La guerra rispecchia la società
La guerra in Ucraina, scoppiata un anno e mezzo fa, è stata presentata dalla Russia come un'"operazione militare speciale" a bassa intensità, ed è iniziata come una guerra lampo. Tale azione è da inserire in una strategia più generale da parte di Mosca rispondente ai mutati assetti interimperialistici mondiali. La blitzkrieg dell'esercito russo verso Kiev è stata probabilmente una scelta tattica: avanzata veloce, ritirata, e difesa dei territori occupati. La propaganda di guerra si è orientata sui combattimenti in quanto tali, sulle atrocità commesse, su chi è l'aggredito e chi l'aggressore, distogliendo l'attenzione dalle reali dinamiche in atto. Alcuni analisti militari sostengono che la Russia sperava di risolvere la partita in pochi giorni, con la speranza di sostituire un governo filoccidentale con uno filorusso: pare che i militari russi inviati a Kiev nei primi giorni dell'invasione avessero con sé delle uniformi da parata, convinti che sarebbero stati accolti da liberatori.
La guerra lampo, tattica che aveva sconvolto il modo dell'epoca di fare la guerra, era stata adottata dal generale russo Tuchačevskij (teorico della guerra senza limiti con il tentativo di internazionalizzazione della rivoluzione proletaria) con l'avanzata dell'Armata Rossa su Varsavia (cfr. "La rivoluzione all'attacco", n+1 n. 39).
Con lo scoppio del conflitto russo-ucraino nel febbraio del 2022 si è creata molta confusione, si sono sovrapposti piani diversi, come il contesto locale con quello globale. Da una parte c'è stato il ricorso alle trincee e ai carrarmati, dall'altra un nuovo tipo di guerra con nuove armi, organizzazioni e strategie. Questa guerra rappresenta chiaramente una fase di transizione: ogni conflitto inizia con le tecniche, i metodi e le armi della guerra passata e sviluppa armi, metodi e persino teorie delle guerre successive (cfr. "Guerra in Europa", n+1 n. 51). La guerra attuale, ibrida, prevede, tra le altre cose, il controllo dell'acqua, del cibo, dell'energia, l'uso di partigianerie, mercenari e agenti di influenza. Attacchi informatici, disinformazione e sabotaggi sono ampliamenti utilizzati, sia dagli eserciti che da gruppi paramilitari e agenzie di contractors. All'attuale variegato contesto bellico, si aggiunge un altro aspetto: nessuno capisce più la differenza tra le immagini e i video reali e quelli generati dai sistemi di intelligenza artificiale.
L'obiettivo intermedio dell'attacco russo è l'ottenimento della superiorità in uno spazio, in una specifica area geografica, e una potente difesa del territorio occupato. Come diceva il generale von Clausewitz, la difesa è più forte dell'attacco. Questa guerra, che per adesso si combatte prevalentemente in territorio ucraino, è un segmento di un fronte globale, è la Guerra Grande, come l'ha definita il direttore della rivista Limes. I presupposti per la rottura del vecchio ordine mondiale si sono accumulati da tempo (cfr. "La ricerca della multipolarità", n+1 n. 21), ed è stata Mosca ad assumersi il ruolo di ariete.
Il casus belli che ha scatenato l'attacco russo è stato l'avvicinamento accelerato di alcuni paesi dell'est Europa alla NATO, e specialmente l'Ucraina (Euromaidan), che si affaccia sul Mar Nero ed è un'area geostrategica fondamentale per il controllo della regione. L'Ucraina, paese-cerniera tra Est e Ovest, ha una lunga storia di contese che riguardano il suo territorio.
In un diagramma dell'Economist ("Data from satellites reveal the vast extent of fighting in Ukraine", 23 febbraio 2023) tratto da foto scattate dai satelliti, collegando i vari punti che rappresentano le zone di conflitto, principalmente nell'Ucraina orientale, abbiamo la prova che si sta svolgendo una guerra limitata per scopi difensivi, anche se è palesemente aggressiva e condotta da un paese imperialista forte contro un paese imperialista debole, e vede un'altissima concentrazione di fuoco, tanto che vi è un evidente problema di munizionamenti, soprattutto per l'Ucraina, che è dipendente da quelli forniti dalla NATO. Gli alleati europei, l'hanno riempita di armi vecchie, svuotando i loro arsenali per poi riammodernarli.
Se dovessimo fare un bilancio di quello che sta succedendo (battaglie vinte, materiali distrutti, morti, feriti, ecc.), questa guerra risulta al momento vinta da Mosca poiché "i piani della Russia non includono l'occupazione dell'Ucraina", ma il contrasto ad "un ulteriore allargamento della Nato ad est" (discorso di Vladimir Putin). Il Cremlino è quindi riuscito a soddisfare i criteri per cui è stata lanciata l'operazione militare in Ucraina, anche se con un notevole dispendio di energia e forze, che a lungo andare potrebbe mettere a repentaglio la stabilità stessa della Federazione. I Russi non potranno fare molto contro gli Americani e i loro alleati, che non hanno impiegato sul campo i loro soldati ma hanno usato gli Ucraini per i propri interessi.
Ritornando al cambiamento di paradigma che questo conflitto comporta, vediamo che da ambo i fronti si fa ampio uso di Big data, delle statistiche e dei sistemi di intelligenza artificiale. Le previsioni non sono più basate sulle opinioni soggettive dei tecnici militari ma sui dati oggettivi. Ciò che fa la differenza è l'elaborazione dei dati da parte di supercomputer, i quali predicono scenari futuri e indicano le strategie da seguire (cfr. "Wargame", n+1 n. 50). E così viene sconfitto il tanto celebrato libero arbitrio (tema che affrontiamo nell'articolo principale di questo numero).
Ci sono sensori e attuatori sparsi ovunque, il mondo è digitalizzato e ogni oggetto sta acquisendo un'identità digitale. E siccome la guerra rispecchia il modo di essere della società e sovente l'anticipa, è possibile fare un parallelo tra l'operaio nell'industria, diventato il sorvegliante di un processo produttivo che procede autonomamente, e il soldato cibernetico sul territorio. Ci sono ancora uomini nelle fabbriche, ma in quelle di punta giganteggia la presenza di computer e robot. Per aumentare la produttività del lavoro umano, i capitalisti hanno investito nella robotica indossabile, dotando i lavoratori di esoscheletri volti a ridurre il senso di affaticamento.
Il soldato moderno è collegato a un'apparecchiatura tecnologica di cui non ha piena conoscenza, è un terminale di una rete che, in alcuni casi, opera a migliaia di chilometri di distanza dal campo di battaglia, come nel film Good Kill (2014). Volendo trovare delle differenze tra la Seconda guerra mondiale e quella in corso, notiamo che il "soldato politico", prerogativa delle naziste Waffen SS da una parte e dei fronti antifascisti dall'altra, si è oggi diffuso nella società sotto forma di partigianerie di ogni tipo e colore, disposte a combattere per uno degli schieramenti imperialistici contro l'altro, cambiando casacca all'occorrenza. La guerra moderna comporta il coinvolgimento totale di ogni forza sociale assumendo varie forme: conflitto civile, militare, finanziario, spaziale, cibernetico, ecc. Per questo, tracciare un confine netto tra sfera civile e sfera militare diventa sempre più difficile.