A tutti i lavoratori che salgono sui tetti

Cari lavoratori dell'Eutelia,

abbiamo ricevuto il vostro appello (riprodotto qui di seguito), al quale aderiamo inoltrandolo ai quasi 3.000 abbonati della nostra newsletter. Ma la totale solidarietà non ci deve impedire di dirvi, fraternamente, che il problema dei licenziati, dei precari, dei cassintegrati e dei disoccupati non è una questione di visibilità mediatica.

Anche nostri compagni si sono trovati a dover lottare per il posto di lavoro in situazioni difficili e l'hanno fatto ricorrendo ai mezzi e ai modi che c'erano, cercando sempre di unirsi ai lavoratori di altre situazioni (con coordinamenti ecc.). Ma hanno sempre sottolineato che la terribile parola d'ordine con cui siamo chiamati a salire sui tetti o a incatenarci, quella del "diritto al lavoro", non è che la triste liturgia di una Religione del Lavoro, quindi del Capitale.

La richiesta classica della nostra classe è sempre stata: drastica riduzione della giornata lavorativa, salario ai disoccupati.

Più una società è capitalisticamente matura, più libera forza-lavoro rendendola superflua. Non si può tornare a sfasciare le macchine come due secoli fa e sarebbe micidiale per noi anche solo immaginare una "guerra tra poveri" che contrapponga il nostro "diritto" a quello di lavoratori di altri paesi, qui o in Cina o altrove. La rivendicazione del "diritto al lavoro" non fa altro che castrare l'istinto di classe per spostare il problema dall'uso della forza alle diatribe avvocatesche intorno a un tavolino e di conseguenza alla disperazione dei gesti "mediatici".

In Italia ci sono ormai circa 10-11 milioni di lavoratori precari, sommersi o comunque "atipici" (calcolo di Luciano Gallino), più milioni di senza-lavoro, specialmente giovani. Si sta introducendo una nuova forma di schiavitù, alla quale non si può rispondere solo con arrampicate sui tetti o incatenamenti davanti alle telecamere.

Piuttosto di incatenarci dovremmo spezzare delle catene, prima di tutto quelle che impediscono di unirci obbligandoci a lottare isolati, ognuno nel proprio posto di lavoro (quando c'è ancora), senza la possibilità di mettere in campo la nostra forza, l'unico linguaggio che i nostri avversari capiscono.

Decine di lavoratori, non solo in Italia, si tolgono la vita a causa dei licenziamenti e delle tensioni sul posto di lavoro. I nostri compagni di classe di un secolo fa non facevano violenza a sé stessi, cercavano di farla all'avversario. Lottavano durissimamente e orgogliosamente contro il lavoro, chiedendo una riduzione della giornata lavorativa. Infatti il Primo Maggio scendiamo ancora oggi in piazza per ricordare gli operai che nel 1886, a Chicago, lottavano per quell'obiettivo. Facciamo in modo che non siano stati fucilati e impiccati invano.

Stanno serpeggiando battaglie alla base del sindacato anche contro i finti schieramenti di "sinistra"al suo interno. Stanno nascendo ovunque coordinamenti di lavoratori decisi, che non ne possono più di farsi rubare la vita. Dove ci siamo partecipiamo. Non possiamo sapere in anticipo quale sarà la soluzione, ma è certo che così sparpagliati non otterremo niente e naturalmente c'è troppa gente che ha tutto l'interesse a farci salire sui tetti a dieci per volta invece che permetterci di scendere in piazza a milioni.

I compagni di n+1, 23 febbraio 2010

Tutti i numeri della rivista

Deliberazione per il Primo Maggio, approvata il 20 luglio del 1889 dal congresso internazionale operaio:

"Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore". Fu scelto il 1° maggio in ricordo delle stragi di scioperanti a Chicago nel 1886.

_____________________________

APPELLO

AGILE -- ex EUTELIA

COME LICENZIARE 9000 PERSONE SENZA CHE NESSUNO SE NE ACCORGA!!!

E' iniziato il licenziamento dei primi 1200 lavoratori di

OLIVETTI-GETRONICS-BULL-EUTELIA-NOICOM-EDISONTEL TUTTI CONFLUITI IN:

AGILE s.r.l. ora Gruppo Omega

Agile ex Eutelia è stata consegnata a professionisti del FALLIMENTO.

Agile ex Eutelia è stata svuotata di ogni bene mobile ed immobile.

Agile ex Eutelia è stata condotta con maestria alla perdita di commesse e clienti .

Il gruppo Omega continua la sua opera di killer di aziende in crisi , l'ultima è Phonemedia

6600 dipendenti che subirà a breve la stessa sorte.

Siamo una realtà di quasi 10.000 dipendenti e considerando che ognuno di noi ha una famiglia, le

persone coinvolte sono circa 40.000 eppure nessuno parla di noi.

Abbiamo bisogno di visibilità Mediatica, malgrado le nostre manifestazioni nelle maggiori città

italiane (Roma – Siena Montepaschi -- Milano -- Torino -- Ivrea -- Bari -- Napoli – Arezzo - ) e che

alcuni di noi sono saliti sui TETTI, altri si sono INCATENATI a Roma in piazza Barberini, nessun

giornale a tiratura NAZIONALE si è occupato di noi ad eccezione dei TG REGIONALI e

GIORNALI LOCALI.

NON siamo mai stati nominati in nessun TELEGIORNALE NAZIONALE perchè la parola

d'ordine è che se non siamo visibili all'opinione pubblica il PROBLEMA NON ESISTE.

==> Dal 4-Novembre-2009 le nostre principali sedi sono

PRESIDIATE con assemblee permanenti <==

*Se sei solidale con noi INOLTRA QUESTO DOCUMENTO ad almeno 10 amici

nei prossimi 30 minuti, non ti costa nulla , ma avrai il ringraziamento di tutti i

lavoratori e le Lavoratrici di Agile ex Eutelia che da mesi sono senza stipendio *

*Altrimenti questa azienda morirà *

Le Lavoratrici e i Lavoratori di Agile s.r.l. -- ex Eutelia

*GRAZIE*

Volantini