Appuntini al volo del Lunik III (20)

Queste umili note sono scritte dopo le notizie di stampa e radio della mattina dell'8 ottobre 1959.

La partenza del razzo è stata annunziata riferendola al "4 ottobre" senza dare ore. Da quanto poi annunziato si induce che la partenza sia avvenuta alle ore 3 di Roma e 5 di Mosca antimeridiane.

Il primo comunicato dice, come diranno tutti gli altri, che il corpo "segue l'orbita prestabilita". I nostri gravi dubbi riguardano il modo di prestabilirla, il modo di verificarla, e... il modo di raccontarcela. La previsione iniziale era di raggiungere l'orbita lunare senza cadere sulla Luna, ma passando a 10.000 km da essa. Può essere stato errore dei profani non capire che si trattava dell'ora di passaggio non "dietro" la Luna, ma di fianco ad essa, a pari distanza dalla Terra (circa 378.000 km).

Il passaggio a tale distanza è previsto e poi annunciato per le ore 15 (di Roma) del 6. Si comunica che è avvenuto a 7.000 e non 10.000 km dalla Luna. Dunque variante all'orbita prestabilita. Senza calcoli, si può affermare che tale variante di circa 3.000 km significa, in punti ulteriori della asserita orbita (racchiudente la Terra e la Luna in questa prima rivoluzione), varianti di centinaia di migliaia di chilometri e di molti giorni.

Non sappiamo capire come (notizia non russa) i segnali radio a quell'ora precisa si sono disturbati, visto che il corpo solo molte ore ed ore più tardi sarebbe stato "nascosto" dal globo lunare. Questa volta vi è l'altra novità che i segnali non sono lanciati di continuo ma ad ore del giorno prestabilite (questo lo crediamo possibile).

È anche colpa dei profani avere capito che il corpo avrebbe girato in tondo attorno alla Luna alla stessa distanza di 7.000 km, essendo chiaro che i 10 e poi 7.000 erano dati come un minimo del raggio vettore, e che questo sarebbe poi aumentato.

Sono state date due distanze e tempi; prima di tale passaggio: alle 10 del 5, km 248.000, e alle 18 km 284.000. Sono 36.000 in otto ore e la velocità media è di 1,25 km per secondo; il giornale filo-russo ha detto da Mosca che era di due km.

Si è annunziato che il corpo ha appena sfiorata la velocità di fuga e quindi è andato più lento dei Lunik I e II, raggiungendo la distanza della Luna non più in 36 e 34 ore ma in due giorni e mezzo, ossia 60 ore. Il lettore ricorderà che noi demmo tale tempo nelle note sul Lunik I, e a noi sembrò che le distanze annunziate fossero esagerate.

Con la velocità di fuga, e misurando le distanze dalla Terra in linea retta, il corpo dopo tale tempo dovrebbe avere la velocità di soli 1,5 circa km per secondo. Questo contraddice la cifra prima annunziata.

Maggiore contraddizione deriva dalla successiva notizia che nel curvare dietro la Luna il corpo procede a poche centinaia di km per ora; e quindi dalle astronavi sarà facile osservare i corpi celesti (!). Bisogna distinguere tra la velocità propria sull'orbita e la velocità presa sulla radiale Terra-Lunik. Questa seconda si può ridurre molto, ed anche a meno di poche centinaia di km/ora, ma la vera velocità sull'orbita resta dell'ordine di quel chilometro e mezzo, ossia oltre 5.000 km/ora - notando che la Luna scorre in senso opposto a 3.600 km/ora.

Si era detto che il corpo si sarebbe stabilito indefinitamente su una grande orbita comprendente la Terra e la Luna descritta in nove giorni. In tal caso ogni tre cicli la Luna avrebbe tagliata tale orbita - ma crediamo che la sua azione perturbatrice, utile la prima volta per rendere ellittica l'orbita di fuga, avrebbe causato la deformazione della traiettoria e la poco probabile caduta sulla Luna, e molto probabile sulla Terra.

Le ultime notizie dell'8 dicono che l'apogeo sarà a 470.000 km (dunque assai più di quello atteso e prestabilito) (?!) e il perigeo a 40.000 (già troppi per la verifica ottica del passaggio). Il semiasse maggiore di tale orbita risulta dalla media distanza in 255.000 km; mentre per la Luna è 387.000. Il rapporto del primo al secondo è 0,66. Per la terza legge di Keplero il rapporto dei tempi di rivoluzione risulta 0,535 (radice quadra del cubo a 0,66). Se quindi la Luna gira attorno alla Terra in 27 giorni circa il Lunik girerebbe in 14 e mezzo. Può dunque essere corrente la data del 10 ottobre per la massima distanza e quella del 18 annunziata per la minima. Ma è evidente che gli annunci si vanno modificando di comunicato in comunicato; ed è quindi pura millanteria parlare di orbite minutamente calcolate in previsione del lancio. Più ancora infondata appare la pretesa che la vera orbita sia rilevabile, e quella che, fatti i calcoli, la si corregga da terra.

Si è parlato, per questo ultimo razzo o corpo lanciato con razzi, di "stazione", in quanto esso contiene strumenti che inviano segnalazioni alla base terrestre. Non è possibile mentre il viaggio è ancora in corso, tra monche notizie e ridondanza di commenti ad effetto, dire a che si limitano le trasmissioni; assai inverosimile è che consentano di stabilire la posizione effettiva del corpo nello spazio e le sue distanze (telemetriche? i dati su cui lavora l'astronomo non sono telemetrici) da altri corpi o da noi. Purtroppo la "scienza" che fa sbalordire tanti ammiratori cammina sul sentiero della fumettistica "fantascienza". Finora la stazione era un satellite artificiale della Terra costruito nello spazio con successivi lanci, e praticabile dall'uomo come trampolino per viaggi astrali. Chiamare stazione un semplice complesso di strumenti, complicatissimi fin che si vuole, e fondare sul suo automatismo, significa venire alla nostra tesi, che l'uomo del nostro tempo nominerà suo procuratore spaziale un robot, perché vada, veda e racconti in vece sua. Siamo codini, ma diamo della ciarlatanata alla stazione astrale per treni viaggiatori, e alla non lontana messa in vendita dei biglietti! Sfiducia nella scienza umana, questa? Sì, fin che tale scienza non descriverà fuori da un raggio di iniziati quello che ha "prestabilito", prima di effettuare le grandi prove sperimentali. Cioè fino a quando sarà scienza ad uso di una società proprietaria, e statalista.

10 ottobre mattina. Le notizie dicono che il Lunik fila verso l'apogeo di 470.000 km. Aggiungono che la velocità è minima, di soli 1.400 km orari, poco più di un aereo supersonico, e quindi meno di mezzo chilometro al secondo. Il proiettile di un cannone del secolo scorso era più veloce. Bene. Per ora non verifichiamo il calcolino della velocità minima all'apogeo e massima al perigeo (che sarà sempre inferiore alla velocità di fuga). Notiamo che si dovrebbe proprio credere ad un Dialogato Astrale tra i giganti russi e noi pigmei. Fin dalla prima nostra nota sul Satellite Sputnik I deridemmo la cafoneria degli annunci delle velocità immani, e spiegammo che il capolavoro era raggiungere basse velocità. Ora, con questo disinvolto voltafaccia, ci danno la risposta. Ci hanno anche risposto alla richiesta che il corpo girasse in non meno di un giorno. Ricevuto e passo... Un momento. Una delle nostre condizioni era che l'orbita non fosse tanto eccentrica. Quella oggi presentata (se verificata ed osservata si vedrà poi) è ancora troppo eccentrica, tra i 470.000 e 40.000 km (distanza a cui non crediamo possibile la fotografia telescopica del corpo). La relazione tra i due raggi vettori estremi è di oltre il decuplo; per la Luna vera è circa di nove decimi. Capital-comunisti ex atei: ci vuole ancora qualcosa per far le fiche al creatore!

Da "Il programma comunista" n. 18 del 1959

Note

[1] Queste osservazioni anticipano dati rivelati poi dai Russi: Luna III fu utilmente deviato dalla gravità lunare la prima volta, ma in seguito le perturbazioni si dimostrarono dannose: il satellite-sonda si disintegrò nell'aprile 1960 dopo aver percorso 11 orbite in 177 giorni.

[2] La questione della telemetria scatenò una violenta polemica sulla veridicità dei dati offerti dai Russi e sulla stessa veridicità delle imprese lunari, dato che i segnali radio ricevuti di per sé non dicevano nulla, erano un bip-bip di codice sconosciuto. Ad un certo punto sembrò che la rete dei radioamatori ne sapesse di più degli enti spaziali statali. Un giornalista, Lloyd Mallan, divulgatore scientifico e collaboratore di alcune riviste specializzate (lo troveremo citato in articoli successivi), volle dimostrare che, sulla base della tecnologia in possesso di Mosca e del fatto che le stazioni di tracking americane non avevano potuto rilevare dati telemetrici, il volo del Lunik I era un'invenzione propagandistica. Dall'osservatorio inglese di Jodrell Bank fecero sapere che, con un solo punto di raccolta dati in Europa, non si poteva né confermare né smentire l'ipotesi, perché la telemetria di allora funzionava solo con almeno due punti di osservazione e oltretutto solo "vedendo" bene l'oggetto osservato. Il secondo Lunik fu invece individuato e seguito sia dagli Americani che dagli Inglesi, ma solo per una parte del tragitto. Nessuno, con la tecnologia dell'epoca, era in grado di seguire otticamente la sonda e tantomeno di pilotarla sul serio alla distanza di centinaia di migliaia di km; tant'è vero che anche un certo Haddock, astrofisico americano, cercò di dimostrare che l'unica base concreta per dare come avvenuto l'impatto sulla Luna era il fatto che... nessuno poteva controllare una tale asserzione! L'impatto fu ottenuto non grazie all'immissione della sonda su di una traiettoria esattamente progettata, ma grazie alla rilevazione degli scostamenti e agli impulsi telecomandati che spostarono il manufatto da una traiettoria errata ad una coerente con l'obiettivo. Questo secondo procedimento si dimostrerà fondamentale per tutti i successivi lanci di sonde e satelliti fino ad oggi.

[3] L'orbita era più eccentrica ancora, perché l'apogeo risultò alla fine di 484.000 km. In questo caso specifico, però, se l'orbita doveva intersecare quella della Luna essa doveva essere altamente eccentrica.

La cosiddetta conquista dello spazio