Il primo assaggio dello spazio extraterrestre (32)
L'evento è stato di prima grandezza come fatto politico; è un problema diverso stabilire la sua grandezza come fatto scientifico. Sono in ragione inversa: in una società ad economia monetaria il successo politico è in ragione della credulità ed insipienza generale, che sono immense, e la parola scientifico ha una portata dubbia, perché solo in una società comunista, ossia non di classe e non di moneta, comincerà a nascere la scienza umana.
Ma questo è un modo di vedere limitato al nostro ristrettissimo movimento. Andiamo quindi avanti, magari nella ipotesi che siamo noi gli asini, in un mondo sapiente.
Lo smacco degli americani è stato pieno. Non solo sono stati preceduti nel far viaggiare un uomo vivo fuori dalla atmosfera terrestre; ma quello che loro preparavano era di portata molto minore: un lancio di missile-satellite per una decina di migliaia di chilometri, con arrivo in mezzo all'oceano. I russi hanno il 12 aprile 1961 attuato un lancio di uomo vivo con una "nocca" intera in orbita Kepleriana attorno alla Terra, col risultato di arrivare non lungi dal punto di partenza - cosa che non parrebbe essere grandiosa - ma comunque recuperando il soggetto vivo dopo 89 minuti di giro completo su orbita, più un margine di altri 19 minuti, lungamente sufficienti alla fase di lancio e discesa.
Gagarin ha assicurato che poteva resistere più a lungo, ma per ora non si può dire che il limite di durata passi il tempo di un secondo giro o di più giri, o si sarebbe ridotto al massimo ad un'altra mezz'ora, con arrivo fuori dall'URSS, che certo non conveniva.
Anche se il soggetto americano avesse volato prima per venti minuti, raggiungendo un'altezza dell'ordine di quella russa (tra 175 e 302 km ), la "realizzazione" sovietica avrebbe costituito un fatto più clamoroso.
America dunque battuta in pieno, nell'effetto (lasciamo stare le cause!). Grave sconfitta accusata. "Being first in space is a terrific propaganda": essere primi nello spazio costituisce una propaganda terrificante! Ecco come si tirano le somme all'americana. Mondo monetario vale mondo di pubblicità. E a Mosca non scherzano nello sfruttare il successo!
Una scusa degli americani è che non vogliono rischiare nessuna vita per il loro culto della persona umana! Scusa magra, dato che i russi agitano questa stessa retorica, usano le stesse droghe. Sebbene il risultato non sia tanto grande quanto le gonfiature di questi giorni, esso valeva bene la pelle di alcuni primi sperimentatori, se vi fossero stati casi di morte. La fabbrica degli eroi è da secoli il vertice di ogni retorica, alla quale servono tanto bene i morti quanto i vivi. E a morti clamorose, anche con alta probabilità, in questo mondo di gente che vuole sfondare nel rumore e nel conto in banca, si trovano da Est e da Ovest volontari a josa, senza rispondere di violenza alla libertà e dignità della personalità ta-ta-ta-ta.
Lasciamo per ora la Persona Unica e i miliardi attoniti.
Il Vostok col suo passeggero ben vivo ha raggiunto l'altezza minima di 175 e la massima di 302 chilometri. Di quanto l'uomo si è allontanato dal centro della Terra? Il raggio terrestre è di 6.378 km , e quindi il passo fatto è tra il 2,75 e il 4,75 per cento.
Se il prossimo passo fosse la Luna, si pensi che la distanza è 60 raggi terrestri, ossia da quel 5 per cento, si tratta di andare al seimila per cento. Tutto sta a cominciare, è motivo buono per la retorica dei poeti; ma si può vedere dove avviene che "la quantità si trasforma in qualità".
L'uomo ha resistito all'assenza di gravità. Ma è la stessa cosa a 300 km e a milioni di km? L'attrazione terrestre a 300 km è diminuita in ragione inversa delle distanze dal centro elevate al quadrato. Il calcoletto mostra che agiva su Gagarin per il 90 per cento circa di quello che agisce su me sedentario. Ma, data la velocità del Vostok e del suo corpo, di circa 8 mila metri al secondo, una forza opposta, centrifuga, esattamente uguale a quel 0,90 della gravità, lo teneva in equilibrio. In queste condizioni l'esperimento prova che, in un complicatissimo apparecchio, si sopravvive per più di 108 minuti.
Supponiamo che il veicolo giri a soli 10 raggi terrestri. L'attrazione sarà ridotta di 100 volte, all'uno per cento, e la contraria forza centrifuga sarà la stessa. L'effetto sulla vita è lo stesso? Lo neghiamo, o almeno non è stato dimostrato.
Lasciamo a parte tutte le fasce di radiazioni ecc. per tema delle quali si prova con esseri vivi sotto i 400 km di altezza.
Se leggiamo le risposte ad esempio del Blagonravov in Italia alle varie domande, e confrontiamo la prima "intervista" diramata con la conferenza stampa di Gagarin, noteremo una seria prudenza contro la convenienza di sfruttare il rumore.
Noi non crediamo che Gagarin vagasse nella cabina, come nella fantascienza in cui fu primo Verne, che lui leggeva da ragazzo. Pensiamo che nel moto su orbita il veicolo debba essere rigido e tutto il suo contenuto legato all'involucro. Un piccolo spostamento varia la misura della forza centrifuga contro quella costante dell'attrazione. Abbiamo arrischiato una paradossale tesi: la vita non è solo possibile sulla Terra, ma su un corpo abbastanza grande da tenere attratto a sé il vivente.
Non abbiamo creduto che Gagarin vedesse il cielo nero, la Terra azzurra e il Sole di decuplicato splendore. La sua retina sarebbe bruciata. Blagonravov ha detto seccamente: "Non aveva finestre, vedeva 'per radio'".
Uno ha detto: "Le stesse osservazioni non si facevano meglio con apparecchi e registrazioni o trasmissioni?". "Certo, - ha detto lo scienziato - l'esperimento è servito a mostrare che l'uomo non era in stato di incoscienza o letargo, ma il poco che ha fatto si poteva fare con dispositivi strumentali".
E il simpatico ragazzo si è infine lasciato sfuggire: "Spero di volare veramente". Ossia di "fare il pilota".
Tutto questo riporta noi codini e antilluministi alla previsione che per viaggiatori spaziali l'umanità userà dei robots.
L'uomo spaziale è bravo: bravo inde ac cadaver.
La retorica poetica che mosse i Monti e i Carducci in epoche in cui la venalità mercantile lasciava pure qualche spiraglio per scoprire un compito alla persona, ha oggi - e non in Russia - creata la formula che Gagarin vale un secondo Colombo.
Non ci preme confrontare i valori personali, che non sono il nostro metro, e non diremo che Colombo (fatta poi la parte fra storia e leggenda?) ebbe lui l'idea del nuovo principio, anche se era un grosso errore (è l'errore che genera la nuova verità) in quanto credette di aver trovato le Indie "buscando Oriente per Occidente", e che solo combatté la organizzata dottrina del tempo e strappò poche ore alla rivolta dei marinai che lo volevano affogare nell'Atlantico.
Questo confronto non serve. L'impresa di Colombo, come avrebbe fatto quella di un altro, aprì le vie, per motivi che egli non poteva prevedere, ad una nuova epoca e forma storica.
L'umanità bianca poté spostarsi, con epopea più vergognosa che gloriosa, sui nuovi continenti, che del resto forse altri uomini di razza bianca avevano molto prima calcato. Si aprì con le grandi scoperte geografiche l'era borghese: una cosa orrenda ma che doveva nascere e scorrere.
Citano che Lenin avrebbe detto che la scoperta di altri pianeti abitati avrebbe condotto a mutare la nostra teoria marxista della storia. Se Lenin lo disse, fu unicamente nel senso che solo una forma sociale non capitalista avrebbe dato soluzione ai problemi della vita nel cosmo.
Ora non si tratta di dire che Gagarin è andato fuori di tanto, che Colombo si sarebbe potuto contentare di tagliare un trecento miglia di Oceano, fuori di Spagna; e lo avevano già fatto tanti, ignoti.
Lenin non pensò che, avendo qualche miliardino di uomini di troppo, avremmo usato Venere come colonia di popolazione! Avrebbe fondato un nuovo imperialismo, proprio lui! E solo così sarebbe saltata la nostra dottrina sulla successione delle forme storiche!
I kremliniani ci possono credere. Come il capitalismo lo vedono solo in America, lo vedranno in futuro tutto migrato su Venere o Marte. E allora ci ammorberanno con altri mille anni di coesistenza social-capitalista!
Quali conquiste della scienza! Al tempo di Mussolini, quando il cretinismo di moda aveva come "vertici" Benito, Adolfo e Tenno, così come oggi ha i due K (non sono i due corridori svizzeri Kubler e Koblet di qualche anno fa, ma i deliziosi odierni campioni Kennedy e Krusciov), e quando l'America scese in guerra, fu fatta una scema canzone: Colombo, Colombo, chi te l'ha fatto fa'!?...
Quando le flotte di astronavi faranno saltare la storia ed esporteranno l'onta dei dollari o dei rubli, che è lo stesso, dovremo dunque sentire gli scemi, che vedono tutto in responsabilità personale, cantare: Gagarin, Gagarin, chi te l'ha fatto fa'!?
Noi non ridiamo amaro che dell'umanità beota e della sfrontatezza dei registi e dei managers di tutto il bordellame pubblicitario, onta massima di un mondo putrefatto.
Da "Il programma comunista" n. 8 del 1961
Note
[1] Non siamo riusciti a trovare il significato del termine neanche ricorrendo ai dialetti, spesso usati da Bordiga. Esso è ripetuta in seguito altre due volte, quindi escludiamo il banale errore di stampa. A parte il significato corrente e quello che si deriva dal contesto, nocca vuol dire anche "camma" nel vecchio gergo dei meccanici (immaginiamo che derivi dal tedesco Nocken, ma non c'è sui vocabolari d'Italiano) e potrebbe ricordare la forma ellittica dell'orbita.
[2] Tutti i primi astronauti ebbero dei gravi problemi di salute. L'allenamento era ancora rozzo e la medicina spaziale poco sviluppata. Nelle stazioni orbitanti più recenti gli astronauti resistono molto a lungo in turni che durano parecchi mesi. I russi Titov e Manarov rimasero sulla stazione orbitale Mir per oltre un anno e Romanenko totalizzò 430 giorni durante più missioni ravvicinate. In ogni caso si tratta di condizioni del tutto artificiali, che prevedono un continuo intervento sull'organismo sia dal punto di vista biochimico (farmaci) che da quello del condizionamento psichico.
[3] Il fenomeno ipotizzato da Bordiga per i corpi galleggianti nello spazio esiste, ma è meno sensibile di quanto egli abbia creduto. Gli oggetti lasciati liberi all'interno del sistema in orbita, subiscono una deriva che è tanto più grande quanto più grande è lo spazio che essi possono percorrere. Nella cabina di Gagarin comunque di spazio non ce n'era.
[4] La cellula Vostok fu messa in mostra ad una esposizione che si tenne a Torino alcuni anni dopo il volo. Vera o finta che fosse, era una sfera di circa due metri di diametro, imbottita di isolante termico, scavata dal fuoco dell'attrito all'esterno, senza oblò e con un rudimentale portello. Forse la strumentazione era segreta quindi non visibile, ma sembrava che ci fossero solo la radio e il meccanismo del paracadute. Come ben immagina Bordiga, lo spazio interno era quasi zero, occupato com'era dal sedile anatomico e da un manichino al posto di Gagarin. Si seppe più tardi che la cellula era progettata anche per missioni future e che aveva qualche strumentazione, disattivata però per sicurezza, onde evitare possibili interferenze del pilota, dato che non si aveva idea di quali reazioni psicologiche potessero intervenire.
[5] Una delle affermazioni che hanno fatto scattare i critici. Essi dicevano in sostanza: non si può escludere che anche i capitalisti riescano a conquistare il cosmo e far vivere l'uomo su altri pianeti; ciò per il fatto che, ricreate condizioni vicine a quelle della Terra, vivere nel nuovo ambiente è solo una questione di adattamento (cfr. la seconda parte del primo volume dedicata agli approfondimenti).