Speculazione "socialista" sui cambi
Nella guerra monetaria che si combatte sui mercati valutari internazionali, abbiamo in questi giorni assistito all' azione di un protagonista che di solito sfugge ai ruoli di primo piano su questo terreno: lo leggiamo su La Stampa del 12.4.1984. La Banca di stato russa, la Narodny Bank, ha sostenuto l'ascesa dello yen giapponese, vendendo massicce quantità di dollari ed acquistando valuta giapponese. Al termine delle operazioni, l'11 aprile, lo yen aveva acquistato nel giro di un giorno ben l'1,34%. All'azione della banca russa si sono accodati agenti di cambio e banche dell'Estremo Oriente configurando tutta l'operazione come una speculazione tesa al rialzo non effimero della moneta giapponese. Infatti la sottovalutazione dello yen, valutabile intorno al 10% e perseguita dal Giappone per sostenere l'esportazione, lascia supporre un'ulteriore crescita, e il suo accaparramento potrebbe rivelarsi un ottimo affare per le riserve valutarie russe e per il commercio estero, dell' URSS. La maggior parte degli scambi commerciali dell'URSS con il Giappone avvengono già in yen che è preferito come mezzo di pagamento al dollaro."Tutto ciò - dice il giornale della FIAT - con buona pace della retorica leninista".
Per parte nostra è più di mezzo secolo che attribuiamo alla natura dello Stato russo le stesse caratteristiche di un qualunque stato capitalista. Anche questa operazione contribuisce a far cadere la mistificazione del "socialismo in un solo paese". Dietro la Narodny Bank non c'è neanche più la retorica leninista, ma soltanto il volgare pragmatismo borghese cresciuto all'ombra dei baffoni di Stalin.
Opuscolo del 28 aprile 1984, Partito Comunista Internazionale Via Calandra 8/L - Torino