L'inutile "homunculus" (48)
Abbiamo trattato il grande successo USA nel volo orbitale di due settimane e fatta aspra critica della vanteria pubblicitaria che si sia compiuta una tappa decisiva verso la conquista della Luna, a piede umano.
I russi si sono presi la rivincita con la riuscita di un esperimento molto notevole proprio perché resta nel campo dell'esplorazione senza esploratore vivo, che noi riteniamo il solo scientificamente serio.
L'apparecchio collocato sulla Luna ha trasmesso sia pure per breve tempo telefotografie di vero interesse, anche se nulla hanno rivelato di nuovo, mostrandoci una fredda e morta sassaia, e soltanto non risolvendo il dubbio che vi sia una certa parte del suolo lunare non solida, ma polverosa, e capace di inghiottire macchine pesanti.
Interessante è stata la sciocca disputa per rivendicare un monopolio nazionale per la raccolta e diffusione delle immagini, che l'osservatorio inglese ha dato molto prima, sia pure non conoscendo i parametri dello schermo in cui la serie dei vorticosi impulsi elettronici andava inserita. I campi cosmici non si prestano evidentemente a diritti di proprietà, anche statali.
Torneremo sull'argomento dell'uomo sulla Luna dopo la prossima prova americana, che tuttavia non andrà oltre i soliti quattro passi poco oltre le nuvole, e si limiterà all'appuntamento in orbita.
Per il momento la cosa più istruttiva è la dichiarazione del cosmonauta russo Titov, il quale ha spiegato che occorrono molte prove intermedie, e che converrà farle con animali, cani probabilmente, prima che con uomini. Sapendo quali critiche erano state fatte al sacrificio della cagnetta Laika, non ritornata dal lancio del 3 novembre 1957 nello Sputnik II, che ricadde il 14 aprile 1958, giungendo all'apogeo di 1.670 km (e quindi rapidamente morta), Titov si è affrettato ad aggiungere che i cani lunari ritorneranno vivi come le cagnette Stzelka e Belka, che lanciate il 19 agosto 1960 tornarono vive il giorno dopo in quanto avevano percorse poche orbite circolari, dato che l'apogeo e il perigeo erano di 309 km, distanza alla quale è certamente possibile una breve vita animale.
Titov ne sa certo più di noi, poiché sicuramente gli risulta che qualche suo collega è morto di morte spaziale. Ma noi, nell'interesse dei cani e degli uomini, pensiamo che sarebbe bene, data sempre la precedenza alle bestie, provarle in un volo orbitale a 1.000 km dalla Terra. Dopo potremo giudicare se Tito ha ragione quando dice: "Se vedo il cane tornato vivo, allora parto per la Luna".
Noi crediamo che sarà più probabile vedere presto una sonda ad andata e ritorno che riporti saggi di minerali lunari, anche se non ci vediamo una speculazione economica, in base alla legge idiota dei costi e dei ricavi.
Quanto all'andata e ritorno dell'inutile ometto, crediamo che fosse più seria la fantascienza di cento anni fa, quando il personaggio di Verne, lo spiritoso Michele Adam, in una conferenza stampa prima del lancio dalla canna della Columbiade, rispose a quest'ultima obiezione con la battuta: "Vi ho dimostrato come arriveremo lassù; ebbene, quando ci saremo studieremo il problema di come si fa per ritornare, vivi s'intende!".
La problematica è cosa vecchia dunque, ma quella di Michele Adam, uomo digiuno di scienza, era ben più gustosa di quella nauseabonda degli esperti e degli specialisti di questo moderno mondo buffone.
Secondo una relazione definitiva degli scienziati russi, sebbene la sonda pesasse solo cento chili, si è spostata per cedimento del suolo lunare o per altre ragioni, sebbene non sia questo il motivo col quale gli inglesi avevano spiegato l'interruzione delle trasmissioni, perché non si è trattato di un veloce spostamento sulla superficie lunare.
Lo scienziato russo che riferisce mette un poco la sordina al programma dei cani, senza tuttavia escluderlo. Noi ci domandiamo chi sarà il primo ad avere il coraggio di confessare che il re del creato si ritira e cede il passo alla bestia. I russi per ora dicono solo che mentre gli americani promettono per il 1970 l'uomo sulla Luna essi non possono impegnarsi a una data tanto vicina.
Chi vivrà vedrà, e noi non crediamo che sentirà alla televisione di casa: bau, bau, bau!
Da "Il programma comunista" n. 4 del 1966
Note
[1] Il Lunik IX sganciò una piccola sonda in caduta frenata. Essa si posò sulla superficie lunare aprendo quattro petali metallici di stabilizzazione. Per tre giorni inviò una gran quantità di immagini televisive per la prima volta riprese direttamente a livello del suolo. L'osservatorio di Jodrell Bank ricevette i dati, li trasformò in immagini e le diffuse senza conoscere i parametri per le proporzioni, che risultarono fasulle. Vi fu una violenta quanto ridicola polemica sul diritto di intercettazione.