La forma ed il contenuto
La borghesia insegue le situazioni materiali dopo che queste si sono manifestate, dopotutto non ha una teoria per il futuro, non può far altro. Essa lancia allarmi sulla presunta intelligenza artificiale che potrebbe diventare cosciente e decidere ad esempio di sterminarci (avrebbe anche qualche buon motivo); si indigna per l'estensione del potere di software e di anonime app che possono fare tutto al posto nostro, proprio mentre è in corso una mutazione nel mondo della produzione che vede una profonda commistione uomo-macchina.
Lo sconvolgimento del mercato del lavoro, in atto da anni, e più in generale dei rapporti sociali, non può neanche essere osservato stando all'interno di n, comprese le categorie ideologiche messe a disposizione dalla società così com'è. C'è bisogno di un programma che attinga dal futuro, e di uno specifico linguaggio della trasformazione, che i capitalisti non hanno.
Prendiamo ad esempio il testo Il tuo capo è un algoritmo. Contro il lavoro disumano di Aloisi Antonio e De Stefano Valerio, dove si affrontano alcuni recenti sviluppi delle app e del mondo del lavoro polverizzato:
"Ridotta all'osso, la tesi di questo libro è che robot, algoritmi e piattaforme possono rivelarsi strumenti fondamentali per la crescita di un Paese, la coesione tra geografie e generazioni, lo sviluppo di nuove competenze e il rilancio dei modelli produttivi. Ma saranno in grado di garantire buone opportunità solo se governati con consapevolezza, lucidità e responsabilità (senza scorciatoie e salvacondotti)".
Il testo, scritto da due avvocati del lavoro, ha un taglio decisamente legato al mondo del "diritto" e all'insensata richiesta di concertazione con le app, proposta anche dalla CGIL. Già lo vediamo un tavolo delle trattative 2.0: da una parte i bonzi sindacali, dall'altra un'applicazione. Evidentemente, lo Stato non riesce a "governare" processi fuori controllo che riguardano la produzione capitalistica, i borghesi prima scatenano forze che non riescono a controllare e poi arruolano la piccola borghesia per sfornare teorie che spieghino, male, quanto succede.
In realtà, l'autonomizzazione all'opera da alcuni anni produce effetti sociali dirompenti.
Amazon ha aperto già nel 2018 il suo primo supermercato senza cassieri (ottenendo scarso successo) dove è possibile fare la spesa senza contanti, grazie a un sistema diffuso di sensori, telecamere e lettori di codici a barre, e uscire senza passare dalle casse, neppure da quelle automatiche: il conto viene associato ad un volto. Il sistema riprodotto all'interno dei supermercati del colosso dell' e-commerce (tranquillamente realizzabile da tutti i supermercati) è esteso ormai all'intero globo: così milioni di telecamere, sensori, attuatori, droni, lavorano tutto il giorno, tutti i giorni, registrando dati, ricavandone previsioni commerciali, di natura sociale e politica. Persino il controllo delle popolazioni, sottoforma di scansioni facciali e trattamento dei movimenti delle masse (la Cina ha installato 800 milioni di telecamere connesse con un sistema di intelligenza artificiale), ha raggiunto livelli che vanno ben oltre la contestazione borghese sulla perduta privacy. Quello capitalistico è sì un raccapricciante sistema che auto-apprende, ma la simulazione digitale di una società diversa è un fenomeno molto significativo.
Una società radicalmente diversa utilizzerebbe queste potenzialità, già esistenti, per conoscere sé stessa e rapportarsi con il resto della natura.
Il mito del lavoro sarà l'ultimo ad andare nella soffitta della storia, ma la sua traiettoria è segnata. Già oggi, sensori e attuatori di ogni tipo controllano diverse attività (voli, treni, reti idriche, energetiche, ecc.), comprese quelle umane. Nel moderno mercato del lavoro è sufficiente "disconnettere" il fattorino, l'autista o il manutentore per licenziarlo: il mondo della concertazione è defunto per sempre. Secondo l'ILO (International Labour Organization), sarebbero oltre 450 milioni i lavoratori nel mondo che svolgono "lavoretti" tramite Internet: dal pubblicare commenti sui siti a controllare contenuti, senza contare il servizio di telemarketing, e i milioni di rider-schiavi che consegnano praticamente tutto. Non è nemmeno un rapporto di lavoro, non ci sono contratti, ferie, capi, nulla da difendere: l'operaio è davvero libero di vendersi, solo che non riesce più a sopravvivere.
Anche il luogo di lavoro si fa ubiquo, sconfinando dentro le mura domestiche (complice il lockdown dovuto alla pandemia) e mandando in pensione l'ufficio, a beneficio di spazi di co-working comodamente presi in affitto da vaporose aziende. Lo stato, scandalizzato, grida brandendo le varie Costituzioni, mentre il Capitale fa ballare tutti alla sua musica.
La nostra corrente ricorda che un paese è tanto più moderno quanto più libera forza lavoro, non quanto più ne impiega. Negli Usa, in Inghilterra, Giappone ed Unione Europea, i lavoratori nell'industria manifatturiera rappresentano ormai meno del 10% del totale degli occupati. La quota di lavoratori impiegati nei servizi si è allargata a dismisura negli ultimi anni, raggiungendo l'80% negli Usa ed in Inghilterra e toccando la soglia del 75% nei Paesi dell'Unione Europea. Fine del proletariato e della lotta di classe? Non proprio. Al massimo, va in soffitta l'ideologia dell'operaio con la tuta blu. La sottomissione completa al sistema di macchine e software non ha nulla a che vedere con la obsoleta rivendicazione corporativa-sindacale. Se diminuisce in occidente la quota di lavoratori dell'industria, cresce al tempo stesso l'esercito mondiale di proletari che si muove nei servizi (automatizzabili da subito) e soprattutto cresce a dismisura la sovrappopolazione assoluta, coloro che non lavoreranno mai.
Gli uomini, seppur in maniera sempre più risibile, si inseriscono in tale piano produttivo globale, somministrando nel capitale-vampiro una certa quantità di forza lavoro-sangue (plusvalore). Al massimo, con app e piattaforme il Capitale raggiunge il massimo di autonomizzazione, svincolandosi, irreversibilmente, dalle decisioni dei capitalisti. Pensiamo a quanto potere abbia realmente un governo borghese di destra, centro o sinistra. Il pilota automatico, affermava Draghi, è inserito da anni.
Il sistema, ad una prima occhiata, resta ancora indubbiamente quello forgiato dai rapporti capitalistici; eppure il pianeta intero è permeato di fabbriche, reti, organizzazione, software che auto-imparano seguendo logiche prese in prestito dal mondo biologico (Kevin Kelly, Out of control). Non si tratta quindi di rivendicare diritti, né tantomeno di far funzionare meglio i rapporti giuridici: è la rivoluzione dei rapporti di produzione il vero soggetto attivo.
Alcune frange borghesi, portando alle estreme conseguenze determinati sviluppi della produzione completamente automatizzata, avvertono che cosa vuol dire questa piccola rivoluzione informatica all'interno della grande rivoluzione di specie, e parlano apertamente di comunismo cibernetico.
Effettivamente un piano di produzione radicalmente opposto al capitalismo è già riscontrabile nelle pieghe di questa società caotica, basta saper riconoscere il comunismo, come afferma la nostra corrente in uno scritto del 1958-'59, come un "movimento reale". E non intenderlo come una specie di religione che deve conquistare le menti (o peggio le coscienze) della maggioranza.