Numero 130, 30 giugno 2008
Mercato e salute
Nell'economia classica gli animal spirits rappresentano l'intraprendenza del capitalista e la sua fame di profitto. Solo che, mentre l'animale uccide d'istinto per fame, il capitalista uccide consapevolmente per profitto. Indirettamente, come nel caso dei rifiuti tossici; direttamente, come nel caso della clinica che ha sottoposto ignari malati a inutili e dannosi interventi. Beceri camorristi attorniati da esecutori sub-umani e "qualificati operatori medici" nel loro asettico e tecnologico ambiente sono accomunati dall'unico fine capitalistico, tutti accecati e resi criminali dalla smisurata smania di profitto. Il tardo capitalismo sta producendo una vera e propria mutazione antropologica. Le determinazioni folli di un modo di produzione impazzito che produce pazzia, trasforma l'agire criminale in spettacolo quotidiano, addirittura in paradigma cui conformarsi.
Chiacchiere, paura e monnezzaLe esigenze di accumulazione del Capitale e la dominazione di classe producono gli stessi effetti ovunque. Le varie forze politiche sono in grado di perdersi in estenuanti chiacchiere intorno a fesserie come il Lodo Schifani (in ogni paese sorge l'equivalente grido di lesa democrazia), ma c'è consenso pressoché unanime sulla militarizzazione del territorio per la "sicurezza", a Milano come a New York o Londra. Intanto ad Acerra si celebra il paradigma del mondo: il Capitale produce monnezza e questa da qualche parte bisogna pure "sversarla". Per alimentare un "termovalorizzatore" campano o per riempire fosse in altri continenti. Le discariche del Capitale stanno diventando "zone globali di interesse strategico".
Sbatti il "colpevole" in prima pagina
Wall Street: 60 arresti e 406 indagati. Sono stati individuati i personaggi che, manipolando i fondi speculativi contenenti i debiti per i mutui, avrebbero provocato la crisi finanziaria attuale. L'America non scherza, saranno processati e forse condannati. Ovviamente il sistema che produce "colpevoli" quando le cose vanno male produce "eroi del mercato" quando le cose vanno bene. Ma le persone sono le stesse. Il fatto è che il Capitale, nell'epoca del suo massimo sviluppo, impone una generale sottomissione della società alle sue leggi, trasformando gli stessi capitalisti in una classe superflua di tagliatori di cedole sostituita quasi ovunque da funzionari stipendiati. Vedere in questi ultimi i colpevoli della crisi in corso è fare come quel tale che quando gli si indicava la luna guardava incantato il dito.
2005: L'autonomizzarsi
del Capitale
2005: Il
battilocchio nella storia
Allarme stagnazione... richiesta sacrifici
Il centro Studi di Confindustria prevede per quest'anno "una sostanziale stagnazione per l'economia italiana": la crescita del PIL si fermerà allo 0,1%. Ma si sa già che l'inflazione sarà molto alta e minaccerà di falcidiare i salari. Il governo prevede per parte sua in modo del tutto arbitrario un tasso d'inflazione programmata dell'1,7%. A questo saranno agganciati i rinnovi contrattuali. Gli industriali applaudono: la scelta è "credibile e coerente con la necessità di non perdere ulteriore competitività... l'erosione del potere d'acquisto delle famiglie può essere recuperata solo con maggiore efficienza e concorrenza, liberalizzando i mercati e migliorando la logistica". Ergo: riduzione automatica e generalizzata dei salari; eventuali aumenti solo in cambio di aumentata produttività. La Triplice sindacale dà una mano.
1993: Il capitalismo è marcio!
"Il caso gnocca"
Un parlamento non sarebbe tale senza le consuete chiacchiere sul nulla; che hanno permesso a Marx di coniare l'immortale espressione "cretinismo parlamentare". C'è stato un problema di sculettanti arrampicatrici raccomandate. Antonio Di Pietro attacca Berlusconi a testa bassa: "Le intercettazioni che loro vogliono limitare ci fanno vedere un capo del governo che fa un lavoro da magnaccia". L'ex PM deve conoscere a fondo l'ambiente per sbilanciarsi così pesantemente. Per il quotidiano Libero il succoso pettegolezzo diventa elegantemente "Il caso gnocca". Esso sarebbe da tener fuori dal dibattito parlamentare. E perché mai? Noi troviamo che si addica perfettamente al meretricio democratico.
2001: Cretinismo parlamentare in libera uscita
Situazione critica
Per spiegare la crisi economica in corso partiamo da un assioma: l'unico modo per produrre nuovo valore è produrre merci e venderle. Tutto ciò che concerne il valore dopo tale operazione, e che chiamiamo interesse, rendita, formazione di "redditi" vari, non è che una ripartizione del plusvalore originario. Gli stessi tecnici del Capitale ne convengono, in questo caso Mario Draghi: "... specialmente sul mercato americano l'instabilità è più evidente. Le banche non possono sfuggire alla debolezza dell'economia americana… la situazione si è fatta dura...". Quello che proprio non possono mandar giù è che questa crisi fa parte del decorso naturale del loro sistema. Fino alla catastrofe.
2008: Non è una crisi congiunturale
Il mostro bicefalo
Dopo le ultime elezioni scrivemmo: "Di fronte agli inventori del trasformismo Veltroni è un dilettante. Non è pensabile una coalizione alla tedesca. Qui, se la serie storica continua, il bipartitismo significherà altro. E se il fascismo non è un ritorno al bonapartismo, come credette qualche sciocco, ma un fenomeno modernissimo, allora qui dovremmo vedere qualcosa di interessante". La luna di miele veltrusconiana sembra finita. Berlusconi sembra dettare l'agenda politica incontrastato. I neo-democratici, a corto d'idee, lo rincorrono incapaci di iniziativa propria. Il Vaticano li scavalca tutti a sinistra.
2008: Elezioni non proprio normali
La gioventù dei nostri tempi
Stiamo male. Non qualcuno, proprio tutti. Ve li ricordate i "bamboccioni" di cui parlava Padoa Schioppa? Beh, secondo recenti studi, il 96% degli under 34 passa oltre quattro ore al giorno davanti alla tivvù. Il 98% trascorre il tempo libero a chattare in internet con amici e sconosciuti. Il 51% fa uso di droghe, il 46% abusa regolarmente di superalcolici. Due alunni su dieci, alle medie, si sballano almeno una volta a settimana. Sotto un velo di spensieratezza (profusa a piene mani da talk show e reality) cova un mare di disperazione. L'allarme dell'Oms è chiaro: in Italia la depressione dilaga. Ora, l'unica dinamica interessante della "nostra" società è quella di produrre effetti di auto-negazione. La cosa che colpisce infatti, leggendo le statistiche, è che la maggioranza dei giovani "non vede la possibilità di un futuro". Hanno ragione: il futuro riguarda un'altra forma sociale, ma prima bisogna saper odiare questa.
1995: Rompere con il capitalismo
E venne il giorno
L'ultimo film-incubo di Shyamalan inizia a Central Park, New York. Improvvisamente decine di persone cadono in una sorta di confusione mentale che le porta in breve al suicidio. Accantonata l'ipotesi dell'attacco batteriologico terrorista, la vera causa si rivela ancor più spaventosa: la natura produce tossine psicotrope, specie di anticorpi atti a eliminare l'uomo, ormai percepito come degenerazione cancerosa della natura stessa. Migliaia di persone nel Nordest degli Stati Uniti sono indotte al suicidio da un piano spontaneo che la biosfera adotta per salvare sé stessa. Con lo stile narrativo del fanta-thriller all'americana si svolge un racconto affascinante: la natura comunica con sé stessa e agisce attraverso molteplici catene di feedback, co-evolvendo e auto-organizzandosi. L'umanità d'oggi, convinta di essere l'unica specie intelligente sulla Terra, sta dimenticando, a furia di sentir gridare: "sviluppo, crescita, progresso", di far parte di un sistema omeostatico, cioè di equilibrio dinamico (cioè organico), nel quale tutte le parti si devono armonizzare necessariamente col tutto.
2000: Il cervello sociale