Riscontri d'oltreoceano

Cari compagni,

grazie per le "Lettere ai compagni" che mi avete inviato. Dopo aver letto le prime nove, vedo una connessione fra la degenerazione della Terza Internazionale e l'éclatement del partito [PCInt. – Programma comunista] nei primi anni '80, in entrambi i casi il significato di centralismo è fondamentale per capire cosa è successo. Con la scusa del centralismo, infatti, il centro ha fatto in modo che il resto del partito lo seguisse allontanandosi dal programma rivoluzionario. Ma il centralismo non viene da una cieca obbedienza ai capi, viene invece da una comprensione comune della dinamica storica che porta al comunismo, come la vostra corrente ha dimostrato molte volte.

Nel mio paese è nato il primo sindacato di un magazzino Amazon. Più importante del risultato è il modo in cui è successo. Dove i vecchi sindacati hanno fallito, un movimento "grassroots" (di base) ha vinto. Amazon Labor Union ha usato Internet per diffondere i suoi messaggi e finanziare le proprie attività. È sicuramente un prototipo per il futuro. Dopo decenni di letargo, il peggioramento delle condizioni di vita obbliga il proletariato americano (e mondiale) a combattere. Come avete detto di recente, Amazon (e non solo) sta automatizzando i suoi magazzini. Naturalmente questo affretta la morte dell'attuale modo di produzione.

Ho seguito con interesse i vostri resoconti delle teleriunioni sulla guerra in Ucraina. Data la massiccia propaganda con cui siamo bombardati, risultano un punto di riferimento molto utile per orientarsi.

Un'ultima osservazione, recentemente ho letto "Moralising Criticism and Critical Morality" di Marx e ho trovato questa citazione: "Once society's material conditions of existence have developed so far that the transformation of its official political form has become a vital necessity for it, the whole physiognomy of the old political power is transformed". Questo passo coincide perfettamente con il materiale che ho letto della Sinistra Comunista "italiana" sull'evoluzione dello stato borghese dopo le due guerre mondiali. Mi interessa molto questo argomento: avete una lista degli scritti della corrente riguardo alla trasformazione dello stato in epoca imperialista?

Un caro saluto.

 

Caro compagno,

hai colto nel segno: per la Sinistra, il centralismo "non viene da una cieca obbedienza ai capi, ma invece da una comprensione comune della dinamica storica che porta al comunismo". E perché ci sia assimilazione comune del programma della rivoluzione serve un ambiente adatto, un ambiente ferocemente antiborghese, come dicevano i giovani socialisti italiani nel lontano 1913 ("Un programma: l'ambiente").

Con il nostro lavoro cerchiamo di marcare una differenza netta con il terzinternazionalismo, fenomeno di ritorno alla Terza Internazionale degenerata. La controrivoluzione cominciata nei primi anni Venti del secolo scorso ha rappresentato un enorme furto di futuro (cfr. n+1 n. 46). Non comprendere questo porta molti "comunisti" a proiettarsi nel passato invece che verso la società futura, la quale è reale, non è un'utopia, e agisce già nel presente. I comunisti non sono coloro che vogliono costruire il comunismo, ma coloro che lo vedono già all'opera nel processo incessante che rende obsoleta l'attuale forma economico-sociale, e agiscono di conseguenza.

Abbiamo seguito anche noi le notizie sulla vittoria di Amazon Labor Union nel magazzino di New York. Il fatto è da inserire nella grande ondata di lotte del 2021, che alcuni media hanno battezzato "Striketober". Degli USA ci interessano molto i fenomeni definiti "Great Resignation" e "AntiWork". È ancora poco rispetto a quello che ci vorrebbe ma, come diceva Paul Lafargue, il rifiuto dell'ideologia del lavoro è un primo passo verso il rifiuto tout court dell'attuale modo di produzione.

La rivoluzione non è un fatto di coscienza, è invece un processo materiale. Ed è lo stesso capitalismo a negare sé stesso, per esempio robotizzando la produzione ed espellendo forza-lavoro dal ciclo produttivo. Non solo le macchine sostituiscono gli uomini, ma impongono sempre nuovi modelli di produzione, più razionali, automatici e veloci.

La citazione di Marx che hai riportato è in perfetto accordo con questa di Lenin che abbiamo citato nell'articolo "Contributo per una teoria comunista dello Stato":

"Tutte le produzioni si fondono in un unico processo sociale di produzione, mentre ogni produzione è diretta da un singolo capitalista, dipende dal suo arbitrio, e gli dà i prodotti sociali a titolo di proprietà privata. Non è forse chiaro che la forma di produzione entra in contraddizione inconciliabile con la forma dell'appropriazione? Non è forse evidente che quest'ultima non può non adattarsi alla prima, non può non divenire anch'essa sociale, cioè socialista?" (Che cosa sono gli "amici del popolo" e come lottano contro i socialdemocratici, 1894).

Sulla trasformazione dello Stato in epoca imperialista ti segnaliamo questi due fili del tempo: "Inflazione dello Stato" (1949), "Ancora sull'inflazione dello Stato" (1949). Ma il testo che risponde meglio alla tua domanda è "Proprietà e Capitale" (1948). Nella prefazione alla ristampa del 2019 abbiamo scritto:

"Il capitalismo è nato statale e morirà statale. Per ora ha dimostrato di poter fare a meno dei capitalisti. Di questo passo tenterà di fare a meno di sé stesso (si sta già virtualizzando). Ma dei proletari non può proprio fare a meno, per questo la storia è già scritta: il capitalismo sarà abbattuto da quella classe che non può diventare superflua; la forma del trapasso potrà cambiare rispetto a modelli già sperimentati, ma il salto nel futuro non lo potrà fermare nessuno."

Grazie per i complimenti, ci fa piacere che tu legga con interesse i resoconti delle nostre teleriunioni. Purtroppo, le notizie dal fronte di guerra russo-ucraino fin dall'inizio sono apparse frammentarie e intrise di propaganda, bisogna quindi essere cauti e fare attenzione a ciò che si scrive. Di una cosa però siamo certi: questa guerra sta cambiando il mondo.

Un caro saluto.

Note

  • [1] "Una volta che le condizioni materiali di esistenza della società si sono sviluppate a tal punto che la trasformazione della sua forma politica ufficiale è diventata per essa una necessità vitale, l'intera fisionomia del vecchio potere politico si trasforma."

Rivista n. 53