La questione meridionale (1912-1954)

85 pagine

Quella che banalmente si considera come arretratezza dello sviluppo sociale del Mezzogiorno, analogamente alla pretesa scarsa e deficiente evoluzione sociale dell'Italia in generale, non ha nulla a che fare con un ritardo storico nell'eliminazione di istituti feudali. Anche dove presenta le famose zone depresse è invece un diretto prodotto dei peggiori aspetti ed effetti del divenir capitalistico, nell'Europa specie mediterranea, nell'epoca postfeudale. In pochi paesi come nel reame delle Due Sicilie il feudalesimo come influenza dell'aristocrazia fondiaria fu combattuto, fronteggiato e debellato dai poteri dell'amministrazione centrale dello Stato, sia sotto il regno dei Borboni e la dominazione spagnuola, che sotto le precedenti monarchie, e si possono prendere le mosse sin da Federico di Svevia. "La ciarla del Medioevo sopravvivente in Italia non solo dimentica che cosa fu il feudalesimo, ma dimentica che ve ne fu in Italia meno che altrove, e nel Sud meno che al Nord".

Indice del volume:

  • Il socialismo meridionale e le questioni morali (1912)
  • La "mancata rivoluzione borghese" in Italia (1946)
  • Il preteso feudalesimo nell'Italia meridionale (1949)
  • I Socialisti e il Mezzogiorno (1949)
  • Il rancido problema del Sud italiano (1950)
  • Meridionalismo e moralismo (1954).

Quaderni di n+1 dall'Archivio storico