Newsletter numero 210, 26 settembre 2014

La curva dei morti ammazzati

La storia è un continuum punteggiato da eventi che gli uomini "scelgono" per periodizzarla secondo criteri utili al lavoro che stanno facendo. Alcuni "punti di svolta" risultano poi comuni a molti osservatori, mentre altri sono individuati solo da pochi. Ogni criterio presenta un grado variabile di arbitrarietà in rapporto ad altri criteri, e in genere la Natura fa il suo corso senza preoccuparsene minimamente. Tutti sono più o meno d'accordo nel riconoscere una preistoria, un'età antico-classica, una medioevale, una rinascimentale e una moderna, con i vari passaggi intermedi. Ovviamente questa periodizzazione è del tutto eurocentrica: un azteco del '500 o un cinese d'oggi ne opporrebbe di ben diverse. E ben diversa risulta ovunque una suddivisione storica in base al modo di produzione. Comunque, entro l'età moderna, diciamo entro i due ultimi secoli, la punteggiatura storica eurocentrica è fortemente influenzata dalle guerre. Quelle napoleoniche, quella di Crimea, quella franco-tedesca, la Prima Guerra Mondiale, la Seconda, la Guerra Fredda. Quest'anno cade il centesimo anniversario dell'inizio della Prima Guerra Mondiale e noi riprendiamo una "nostra" vecchia periodizzazione in base ai "tipi" di guerra: Mondiale I, 1914-18; Mondiale II, 1939-45; Mondiale III, 1945-89; Mondiale IV, 1989… Come si vede, dal 1945 in poi sparisce l'interguerra di pace, la guerra diventa endemica, fenomeno sociale permanente. Lo dimostra il numero dei morti ammazzati: 17 milioni nella GM I; 70 milioni nella GM II; 250 milioni nella GM III; la GM IV è in corso e il coinvolgimento totale delle popolazioni civili renderà impossibile ogni conteggio. Dal 1945 in poi la immane Guerra Mondiale non ha più bisogno di essere trasformata in Guerra Civile, lo è già, ha solo bisogno di un indirizzo politico, un progetto sociale.

2003: Teoria e prassi della nuova politiguerra americana

Califfato antico, anzi, modernissimo

La proclamazione di uno "Stato Islamico" da parte dei fondamentalisti musulmani che si sono attestati nel territorio fra l'Iraq e la Siria contrasta con la tradizionale non-territorialità di altri gruppi combattenti di medesima fede. Indubbiamente ciò rappresenta una svolta, rafforzata dal fatto che degli arabi, con il ricorso a criteri di "pulizia etnica", infrangono una millenaria tradizione di convivenza, nel loro territorio, fra culture diverse. Di fatto il brutale sgombero delle aree conquistate, condotto sotto il segno di un terrore assolutizzato e proclamato, si profila sempre più come un tentativo di radicamento locale cui dovrebbe far capo la rete internazionale del fondamentalismo jihadista. La conquista di Mosul (2 milioni di abitanti), la destinazione della storica al-Raqqa (250.000 abitanti) a capitale del califfato, il controllo di 60 centri abitati sparsi su 200.000 Kmq, la pressione militare su altre città e soprattutto l'utilizzo politico e militare delle risorse conquistate con le armi (la banca centrale d'Iraq a Mosul, i pozzi petroliferi iracheni e siriani, i beni confiscati alle popolazioni cacciate, ecc.) mostrano l'inedito e voluto comportamento di una rete che si fa stato rimanendo rete.

1958: Le cause storiche del separatismo arabo
2012: Lo Stato nell'era della globalizzazione

"Guerre stellari e fantaccini terrestri"

Nel 1990 una coalizione di 35 stati guidati dagli Stati Uniti inviò in Iraq quasi un milione di soldati (697.000 solo gli USA). Nel 2003 una seconda coalizione ne inviò 160.000 (148.000 gli USA). In Libia bombardamenti missilistici e incursioni aeree fecero cadere Gheddafi, ma in mancanza di invasione regnò presto il caos armato. In Siria idem per il caos, ma Assad è ancora al governo. Nel caso dell'Iraq alcuni generali avevano all'epoca sostenuto che per la realizzazione del progetto neoconservatore (nation building, costruzione di una nazione) le truppe d'invasione erano insufficienti e avevano scarsi mezzi. Soprattutto non avevano al seguito organismi, strutture, in grado di costruire alcunché. Secondo la logica delle due guerre irachene, il nuovo Stato Islamico dovrebbe essere neutralizzato da un comparabile esercito, ma Washington comunica che la strategia sarà quella della guerra dall'aria affiancata da consiglieri militari sul terreno. Risultato prevedibile: affermazione dello Stato Islamico organizzato, determinato, feroce quanto basta per creare un deterrente micidiale. Carne da cannone disponibile non ce n'è. I Curdi hanno appena rischiato di perdere la loro capitale Erbil (1.500.000 abitanti). Gli eventi si susseguono a ritmo velocissimo, e se si rinsalderanno i legami internazionali della rete jihadista la Guerra Mondiale IV entrerà in una nuova fase.

2004: Uno sguardo sul futuro del mondo
2011: Marasma sociale e guerra

Israele, Hamas e tutto il resto

C'è un qualcosa di inquietante nell'invasione di Gaza da parte di un esercito di 75.000 uomini, affiancato da reparti del Genio e da gruppi "humint" (human intelligence, spionaggio sul terreno), coperto da carri armati, artiglieria ed aerei. Persino per un sionista, cresciuto nell'isteria nazionalista, antipalestinese e militarista, quindi esperto a modo suo dei temi che muovono Israele alla guerra, è stato difficile trangugiare la motivazione ufficiale di questa invasione. Non è soltanto un problema di "sproporzione" di forze, di "esagerata" risposta, di esuberante volontà di distruzione. Hamas non c'entra: fra le migliaia di morti palestinesi, ben pochi sono stati quelli combattenti e si sa che la loro organizzazione sarà più forte e motivata di prima. Le demolizioni sistematiche dei quartieri, dei tunnel, e di tutte le moschee (40) di Gaza indicano che Israele ha avuto paura, seriamente paura, di qualcosa al di là di Hamas e dei vari gruppi resistenti. Israele ha promesso aiuto alla nemica Giordania in caso di infiltrazione del nuovo Stato Islamico attraverso i campi profughi. Ha riconsiderato la guerra civile in Siria influenzando Washington per una nuova ripartizione degli appoggi ai gruppi antigovernativi. Ha finalmente ufficializzato cambiamenti di strategia quando gruppi armati dello Stato Islamico hanno agito apertamente e con successo sul Golan, ai suoi confini, dove stazionano truppe d'interdizione dell'ONU.

2007: Dall'equilibrio del terrore al terrore dell'equilibrio

Piramide liquida

Herbalife è un'azienda che produce e vende direttamente prodotti dietetici. Pershing Square Capital Management è un fondo di investimento. La filosofia di Herbalife è la vendita diretta tramite il reclutamento di agenti che a loro volta devono cercare agenti cui passare il prodotto da vendere. La filosofia del fondo PSCM è quella di far soldi tramite soldi. La stessa Herbalife mostra sul suo sito che solo pochi agenti su svariate migliaia guadagnano davvero, tutti gli altri vivacchiano rifilando la merce ai parenti o consumandola in proprio per poi rimanere quiescenti o ritirarsi. Ciò secondo PSCM configurerebbe uno schema piramidale: se nessuno si ritirasse, il sistema non reggerebbe a causa dei limiti intrinseci della crescita esponenziale. A questo punto il fondo scommette in borsa, con "matematica certezza", un miliardo di dollari al ribasso sul crollo della supposta piramide. Che però, pompata sia dagli appelli al fideismo dei consumatori, sia, soprattutto, dal sistema di lobby favorevoli, non crolla affatto; anzi, vede salire il prezzo delle sue azioni. Ma ci sono anche le lobby favorevoli al fondo, le quali riescono a far muovere l'organismo di controllo della borsa (la SEC). È guerra: se sono veri gli schemi piramidali, Herbalife è fuori legge; se la campagna violentissima su Internet e altrove in difesa delle diete ha successo, PSCM perde un miliardollaro e chiude. In ballo, ovunque, ci sono migliaia di miliardi di dollari che non vogliono rimanere liquidi ma si investono in tutto ciò che può essere veicolo finanziario, dai derivati ai beveroni alla vaniglia, concetti e oggetti dal valore esclusivamente soggettivo, specchio di una "economia reale" prossima allo zero.

2005: L'autonomizzarsi del Capitale e le sue conseguenze pratiche

Capitale fra le nuvole

Sembra che la Microsoft, monopolio un po' acciaccato dagli anni e dalla stessa natura assolutistica del suo mercato, stia risollevandosi per mezzo dell'ulteriore evoluzione della merce che vende. Già il software è una merce immateriale sulla quale è difficile fare conti in base alla legge del valore e alla formuletta del saggio di profitto; il salto ulteriore è l'imminente scomparsa del software venduto a "pezzo" (un sistema operativo, un'applicazione grafica, una suite di strumenti professionali, ecc.), che finirà per essere sostituito del tutto da un utilizzo in rete con pagamento tipo canone. Per la Microsoft, questo cambiamento ha già prodotto un incremento del fatturato del 147% su base annua, e la nuova filosofia aziendale è: tutto sulla "nuvola" (cloud), dai sistemi aziendali ai telefonini privati. Ovviamente anche la merce "continua", come la chiamava Marx, è sempre merce, ma se il mondo intero finisce per pagare a canone tutto ciò che utilizza, avrà sempre meno senso farsi segnare un salario su un conto telematico per girarlo immediatamente su altri conti telematici.

2002: Risultati del processo di produzione immediato

Virus malthusiano?

Un organismo sanitario americano (CDC) prevede che entro il prossimo gennaio i casi di Ebola in Africa saliranno a 1.400.000. Sembra che l'Organizzazione Mondiale della Sanità abbia pesantemente sottostimato il numero dei contagi e che la cifra corretta sia molto vicina a quella che rappresenta la soglia oltre la quale l'epidemia può andare fuori controllo. Infatti il virus è talmente micidiale che in popolazioni poco mobili uccide così velocemente da impedire il contagio. Se però la quantità dei colpiti aumentasse, il salto di qualità sarebbe inevitabile: l'epidemia coinvolgerebbe popolazioni mobilissime. L'isolamento dei focolai è difficile perché nei paesi più colpiti a causa di corruzione o guerra, la popolazione si sottrae ai controlli. Non crede a ciò che le si dice e cade in psicosi collettive, immaginando colossali truffe per ottenere aiuti o azioni sistematiche di untori nemici a scopo di sterminio. Psicosi, d'accordo, ma anche memoria collettiva di ciò che ha dovuto subìre l'Africa.

2008: Malthusianesimo ricorrente e tenace

Finalmente si cresce

Nell'ultimo trimestre il PIL americano è salito del 4% su base annua e sono state assunte 2-300.000 persone al mese. I consumi privati sono cresciuti meno, ma sono cresciuti. Tutto bene dunque? Non proprio: il PIL registra quasi tutto l'aumento nelle transazioni business to business, il che potrebbe voler dire ripresa a partire dai mezzi di produzione, ma anche circolazione di capitale speculativo registrato come da investimento in aziende-ombra. I consumi privati si spostano verso le gigantesche catene di supermercati a prezzo basso, come Walmart, soprattutto grazie a massicce campagne di sconti, tanto che persino i centri tradizionali del discount ne soffrono per troppa concorrenza. Ad esempio, per consolidare la propria posizione, il discount Dollar Tree ha acquisito il concorrente in difficoltà Family Dollar Stores raggiungendo i 13.000 punti vendita. Ma il fatturato totale è stato solo 18 miliardi di dollari. Che fa in media 1,38 milioni per ogni supermercato, una cifra da piccolo negozio (Walmart fattura 40 volte tanto in media per ognuno dei suoi 11.000 supermercati).

2008: Non è una crisi congiunturale
2008: Un modello dinamico di crisi

La prostituzione dorata di The Economist

Le statistiche sulla prostituzione indicherebbero, secondo The Economist, che le persone dedite al più vecchio mestiere del mondo non sono tutte sfruttate, schiavizzate, oggetto di traffici e costrette con la forza. La maggior parte affronterebbe il mestiere come, appunto, un normale lavoro. Secondo il periodico non sarebbe plausibile un mondo del sesso a pagamento governato dalla sola coercizione. Vi sarebbero perciò ampi margini per trasformarlo definitivamente in un ambiente di business puro. Con la diffusione delle nuove tecnologie, al pari di una qualsiasi sfera d'industria, il mondo della prostituzione sta infatti evolvendo e, come alberghi, teatri, gruppi musicali, gestisce già la propria logistica (appuntamenti ecc.) in outsourcing. Internet diventa un supporto essenziale, la repressione si dimostra inutile e fuorviante. I governi dovrebbero perciò ripensare le loro politiche. Come insegnano alcune esperienze nordeuropee e soprattutto il Nevada, l'unico stato americano dove la prostituzione è legale. Là, come ovunque, un individuo che si prostituisce è un artigiano, produce valore quanto ne consuma; ma a Las Vegas la prostituzione si fa industria: molti individui, riuniti da un "operatore sessuale" che li paga e si arricchisce, producono plusvalore, valore aggiunto, Prodotto Interno Lordo e l'Economist, giustamente, vede in ciò uno standard di sviluppo. Che a Las Vegas e Londra abbiano letto Marx?

2010: L'outsourcing globale

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