L'Italia nell'Europa feudale (17)
Il retroterra storico del capitalismo più antico del mondo
Figura 1. In alto:
modello predatori/prede di Vito Volterra. In centro: collasso totale. In
basso: collasso e oscillazione verso un equilibrio.
Figura 2. Il
continente europeo sotto il controllo dei regni barbari alla vigilia della
destituzione dell'imperatore d'Occidente da parte di Odoacre.
Figura 3. Lo scenario
poco prima della Guerra gotica.
Figura 4. I ducati
longobardi
Figura
5. Ricostruzione di un villaggio longobardo trovato nel bresciano.
Figura 6. Scavi di San
Genesio (vicus Wallari).
Figura 7. Necropoli
longobarda a Sant'Albano di Stura (CN).
Figura 8. Tabula Peutingeriana, particolare.
Figura 9. La rete
stradale romana al suo culmine.
Figura 10. Schema di un modulo del sistema produttivo-distributivo romano.
Figura 11. Schema di un modulo del sistema produttivo-distributivo nell'Alto medioevo. Le strutture materiali, quando resistono alle distruzioni, sono le stesse, ma le loro funzioni e i loro rapporti cambiano.
Figura 12. Mansio di epoca repubblicana (I sec. a.C.).
Figura 13. Mansio del II-VIII secolo d.C., zona termale (Scavi del complesso di
Santa Cristina, SI).
Figura 14. Villa
rustica privata con funzioni di mansio
(scavi di Alba Docilia, I secolo d.C., Albisola Superiore, SV).
Figura 15. Mansio Turrita di
Collesalvetti (LI).
Figura 16. Una mansio urbana del III secolo a Silchester in Inghilterra.
Figura 17. Particolare
del nodo portuale di Vada con due complessi termali e i grandi magazzini delle
derrate e dei manufatti.
Figura 18. Villa
suburbana emersa nel quartiere Flaminio a Roma.
Figura 19. Spaccato
della villa rustica di Boscoreale.
Figura 20. Villa di
Saturo-Leporano (TA).
Figura 21. Un edificio
ancora da scavare (Provenza).
Figura 22. Modello di
villa rustica del basso impero.
Figura 23. Villa
romana del Casale a Piazza Armerina (AG).
Figura 24. Villa rustica
di La Olmeda, nel Nord della Spagna, I-VI secolo d.C.
Figura 25. Fattoria di
Nador, Tipasa, Algeria.
Figura 26. Lo
smembramento dell'Impero carolingio fra Carlo il Calvo, Lotario e Lodovico il
Germanico dopo il Trattato di Verdun dell'843.
Figura 27. Il Palatium dell'imperatore ad Aquisgrana.
Figura 28. Il palazzo
"privato" di Diocleziano a Spalato. Riproduce chiaramente una città/accampamento
militare.
Figura 29. Veduta
aerea dei castra di Aquis
Querquennis, in Spagna. Gli accampamenti stabili dell'esercito romano erano
praticamente delle vere e proprie città militari. Sono molte le città
importanti del Medioevo che si sono evolute dai castra,
quindi sono pochi quelli ancora leggibili giunti fino a noi. Durante i regni
barbarici e specialmente quello longobardo in Italia, castra
e rovine di città romane hanno rappresentato, almeno all'inizio delle
invasioni, luoghi di stabilizzazione dei nuovi dominatori, che non si sono
mescolati alla popolazione latina. Nei castra
sul limes danubiano la struttura di
tipo urbano si ripete ingrandita. All'esterno della cinta murata sono
accampate tribù barbare federate a Roma. Esse contribuiscono al
vettovagliamento delle legioni e si sviluppano in osmosi con le città e le
ville rustiche.
Figura 30. Struttura
distribuita della curtis (da
Bordone-Sergi)
Figura 31. Modello di Augusta Taurinorum.
L'attuale centro di Torino nel I secolo d.C. era un accampamento romano.
Sviluppatosi in città fortificata sulla via per la Gallia, fu circondato
dalla consueta centuriazione agraria costellata di ville rustiche.
Figura 32. La presenza di castra ad un nodo della rete di strade consolari rendeva superflua
la costruzione delle mansiones.
Questa è la riproduzione di una mansio
(Emporium = Empoli) evolutasi in accampamento militare e poi in città. Le
fortificazioni esterne sono rinascimentali e rispondono ai nuovi criteri
difensivi imposti dall'artiglieria (incisione cinquecentesca).
Figura 33. L'estrema
instabilità della società medioevale senza Stato impone l'adozione di
perfezionati criteri passivi di difesa. Le città si cingono di fortificazioni
complesse e le curtes, diventate
villaggi, si "incastellano". In alcuni casi, specie in Piemonte,
villaggi e piccole città si dotano di "ricetti", strutture
fortificate nelle quali vengono riposte le derrate conservabili della comunità.
In caso di guerra, queste strutture sono in grado di accogliere l'intera
popolazione e resistere a un assedio. All'interno gli edifici-magazzino
rappresentano "cellule" appartenenti alle famiglie. Siamo quindi già
in regime di proprietà privata piena (XIII secolo).
Figura
34. Castello di Matilde di Canossa.
Figura 35. I territori di Matilde di
Canossa al culmine dell'espansione.