Vicende delle imprese spaziali (41)
Da qualche tempo non abbiamo più trattato questo tema. Nell'estate scorsa avremmo voluto informare i nostri lettori sulla "quarta stagione di Echo", riferendoci allora al nostro vecchio amico Echo I, che si mostrava nel cielo per il suo quarto anno, dopo che al lancio si faceva assegnamento dagli esperti su una vita di poche settimane. Echo I sarebbe visibile ancora oggi e percorre sempre in due ore e cinque minuti primi un'orbita inclinata di una cinquantina di gradi sull'equatore. In Italia e nella piena estate (fino all'autunno) lo si vedeva dopo il tramonto salire da Occidente e dirigersi verso lo zenit, discendendo poi verso Oriente. Echo I, brillante come una stella di prima grandezza, si mostrava spesso anche due volte nella stessa serata, rispettando, per quanto ci fosse dato misurare, lo stesso periodo orbitale dell'inizio, non avendo quindi subìto perdite della sua energia, e quindi non essendosi avvicinato alla Terra da cui distava una media di 1.500 km .
Ora nel pieno dell'inverno si vede benissimo Echo II lanciato il 26 gennaio dalla base californiana di Vandenberg, si dice con la collaborazione dei russi, ma non si capisce se si tratti di un accredito in rubli. La costituzione di Echo II è la stessa di quella del suo predecessore, un leggero globo gonfiato al momento del lancio del diametro di 30 metri entro un involucro di plastica rivestito di sottilissima lamiera di alluminio. Echo II è ancora più luminoso del predecessore e nelle sere di febbraio è passato presso Giove e Venere visibili verso Ovest-Sud-Ovest senza troppo impallidire dinanzi a quei due brillanti pianeti. Una notizia dell'8 febbraio su Paese sera di Roma riporta una bella fotografia dovuta a un dilettante. Queste fotografie si ottengono volgendo la macchina al cielo e tenendola aperta a posa. Le stelle disegnano sulla lastra brevi tratti dovuti al loro moto apparente. Nel caso di cui si tratta due forti tracce indicano Venere, più bassa sull'orizzonte, e Giove. Una lunga traccia dal basso in alto della lastra indica Echo II, ed il fotografo ha riferito di averlo osservato il 2 febbraio tra le 18,30 e le 18,40. La prova che l'ora non varia molto da una località all'altra dell'Italia malgrado la vicinanza del corpo in moto e le differenze di longitudine, è che a Napoli la stessa sera del 2 febbraio noi abbiamo annotato di averlo visto dalle 18,33 (presso Giove) alle 18,44, quando è sparito nella direzione Nord-Nord-Est.
Altra cosa è stabilire l'ora di apparizione nelle sere successive, e la nota del giornale citato nulla ci dice in materia, salvo che l'altezza di questo Echo II varia da 1.000 a 1.200 km . dalla superficie terrestre.
Senza esporre calcoli ciò conferma il periodo orbitale che gli americani annunciarono in 109 minuti, ossia un'ora e 49 minuti primi, logicamente minore di quello di Echo I. Ammesso questo periodo il corpo compie tredici rivoluzioni in 1.417 minuti primi. Siccome il giorno di 24 ore vale 1.440 minuti, risulta chiaro che la sera seguente il satellite passerà con un anticipo di 23 minuti primi rispetto alla prima osservazione. Non sappiamo se il dilettante romano abbia controllato questa norma, noi lo abbiamo fatto con buona approssimazione, sebbene non ci sia mai riuscito di vedere due volte Echo II nella medesima sera.
Queste sere d'inverno sono raramente serene specie negli ultimi giorni e quindi ci è difficile dare al lettore altra indicazione, che quella di osservare il cielo dopo il tramonto nella direzione in cui si trovano Venere e Giove i quali stanno ora nella costellazione dei Pesci, non contraddistinta da stelle di alta luminosità. In quella parte del cielo apparirà visibilissima ad occhio nudo Echo II, ancora più veloce di Echo I, e volgerà più o meno rapidamente verso destra e verso Nord senza raggiungere una rilevante altezza sull'orizzonte, ma scomparendo poco sotto la Stella Polare.
Se la seconda sera sottraendo i 23 minuti, si cade in ora di piena luce, allora bisognerà invece aggiungere un'ora e 26 minuti per osservare il passaggio. All'incirca ogni 5 giorni il satellite ripasserà alla stessa ora della prima volta. Auguriamo ai volonterosi non un buon raffreddore ma un buon successo da dilettanti.
Per quanto riguarda la contesa tra russi ed americani, i primi avevano di gran lunga prevalso sulla durata della permanenza dei cosmonauti nel cielo tanto più col celebre volo a coppie. Da allora non sembrano tentare altri viaggi umani, ma attenersi al solo lancio di macchine strumentali di osservazione, solo compito pratico che nelle nostre note di sei anni fa abbiamo attribuito ai satelliti artificiali.
Gli americani dopo aver annunziato Echo II non ne hanno più menato scalpore perché facevano assegnamento sull'altra impresa della sonda lunare Ranger II la quale non aveva passeggeri ma ha battuto il primato del peso dei corpi messi in orbita anche rispetto alle Vostok russe. Per breve tratto il Ranger II, di forma allungata lunga ben 25 metri, è stato anche visibile ad occhio nudo, ma noi confessiamo di non averlo mai visto. Mentre gli Echo non hanno alcuna attrezzatura strumentale e possono solo servire da ripetitori radio in modo passivo, Ranger ne aveva una ricchissima che doveva scattare e trasmettere serie televisive della superficie lunare prima di stritolarsi contro di essa. Sebbene questa prova si sia risolta in un fiasco colossale, gli americani parlano sempre di andare sulla Luna tra cinque o sei altre prove del tipo Ranger. Non sembra che i Russi raccolgano tale fanfaronesca sfida, perché i loro esperimenti umani, molto più sensazionali, sembra abbiano loro provato che i cosmonauti, pur non essendosi allontanati più di 200 km, sono ritornati a terra con serie menomazioni fisiche, o almeno hanno attraversato tali cimenti da dimostrare che con un volo non diciamo più lungo, ma a maggiore distanza dalla madre Terra, non avrebbero potuto ritornare che come cadaveri.
Riconfermiamo quindi la nostra forcaiola opinione che l'uomo vivo sulla Luna non arriverà, e che la cosa più saggia sarà continuare le ricerche con osservatori inanimati, ossia con robot, che, per lo meno a questi effetti, stanno molto più in alto dell'uomo moderno, schiavo di una società idiota e nefanda, che tra i mezzi più validi per cretinizzarlo annovera le balordaggini della moderna fanta-scienza.
Da "Il programma comunista" n. 5 del 1964
Note
[1] La sonda Ranger era progettata per raccogliere informazioni sulla Luna e sulla traiettoria per giungervi. Le prime sei della serie, lanciate dall'agosto del 1961 al gennaio del 1964, andarono perdute con i vettori in una serie di incidenti. Riuscirono i lanci dei Ranger 7, 8 e 9, che fecero una ricognizione fotografica molto dettagliata della superficie lunare rilevando particolari fino a 25 cm.