L'ipertesto

Sono doppiamente in imbarazzo a parlarvi, perché alla confusione personale si somma il fatto che della Sinistra comunista italiana so veramente poco. Il vostro sterminato archivio è un gran lavoro ma faccio una fatica boia a leggere sul computer. Comunque, sono arrivato a voi per strade traverse. Nel senso che ho purtroppo poca conoscenza del marxismo in senso stretto. Nel leggere Giorgio Cesarano sono arrivato a Camatte, dai suoi testi sono arrivato a Bordiga e infine a voi tramite l'archivio. Non è che Marx mi sia del tutto sconosciuto, ma leggendo i vostri articoli ho avuto l'impressione di averlo conosciuto in modo assolutamente superficiale. Comunque, non sono riuscito ad andare più in là del primo tomo del Capitale perché di economia non so un accidente e quando comincia a parlare di valore lavoro medio, di cicli del capitale, io da solo proprio non ce la faccio...

Dato che me l'avete chiesto, posso provare a spiegare in maniera sintetica il perché del mio interesse. So già che non ce la farò ma provo lo stesso: ho 25 anni e provengo da un ambiente 'anarco-situazionista-primitivista'. Più un pensiero che un ambiente, perché di 'militanza' ne ho fatta veramente poca. Se proprio vogliamo trovare una definizione, dovrei dire che la mia è prima di tutto una non-definizione perché tiene insieme cose poco miscelabili tra loro. È per questo che sono in crisi e ho cominciato a porre molte domande su cosa sia realmente il capitalismo, da dove viene e verso cosa si avvia nel suo trasformarsi. Domande su cui mi sembra voi fondiate giustamente il vostro lavoro e su cui Marx ha molta più profondità di quella che immaginavo.

Per semplificare all'estremo la mia non spiegazione, tra tante cose mi confonde in particolare il fatto che, per l'esperienza che ha l'individuo, il progredire del capitalismo è percepito come la pietra tombale sull'uomo (risoluzione delle contraddizioni pur di preservare la merce, il valore), cosa che cortocircuita qualsiasi futuro, mentre il vostro approccio è quasi opposto, cioè il capitalismo non si salva, anzi, per quel che ho capito anticipa dei rapporti che vengono dal futuro, come avete scritto nella home page del vostro sito. Per questo mi serve una lettura moooolto più approfondita, per questo cercavo le edizioni cartacee.

Cavolo, quando Bordiga dice nella serie del battilocchio che "gli individui non contano, non rappresentano nulla, non possono influire in nulla; sono i fatti che determinano le nuove situazioni. È quando le situazioni sono mature che vengono fuori gli uomini", la cosa mi colpisce, mi colpisce fortissimamente. E sto tentando disperatamente di capire questi 'fatti'.

Insomma, questo è il mio abbozzo di spiegazione. Gli anarchici ne escono teorizzando la volontà, io per adesso non teorizzo niente e prendo passivamente la mia quota della produzione mondiale di pillole.

Volevo chiedervi un paio di cose squisitamente 'pratiche' (scusate il termine orribile, non me ne viene in mente uno migliore). Allora, vi ho detto che sto rileggendo il Capitale. Io ho l'abitudine, ogni volta che leggo cose ponderose, di farne una sorta di compendio; che in realtà vuol dire ricopiare dei passi tentando di renderli conseguenti fra loro con osservazioni ecc. Ora, non voglio ricopiare tutto il testo e farne una versione in bytes, ma fare con qualcuno un compendio alla Cafiero, ma completo, alla luce dei testi della Sinistra. Nelle ricerche veloci che avevo fatto in passato, mi sembra che non ci sia una versione completa in italiano del Capitale in rete, ma potrei sbagliarmi. Comunque, la cosa sta in questi termini: avrebbe un senso o un'utilità per voi fare in comune un lavoro del genere? Perché tanto io un lavoro simile lo vorrei fare in ogni caso. Verrebbe fuori una cosa come la Bibbia, con i versetti che si richiamano l'uno con l'altro, un vero ipertesto primigenio. Io, comunque, mi figuravo di fare la stessa cosa con i materiali d'archivio, non tanto a scopo di studi personali, ma soprattutto per mettere a disposizione uno strumento di lavoro non individuale su Internet. Mi immaginavo l'utilità nel renderlo disponibile come fanno quelle piattaforme specializzate nella lettura dei libri cartacei non più protetti da copyright (come Google) e li convertono in e-books. Voi avete idea di come funzionino quegli aggeggi? Una volta caricate le pagine con lo scanner come immagini, riconoscono il testo per formati come Word? In quest'ottica, voi sapete quanto costano macchine e programmi? Potrebbe essere una buona idea comperarceli? Magari voi l'avete già, non avrete battuto a mano tutto quel che avete pubblicato. Perché, pensavo, se per esempio si riesce a leggere quelle cose che avete nell'archivio virtuale che state riproducendo da quello cartaceo, sarebbe bellissimo poterne usufruire in quel modo. Avete idea se si riesca a usare decentemente quei cosi? Io sarei disponibile a lavorare in quel senso con qualcuno di voi.

 

L'argomento che tu ritieni gravido di particolare confusione è di non difficile approccio, se preso dal verso giusto. Il capitalismo in effetti è una pietra tombale sull'umanità dell'uomo, ma è proprio il capitalismo che porta l'uomo al livello più distante dalle bestie, con il massimo sviluppo dell'industria e della scienza. Marx è inequivocabile: "la vera antropologia dell'uomo è l'industria" (Manoscritti del 1844).

Uno sviluppo di questa tesi lo trovi nel nostro articolo: "Genesi dell'uomo industria" (contro il primitivismo). La frase di Bordiga che tu citi, se non ricordiamo male è una semplificazione dovuta al rapporto che una spia fascista aveva inviato ai suoi superiori. Il concetto non è sbagliato, ma è esposto in modo assai grossolano. In realtà Marx (e con lui Bordiga) difende l'apporto dell'individuo diversificato all'attività di specie (Glosse a Mill, 1843) mentre nega nello stesso tempo che l'individuo possa "fare" la Storia. La storia la "fanno" gli uomini, è ovvio, ma non secondo le individuali volontà bensì secondo quella che oggi chiameremmo "fisica delle molecole sociali". Detto in soldoni non è un Napoleone che fa la storia ma è la storia che fa un Napoleone.

La fesseria sarebbe dire che anche senza Napoleone la storia sarebbe stata la stessa. Se una pallottola vagante avesse fatto fuori il giovane ufficiale rivoluzionario prima che diventasse imperatore la storia sarebbe stata probabilmente un'altra. Le catene plurime di eventi causali possono comportare variazioni nel corso della storia, ma le grandi epoche non cambierebbero sostanzialmente con la scomparsa di qualche grand'uomo.

Veniamo alla "Bibbia", cioè al patrimonio dell'archivio storico digitale organizzato come un enorme ipertesto. In parte lo stiamo realizzando, ma non siamo sicuri di aver capito che cosa tu voglia dire esattamente. Noi adesso siamo attrezzati con scanner e programmi di riconoscimento ottico e vocale, ma quando abbiamo iniziato, a fine anni '80, per avere un file con testo trattabile bisognava copiarlo a mano. Stiamo digitalizzando l'archivio storico cartaceo composto da migliaia di documenti. Su vari siti della Rete esistono già, liberamente accessibili, quasi tutte le opere di Marx in diverse lingue. Collegare il nostro materiale a quello in Internet sarebbe un po' come estendere il tasto "Archivio" nel menu della nostra home page.

Rivista n. 49