Selene incocciata e scocciata? (19)
È dimostrato che alla mezzanotte (ora di Mosca) tra il 13 ed il 14 settembre 1959 il razzo russo Lunik secondo ha colpito la Luna? Lo è soltanto per quelli che credono che le affermazioni di Stato non sono che la pura verità in tutti i campi. Ma lo Stato, come si proverà definitivamente quando lo si colpirà coi razzi della rivoluzione è la organizzazione storica del falso.
La rivoluzione dovrà formare un suo passeggero Stato, nel senso che non potrà perdere tempo a dimostrare le sue tesi ai contraddittori, o li dovrà ridurre velocemente al silenzio. Solo in una società senza Stato vi saranno verità evidenti per tutti, ed una vera scienza umana. Oggi quella che appare organizzazione di scienza non è che organizzazione di menzogna.
Chi dunque per ragioni di milizia vuole credere, creda; e chi vuole schiattare, schiatti: non possiamo lacrimare per nessuno dei due greggi.
Ci siamo occupati dei lanci astrali quando quelli americani sono falliti (nn. 17, 19, 23 del 1958) colla ricaduta del proiettile dopo breve corsa; di quello russo che sarebbe andato oltre la Luna (nn. 1, 2, 3 del 1959); e di quello americano che fece la stessa fine (n. 5 del 1959). Da allora le nostre note erano tornate ad occuparsi dei satelliti della Terra.
Quando i lanci americani fallirono fu trovata la diversione, che poi i russi fecero propria, che non si era voluto colpire la Luna con una cannonata (ne parlammo fino dalla seconda di queste nostre noterelle n. 21 del 1957) né aggirarla con un proiettile che ricadesse sulla Terra, né lanciare un corpo che ne divenisse satellite ma che si era inteso di fabbricare nientepopodimeno che un pianeta del Sole, che ad un certo momento, dopo molta indecisione tra le diverse eventualità suindicate, veniva "messo in orbita". I russi adottarono questa scappatoia di quel cervello affittato che è von Braun come articolo di scienza, e noi incolti codini ci limitammo a rilevare che c'è poco da mettere, dato che il nostro umile deretano, quanto il loro sapientissimo, corre su un'orbita solare a 30 km al secondo, senza conati di propulsione a razzo.
In quelle occasioni si fu da ambo le parti corrivi a dare sul viaggio del corpo dati frequenti: ore, distanze dalla Terra, e velocità. Lavorando su questi dati imprudenti (pur con qualche errore che cercammo poi di rettificare: non possediamo di elettronico, nonché il cervello, manco il sedere) indicammo che contenevano gravi contraddizioni.
Non vogliamo ancora indicare numeri, ricordiamo solo che la stessa decrescenza della velocità con l'aumentare la distanza dalla Terra restava in certe tratte invertita.
La conclusione del nostro abbozzo di discussione fu che: o i tempi erano troppo brevi o le distanze annunciate troppo forti. Deducemmo che i due razzi solari (diciamo così) forse non erano andati oltre l'orbita lunare ed erano ricaduti sulla Terra. Il nostro è un dubbio o un sospetto, non una dimostrazione. Di massima troviamo scarsi i tempi dati dai russi (34 ore) e dagli americani (41) per coprire la distanza Terra Luna. Questi tempi avrebbero richiesto un eccesso di velocità su quella minima per vincere la gravità terrestre, o di fuga, che è di 11,2 km al secondo. L'eccesso avrebbe dovuto essere forte sia nel caso americano sia, ancor più, in quello russo.
Oggi si sono dette molte cose dopo il clamore fatto attorno all'evento. Ma si è taciuto (senza attribuirlo alle nostre critiche!) sulle distanze e velocità prima dell'arrivo. Risulta, tra tante pubblicazioni chiassose, che la velocità di fuga è stata di poco superata, bastando arrivare ad una distanza a cui l'attrazione della Luna si facesse sentire, con una minima velocità di un 2 km al secondo. (Noi avevamo già detto che la caduta sulla Luna o lo sgarro oltre la Luna erano due casi molto più probabili che la "messa in orbita" intorno alla Luna per fotografarla di dietro, e oggi notizie russe annunciano che tale programma è abbandonato come inutile). Sotto l'azione dell'attrazione lunare il razzo avrebbe accelerato fino ad urtare sul satellite a circa 3 km al secondo. Fu allora che dissero che sola prova dell'urto, dato che tutto sarebbe andato in frantumi, sarebbe stato il cessare del bip-bip. Gli osservatori inglesi, molto abbottonati, hanno confermato che il segnale è cessato, ma non hanno taciuto che tale risultato si poteva avere con facili dispositivi ad una ora arbitraria. Le altre prove (nuvola di polvere e cratere) sono almeno fino ad ora di calibro giornalistico.
A noi, quali avvocati del diavolo, sembra che le cifre siano ancora in contrasto col troppo breve tempo di viaggio annunciato, in circa 32 ore. In effetti non si dice mai la vera ora di partenza; ma la sola distanza data nel corso della domenica 13 collima alquanto (a 78.000 km dalla Terra, ore 13). È noto che il razzo fa un primo breve tratto accelerando sotto la spinta dei motori a reazione, e quando la velocità cosmica è raggiunta li abbandona. Molto si è detto sulla correzione da Terra della traiettoria del razzo, il cui calcolo è grandemente complesso. Ammettiamo che la correzione da Terra sia stata attuata, ma consideriamo balla pura quella "automatica" durante il volo (e anche solo all'arrivo) ad opera di un supercervello elettronico installato a terra. In seguito i russi hanno ammesso che staccati i motori il volo è libero. Dal momento che gli annunci hanno dato per sicuro l'impatto si era parlato di questa correzione che aveva ripilotato il razzo sulla via giusta. Ma noi anzitutto neghiamo che si possano fare da terra sicuri rilevamenti della posizione, come detto altre volte. Osserviamo poi che quella correzione con razzi ausiliari periferici era possibile da Terra in quanto nella atmosfera pesante l'asse di figura del razzo coincide con la traiettoria grazie alle alettature a timoni fissi, e si può imprimere un angolo di deviazione. Nel volo libero il corpo rotea in modo imprevedibile e irrilevabile. Una correzione automatica si potrebbe ammettere con un apparecchio che viaggi col corpo, ma non dalle stazioni terrestri (come si confessa ora). Allora sarebbe anche possibile che un tale dispositivo servisse a frenare il famoso allunaggio e fissare la stazione sul satellite (in teoria).
Verremmo a quel tale Robot che abbiamo visto pilota, al posto degli uomini, sulle navi spaziali. Non lo vediamo solo nei fumetti di fantascienza, ma lo prevediamo al posto del millantato prossimo lancio di astronavi con uomini vivi. Dicemmo che il Robot ha tanti vantaggi su quell'apparato difettoso che è il corpo fisico di un uomo individuo - ed il maggiore vantaggio è che non è venale, e nemmeno vanitoso. Nessuno stimolo o prezzo lo può indurre a falsificare i suoi riferimenti, e telegrafare che è oltre e sulla Luna, solo per ordine superiore, mentre ricade su questo basso pianeta.
I racconta-balle preferiscono operare stando a terra.
Da "Il programma comunista" n. 17 del 1959
Note
[1] All'epoca di questo articolo erano già utilizzate da qualche anno, oltre ai deviatori di getto e agli alettoni (caratteristici soprattutto dei primi vettori militari la cui traiettoria avveniva in gran parte nell'atmosfera), apparecchiature più sofisticate per la guida inerziale anche nel vuoto.
[2] Il rilevamento da Terra dei satelliti è oggi abbastanza minuzioso grazie a complessi sistemi di satelliti lanciati allo scopo e collegati a stazioni fisse terrestri. In passato non era così: le missioni flyby (ricognizione ravvicinata di un corpo astrale per mezzo di satelliti o sonde) produssero un'ecatombe di vettori e apparecchiature, specie su Marte e Venere. E' vero che le traiettorie, e soprattutto le rotazioni intorno ai tre assi, risultano tuttora imprevedibili e irrilevabili da Terra, ma adesso il problema è risolto proprio tramite il posizionamento preciso sulla traiettoria e intorno ai tre assi, ottenuto per mezzo di apparecchi che viaggiano col corpo, come richiesto nell'articolo (anche se la loro indipendenza è relativa, essendo sempre indispensabile il controllo da terra). Il telescopio satellitare Hubble è un buon esempio: esso non monta motori di riposizionamento a combustione per evitare la contaminazione dello spazio circostante dovuta ai gas esausti che comprometterebbero l'estrema sensibilità delle ottiche, quindi tende inesorabilmente a uscire dalla sua posizione. L'involuzione dell'orbita è corretta periodicamente dall'esterno mediante missioni Shuttle (re-boosting). Invece i movimenti di assetto sono ottenuti esclusivamente con un sofisticato sistema automatico montato a bordo. Questo consiste in un insieme di ruote d'inerzia la cui variazione di velocità si trasmette all'intero satellite facendolo muovere nelle tre dimensioni. Tre puntatori solari provvedono ai movimenti angolari di riferimento approssimativo, e sei giroscopi più due puntatori fissi di stelle servono per il puntamento fine. La posizione è mantenuta tramite tre micro-sensori interferometrici che controllano la periferia dell'immagine stellare proiettata sul "campo visivo" di una speciale telecamera. L'incredibile precisione raggiunta è di 0,007 secondi d'arco per 10 ore di rivoluzione. Il puntamento avviene sulla base delle coordinate astronomiche, della magnitudine, del colore e del movimento proprio di una ventina di milioni di oggetti astrali memorizzati in un Data-Base estendibile con i nuovi dati raccolti dallo stesso Hubble (fino a 2 miliardi di oggetti). Per dare un'idea della precisione ottenibile con sistemi di guida montati a bordo, basti pensare che, dopo la riparazione in orbita dello specchio difettoso, il telescopio spaziale riuscì a scoprire e a fotografare un ammasso di galassie ai confini dell'universo conosciuto, mantenendo la macchina fotografica in esposizione fissa per 14 ore consecutive, durante le quali fece 10 orbite intorno alla Terra.