Tracciato d'impostazione
120 pagine
"Ogni movimento politico nel presentare le sue tesi si richiama a precedenti storici ed in certo senso a tradizioni recenti o remote, nazionali o internazionali. Anche il movimento di cui questa rivista è l'organo teorico si richiama a ben determinate origini. Ma a differenza di altri non parte da un verbo rivelato che si attribuisca a fonti sopraumane, non riconosce l'autorità di testi scritti immutabili, e nemmeno ammette canoni giuridici filosofici o morali a cui risalire nello studio di ogni questione, che si pretendano comunque insiti o immanenti nel modo di pensare e sentire di tutti gli uomini.
Sono accettabili per denominare questo orientamento i termini di marxismo, socialismo, comunismo, movimento politico della classe proletaria. Il male è che di tutti i termini si è fatto ripetutamente impiego abusivo. Lenin considerò nel 1917 richiesta fondamentale il mutamento del nome del partito, ritornando a quello comunista del Manifesto del '48. Oggi l'immenso abuso fatto del nome di comunisti da partiti che sono fuori di ogni linea rivoluzionaria e classista crea ancor maggiore confusione; movimenti squisitamente conservatori degli istituti borghesi osano dirsi partiti del proletariato; il termine di marxisti è impiegato a definire i più assurdi agglomerati di partiti quali quelli dell'antifranchismo spagnolo.
La linea storica a cui si fa qui richiamo è la seguente: il Manifesto dei Comunisti del 1848 (intitolato anche esattamente Manifesto del Partito Comunista, senza aggiunta di nome di nazione); i testi fondamentali di Marx ed Engels; la classica restaurazione del marxismo rivoluzionario contro tutti i revisionismi opportunisti, che accompagnò la vittoria rivoluzionaria in Russia, e i testi fondamentali leninisti; le dichiarazioni costitutive della Internazionale di Mosca nel I e II Congresso; le posizioni sostenute dalla sinistra nei congressi successivi dal 1922 in poi.
Limitatamente all'Italia, la linea storica si ricollega alla corrente di sinistra del Partito Socialista durante la guerra 1914-18, alla costituzione del Partito Comunista d'Italia a Livorno nel gennaio 1921, al suo congresso di Roma 1922, alle manifestazioni della sua corrente di sinistra prevalente fino al congresso di Lione nel 1926, e successivamente fuori del partito e del Comintern e all'estero".
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