che la subisce. Molti ne sono ancora convinti. Il socialismo sarebbe dunque la proprietà statale dei mezzi di produzione, per cui un programma serio di nazionalizzazioni della terra, dell'industria dei servizi e della distribuzione eliminerebbe il capitalismo: se tutto fosse statale, niente sarebbe statale.

L'equivoco è grande e pericoloso. A parte l'esempio pratico della "grande socializzazione" promossa dal fascismo e dal nazismo, estesa poi al New Deal americano e allo statalismo russo, la statizzazione non è affatto prerogativa del socialismo. Era statalizzatore Bismarck, lo era il complesso socialdemocratico austro-tedesco. Come non ci stanchiamo di ripetere che il vero capitalismo di Stato è quello in cui è il capitale che comanda allo Stato e non lo Stato che comanda al capitale, così ribadiamo che il nemico reale, la forma capitalistica più difficile da eliminare, non è nemmeno lo Stato, ma l'azienda (attenzione, non la fabbrica, anche se alcuni la ergono a simbolo del capitalismo). Questa non ci è nemica perché abbia un padrone piuttosto che un altro e nemmeno perché abbia un padrone, ma perché è azienda.

Lo Stato come roccaforte della borghesia è lo strumento della dominazione di classe, ma l'azienda, l'intero sistema d'azienda, dall'acciaieria alla banca, dal calzolaio al panettiere, è la rete capillare di produzione e smistamento del plusvalore che tiene in piedi la baracca del capitalismo. Lo Stato sovrintende, consuma plusvalore in maniera inusitata, non ne produce.

All'interno del sistema di fabbrica si muovono materie prime, semilavorati, energia, senza produzione di plusvalore. Per realizzare plusvalore occorre che il prodotto esca dalla fabbrica e si confronti con il mercato attraverso il denaro.

All'origine della produzione umana, cioè della trasformazione della natura tramite il lavoro, lo Stato ovviamente non c'era. C'era invece un meccanismo sociale molto diffuso che andava verso lo Stato con caratteristiche che appaiono straordinariamente uniformi se osservate secondo una chiave di invarianza: marciava verso lo Stato chi aveva risolto il problema dellamdistribuzione del prodotto. Finché il prodotto sociale fu distribuito completamente, l'intera società era come la fabbrica, al suo interno non circolava merce ma valore d'uso. Quindi niente Stato. Le scoperte archeologiche hanno dimostrato che lo Stato è nato più tardi di quanto si credesse; di conseguenza il comunismo antico è durato ben più di quanto si credesse, generando teorie sociali improntate al concetto di divinità. Le nuove comunità, a differenza di quelle antichissime erano costituite secondo un progetto, una regola, ed è così che hanno affrontato millenni di storia. Lo Stato le perseguitò e le protesse, ed entrambi impararono a trarre vantaggio da questo sodalizio.

Rivista n. 48