Un vicoletto nell'infinità del cosmo (37)
Mettendo insieme dati dei quotidiani anche filorussi si hanno le cifre delle orbite dei sei uomini spaziali: 1. Gagarin, 2. Titov, 3 Glenn, 4. Carpenter, 5. Nicolaiev, 6. Popovich. Quattro russi e due americani e si sa bene che i secondi hanno fatto solo 3 orbite e gli ultimi dei russi un numero sensazionale. Ma qui non vogliamo rilevare le differenze ma le coincidenze. Gli uni e gli altri hanno percorso una ellisse dalle caratteristiche in pratica identiche. Tempi di rivoluzione, nell'ordine: 89' 6'' - 88' 10'' - 88' - 88' - 88' 5'' - 88' 11''. Scarto massimo 1' 6'' (un minuto primo e sei secondi, che vale l'1,3% della media! Vero campionato del cosmo a cronometro).
Distanza minima dalla Terra (perigeo) km 175, 179, 160, 158,4, 183 (o 170?), 173. Massimo scarto 23 km che sarebbe un 13 per cento della media. Ma è giusto considerare le distanze perigee dal centro della Terra e allora lo stesso minimo scarto di 23 km va riferito a circa 6.500 km e vale lo 0,35%.
Distanze massime: 302; 257; 261; 262; 251; 224 (?). Scarto massimo km 88 che sulla distanza dal centro danno l'1,3% appena.
Le reciproche accuse dei contendenti che anche per le prove atomiche scostandosi di poco da tali altezze fisse si passerebbe in fasce di radiazioni letali, conducono a stabilire che il successo del volo cosmico è legato ad un percorso angusto e misero, un vicolo nel cielo, un vero cunicolo spaziale al margine del quale grandi targhe diranno forse un giorno: pericolo di morte!
Non è dubbio che i russi hanno una tecnica assai migliore per neutralizzare gli effetti della pretesa assenza di gravitazione, che pare abbiano mezzo fatti fuori Glenn e Titov.
Torniamo a dire perché è "pretesa" la imponderabilità. Il peso che uno di noi miseri vermi ha sulla Terra dipende dalla attrazione di questa o da una certa opposta e minore forza centrifuga. A duecento chilometri dalla Terra l'attrazione resta quasi la stessa: la distanza aumenta del 5% e l'accelerazione di gravità discende a 0,90 ossia resta quasi tutta. Ma è equivalsa dalla opposta forza centrifuga, effetto della velocità di 8 mila metri al secondo e circa 28 mila km /ora (comune a tutti i sei con lo scarto di centinaia di metri).
Noi pensiamo che giungendo a distanze di poco maggiori di quelle di cui si gode nel cunicolo l'equilibrio non sarà tra una gravità di 0,9 g e una forza centrifuga di 0,9 g; ma tra due forze minime, poniamo di 0,1 g. Gli effetti fisiologici saranno diversi assai a nostro avviso da quelli sui sei viaggiatori e da quelli provocati con macchinismi da allenamento semibestiali.
Vorremmo che qualcuno ci desse la prova teorica in contrario. Quanto alla prova pratica non la faranno mai non perché temano la nostra obiezione, ma perché temono le radiazioni mortali di Van Allen.
In America per bilanciare lo strepitoso successo pubblicitario dei russi fanno rumore sulla sonda Mariner, in corsa verso Venere, da poco partita. Simili sonde però le hanno già lanciate gli uni e gli altri, e non ci hanno convinto.
Ci si è detto che per lanciare un corpo fuori della attrazione terrestre e farne un pianeta del Sole occorre la seconda velocità di fuga, ossia 11 mila metri al secondo pari a 40 mila km all'ora. Era noto.
Ma nei casi precedenti pretendevano di dare giorno per giorno le distanze dalla Terra della sonda partita, ed erano notizie incomprensibili, buone a confondere le idee del pubblico da sbalordire, come tutte le notizie di stile pseudo scientifico diffuse per fare panico e cassetta; nei terremoti si annunziano le innocue scosse strumentali e si riferisce il calcolo del grado di intensità "all'epicentro lontano" che il sismologo ha cercato di calcolare, come grado della scossa nella città spaventata, che è zero in effetti. Così i ladri da codice penale sciacallano, e i ladri da economia imprenditoriale si mobilitano per l'affare riparazioni e sbafasoldi di Pantalone, con metodi che trattano l'edilizia peggio di un terremoto. Ma, è meglio risalire nel cosmo.
La Terra sta a 150 milioni di chilometri dal Sole, in cifre tutte a braccio, e gira in 365 giorni sull'orbita di 940 milioni. Velocità media 29,6 km per secondo e circa due milioni e mezzo di km al giorno. Venere gira più dentro, nello stesso verso, a soli 108 milioni di km dal Sole e il 224 giorni terrestri (quanto è il suo giorno non si sa) gira su 680 milioni di km . Velocità maggiore di 34,8 km al secondo e tre milioni di chilometri per giorno terrestre. Vi può essere un momento in cui i due pianeti distano solo una quarantina di milioni di chilometri, e sembra facile sparare mirando, ma è vano.
Mariner è sparato verso sinistra dell'orbita in cui corre la Terra, ma in quel momento non vi è Venere in quella direzione, è molto "indietro". Mariner ha due componenti della sua velocità: quella della Terra, in avanti di 30 km e quella circa trasversa di 11. La risultante secondo Galileo è di circa 32 km/sec.; media tra le velocità dei due pianeti. Su di un'orbita tangente ad entrambe il viaggio della sonda è previsto di 111 giorni, nel quale tempo la Terra corre per un angolo di circa 110° su 360° e un percorso di 286 milioni di km. Venere corre all'appuntamento per quasi 180° e 336 milioni di km. Dovrebbe raggiungere Mariner a metà dicembre quando questo sarà non tanto lontano dalla Terra. La previsione, la calcolazione e la correzione con ordine radio dipendono da tante cause di errore; la legge della corsa di Mariner attratto da tre Corpi celesti: Sole, Terra e Venere, è tanto complessa che, se pure la radiogoniometria astronomica riuscirà a sapere la sonda dove è, nessuno saprà mai se avrà incontrato Venere, che poi non dovrebbe che sfiorare trapanando la spessa atmosfera e proseguendo nella corsa, senza cadere sul pianeta.
Bluff autentico, da giocatore di poker, già pieno di whisky.
Passa Nikita o va al piatto?
Da "Il programma comunista" n. 16 del 1962
Note
[1] Il problema degli n corpi, più volte ricordato, è ripreso nel primo volume (parte seconda, approfondimenti). Mariner I fallì alla partenza. Un errore nel sistema di guida inerziale rese necessaria la distruzione del vettore (Atlas) prima che si staccassero gli altri stadi. Qui si parla di Mariner II, che rappresentò il primo successo nel realizzare un passaggio intorno ad un pianeta (flyby). Dopo 109 giorni di viaggio la sonda passò a 34.830 km da Venere. Per 35 minuti gli strumenti di bordo raccolsero dati sull'atmosfera, sulla temperatura, sul campo magnetico e sulle eventuali fasce di radiazione.