Scienza e rivoluzione - volume I parte II (13)
Lo sviluppo rivoluzionario della forza produttiva capitalistica, la pretesa conquista del Cosmo e la teoria marxista della conoscenza
2. Un documento claudicante
Il testo che segue circolò nei primi anni '60 e ci fu inviato come documentazione quando decidemmo di pubblicare gli articoli sulla "questione spaziale". Lì per lì non pensammo di inserirlo nel volume, ma poi ci accorgemmo che qualche giovane militante non riusciva a maneggiare l'argomento con sicurezza così come accadde a qualche compagno di vecchia intelligenza politica. Ci sembra perciò utile non solo pubblicare questi punti, ma commentarli sulla base di ciò che si trae da tutto il materiale sulla pretesa conquista del cosmo. Crediamo che il modo migliore sia quello di adottare il metodo utilizzato da Bordiga in Raddrizzare le gambe ai cani, un testo del 1952 dove le tesi errate venivano scritte come "controtesi" alle quali venivano contrapposte, come "tesi", le posizioni marxiste. Qui non ci troviamo naturalmente di fronte a vere e proprie controtesi sull'intera concezione marxista, ma non farà male a nessuno riscrivere ugualmente i paragrafi secondo più meditati riferimenti. Dovrebbe risultare evidente come sia facile, a volte, prendere sottogamba un problema e pensare di averlo risolto tramite la propria opinione personale senza studiarne con rigore i risvolti teorici in relazione all'intero sistema di riferimento marxista. Siamo alle solite: per superare ciò che si ritiene errato occorrerebbe giungere perlomeno alla sua altezza.
Tesine relative alla questione spaziale
Catania, maggio 1961
Controtesi 1) - Nel periodo storico in cui viviamo assistiamo alla decadenza inarrestabile della società borghese.
Tesi 1) - Nel periodo storico in cui viviamo la borghesia è da tempo resa assolutamente inutile dallo stesso Capitale che l'ha generata (Marx).
Controtesi 2) - La decadenza storica di una classe non comporta necessariamente la involuzione del suo pensiero scientifico. Questo, al contrario, può essere suscettibile di evoluzione. E ciò perché, in linea generale di teoria e di metodo, non v'è tra struttura e sovrastruttura determinazione meccanica ma dialettica.
Tesi 2) - Quando una classe diventa assolutamente inutile sulla scena storica, essa non può più avere un pensiero scientifico in grado di approfondire qualitativamente la conoscenza (scienza significa sistema coerente di nozioni che permette di conoscere e modificare la Natura; Lenin: la borghesia, non avendo più compiti da svolgere, è una classe "inconseguente").
Controtesi 3) - Nel caso della dominazione borghese bisogna constatare il fatto determinante che la borghesia si accaparra e si asservisce le migliori forze intellettuali provenienti per lo più dalle categorie sociali piccolo-borghesi e dalla stessa classe operaia. Mediante tali forze intellettuali la scienza borghese, in dati limiti, trova alimento e stimolo al suo progredire.
Tesi 3) - L'ideologia dominante è quella della classe dominante e per definizione influenza tutto e non è influenzata da nulla: perciò non "progredisce", deve solo sparire (Marx).
Controtesi 4) - Durante il regime economico e sociale di una classe storicamente avviata alla decadenza è possibile raggiungere traguardi nel campo scientifico e tecnico, che sono tappe qualitative nel progredire storico del sapere umano. Esempi: la relatività einsteiniana e la teoria dei quanti.
Tesi 4) - Lo sviluppo tecnologico è ormai unicamente legato allo sviluppo quantitativo delle forze produttive e non è più legato allo sviluppo qualitativo della conoscenza, per il quale sono necessari "salti di paradigma" come gli stessi borghesi riconoscono (p. es. Thomas S. Kuhn). Einstein era il massimo sostenitore della continuità e non della rottura qualitativa con la meccanica precedente. La meccanica quantistica, che forse potrebbe rappresentare un giorno un salto qualitativo, ha prodotto per ora teorie interpretative, quindi filosofiche, quindi non scientifiche (Marx: la filosofia ha interpretato il mondo, ora occorre cambiarlo).
Controtesi 5) - I marxisti non possono fissare un limite al sapere di classe borghese; possono però affermare che esso non risolve i problemi della conoscenza umana a causa della sua stessa natura classista.
Tesi 5) - I comunisti non fissano limiti al sapere della classe borghese: essi sanno che il modo di produzione borghese ha un limite storico e quindi ha limite tutto ciò che riguarda la borghesia e i suoi sistemi. Neppure il "sapere" della futura umanità non classista risolverà i "problemi della conoscenza umana", perché essa non può raggiungere la completezza assoluta (Engels, Antidühring).
Controtesi 6) - Solo la realizzazione della società comunista - mettendo fine alla divisione delle classi, alla divisione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, alla divisione tra le varie discipline scientifiche, alla ricerca scientifica legata al meccanismo del profitto - escludendo ogni finalismo metafisico, aprirà la strada alla conoscenza sociale universale dell'uomo.
Tesi 6) - Quando le forze produttive spingeranno storicamente per spezzare i limiti entro cui oggi sono costrette, il partito rivoluzionario, che rappresenta l'unica via per il rovesciamento della prassi, sarà strumento di volontà politica per un fine previsto e la scienza umana sarà allora liberata dai vincoli imposti dalla vecchia epoca. Sarà allora possibile utilizzare al massimo la socializzazione della conoscenza che aprirà la strada all'unificazione universale delle separate discipline in una sola scienza (Marx, Manoscritti).
Sottotesine
Controsottotesi a) - La preoccupazione che i proletari si lascino abbindolare dagli effetti propagandistici degli esperimenti spaziali, porta ad assumere una posizione non corretta riguardo alla possibilità di voli umani nello spazio.
Sottotesi a) - I comunisti si fanno in quattro per dimostrare ai proletari che il capitalismo è una fregatura sotto tutti i punti di vista (Lenin, sempre e ovunque).
Controsottotesi b) - L'errore consiste nel considerare i lanci dei satelliti artificiali, con l'uomo o senza, soltanto come la realizzazione tecnica di ciò che i grandi ingegni della scienza borghese avevano ipotizzato secoli fa e pertanto privi di valore scientifico autentico. Detta posizione rientra nel meccanicismo. Infatti tra scienza e tecnica v'è azione reciproca e tutte e due, in ultima analisi, dipendono da esigenze produttive di insieme.
Sottotesi b) - Sarebbe un errore considerare i lanci di satelliti diversamente da una mera realizzazione tecnica basata su conoscenze del passato. Essi sono quindi privi di autentico valore scientifico. E' meccanicista chi vede nella scienza un processo continuo e progressivo: l'interazione fra scienza e tecnica è innegabile, ma ha valore rivoluzionario solo quando si esplica in epoche di rivoluzione e dà luogo a salti epistemologici che superano vecchie barriere della conoscenza (Marx e i fisiocratici: l'essenza borghese e l'involucro feudale; Marx e la produzione socializzata capitalistica: l'essenza comunista e l'involucro borghese).
Controsottotesi c) - La tendenza al dettaglio tecnico, quando non si possiedono tutti gli elementi necessari di giudizio, porta a considerare in modo ristretto la possibilità dei voli spaziali in genere. Questi sono i risultati di un vasto campo di ricerca scientifico-tecnica che abbraccia tutti i rami dello scibile: fisico, chimico, biologico, ecc.
Sottotesi c) - La peggiore influenza dell'ideologia dominante sul cervello proletario si manifesta con una corruttrice riverenza verso la potenza economica, sociale, scientifica e ideologica dell'avversario. Mai un rivoluzionario si convincerà che i dominii della conoscenza siano negati al partito comunista, che essi siano riservati soltanto agli addetti ai lavori, che saprebbero tutto su tutti i rami dello scibile come se ciò fosse loro impresso da una genetica di classe. La nostra battaglia anticulturalista incominciò nel 1912 contro coloro che volevano introdurre nelle scuolette di partito l'ambiente borghese, per il quale cultura significa accumulo quantitativo e individuale di nozioni; non fu certo diretta contro lo sviluppo di un'intelligenza collettiva nell'organo rivoluzionario.
Controsottotesi d) - Un altro errore è rappresentato dalla negazione assoluta che l'uomo non viaggerà mai nel cosmo [sic]. Ne consegue pertanto una posizione antievoluzionistica. La tesi corretta, che si desume dall'evolversi della specie umana, è la seguente: l'uomo - nel corso dei millenni - per continuare ad esistere, a riprodursi, si è adattato, con una ininterrotta azione e reazione di trasformazione, alle condizioni naturali del suo ambiente terrestre. Per questo, in ben delimitati limiti, è giusto dire: in quanto l'uomo riesce a riprodurre nello spazio le condizioni ambientali della propria esistenza, in tanto è capace di affrontare lo spazio stesso che lo circonda.
Sottotesi d) - Ogni comunista degno di questo nome, essendo rivoluzionario, è profondamente antigradualista e quindi antievoluzionista. La riproduzione artificiale delle condizioni terrestri dipende da un bilancio energetico soggetto alle leggi della fisica: ciò in epoca borghese significa bilancio economico soggetto alle leggi del profitto. La vita (e anche la mera permanenza) nello spazio sarebbe quindi possibile soltanto nel caso in cui l'intero ciclo spaziale con missioni umane e non automatiche producesse plusvalore. Finora ciò non è dimostrato. Per quanto riguarda società future, accettando per un momento il termine "evoluzione" in senso biologico, diciamo che l'uomo potrebbe adattarsi allo spazio in tempi di evoluzione biologica, cioè, appunto, migliaia e migliaia di anni. Oggi potrebbe certo sopravvivere nello spazio in condizioni artificiali, peggiori a quelle necessarie per vivere sotto terra o sott'acqua, ma non vivere nel senso pieno della parola. L'uomo di oggi, anche comunista, cui fatti materiali impediscono di sviluppare un'intelligenza sociale, non è neppure in grado di sapere se lo sviluppo futuro dell'umanità avrà bisogno dello spazio extraterrestre o meno.
Citazione di Engels aggiunta alle Tesine dai loro autori: "Se è vero, come Lei dice, che la tecnica dipende in massima parte dallo stato della scienza, a maggior ragione questa dipende dallo stato e dalle esigenze della tecnica. Quando la società ha un'esigenza di natura tecnica, questa aiuta a portare avanti la scienza più di dieci università" (F. Engels, lettera a W. Borgius, 25 gennaio 1894).
Commento alla citazione aggiunta. Il passo di Engels così continua: "Tutta l'idrostatica è nata dal bisogno di regolare il corso dei torrenti nell'Italia dei secoli XVI e XVII. Dell'elettricità sappiamo qualcosa di razionale solo da quando è stata scoperta la possibilità della sua applicazione viva. Ma in Germania ci si è purtroppo abituati a scrivere la storia delle scienze come se queste fossero cadute dal cielo". Il passo di Engels non può assolutamente essere utilizzato per dimostrare che "in epoca borghese scienza e tecnica procedono di pari passo" e che "è possibile raggiungere traguardi nel campo scientifico e tecnico, che sono tappe qualitative nel progredire storico del sapere umano" come erroneamente è affermato nelle "tesine". Engels sta parlando di materialismo con un interlocutore poco ferrato e gli ribadisce semplicemente la posizione materialistica secondo la quale la prassi precede la teoria e gli ricorda che il "pensiero" è subordinato alle condizioni materiali del suo sviluppo, cioè "non cade dal cielo". In questo senso la necessità di risolvere problemi reali è più carica d'insegnamenti e di sollecitazioni di dieci università. Nel testo di Engels il nocciolo della questione non consiste affatto nel "progresso" ma nella "storia delle scienze", le quali si sviluppano con lo sviluppo dell'umanità in diversi periodi storici. Bisogna aggiungere che questi ultimi sono oltretutto scanditi non da un tempo asettico, non da "tappe" qualsiasi, ma dall'ascesa e dalla sconfitta di ben precise classi.
Commento alla controsottotesi c ("...quando non si possiedono tutti gli elementi necessari di giudizio..." ecc.). Siccome Bordiga non amava mettere in mostra le sue credenziali e spesso sfotteva i vuoti discorsoni dei pedanti, capitava che a qualche interlocutore sprovveduto desse l'impressione di "sparare fesserie" senza fondamento, per usare un termine schiettamente suo. Nessuno ne è esente per grazia divina, ma il suo atteggiamento era agli antipodi di quello dei politici, il cui mestiere è appunto quello di sparare fesserie senza controllo. La sua dimestichezza con argomenti scientifici e il comportamento di tutta una vita non lasciano spazio ad illazioni dovute a semplice ignoranza del contesto.
Non erano per esempio fesserie certi schemi grafici, modellini della realtà che nella militanza politica faticava a far digerire ai compagni. Egli mutuava spesso certe immagini da teorie scientifiche o matematiche senza preoccuparsi di citare ogni volta la fonte. Prendeva magari a prestito lo schema della teoria delle cuspidi-biforcazioni (singolarità) traendone sia una sintetica spiegazione della teoria marxista dei successivi modi di produzione, sia una potente anticipazione di teorie che videro la luce vent'anni dopo. Il suo schema del rovesciamento della prassi, per esempio, è derivato dallo schema matematico della cuspide, che fu alla base della teoria delle catastrofi di René Thom. E non è un caso che, nel 1951, Bordiga abbia anticipato anche il nome di tale teoria (183). Sappiamo che studiò a fondo la teoria della relatività mentre era al confino e che, intorno al 1928 (184), redasse una traccia per integrare, alla luce delle nuove scoperte scientifiche, i semilavorati di Engels sulla dialettica della natura a partire dallo scritto su Dühring. In essa sono elencati i punti da sviluppare, che trascriviamo e che, come si vede, sono in relazione agli argomenti di questo volume:
"Tempo e spazio. Questione dell'infinità dello spazio e del tempo. Pretesa di considerare contraddittorio e falso ciò che non è pensabile. Serie infinita dei numeri e suo doppio senso; applicazione agli istanti di tempo e ai punti dello spazio. In che soccorra la dialettica in questa quistione. Origine dell'universo, teoria di Kant. Accennare le più recenti ipotesi cosmogoniche che tengono conto non solo della gravitanza e del calore, ma delle energie intra-atomiche e della teoria elettrica della materia. Relatività del movimento, della quiete e dell'equilibrio. Energia di movimenti e di posizioni. Perché la relatività è dialettica. Teoria di Einstein". (185)
Nei pochi fogli che ci sono rimasti vi è un unico capitolo semilavorato, il resto è una serie di appunti ed estratti da Engels che dovevano servire ad una esposizione per inquadrare i problemi e andare oltre. Non sappiamo se a voce ci fu una trattazione estesa e scritti più dettagliati non ne sono pervenuti, anche perché i prigionieri erano spesso perquisiti e gli scritti politici venivano sequestrati. Lo scopo degli appunti non era quello di "rifare" l'Antidühring o la Dialettica della natura di Engels, bensì quello di continuarne l'elaborazione teorica.
Note
(183) La teoria delle catastrofi ha in realtà due padri, René Thom e Vladimir Arnol'd. Quest'ultimo, in un suo saggio, dice che "l'antenata più diretta [di tale teoria] è la celebrata scuola italiana di geometria algebrica" (In Teoria delle catastrofi, Bollati Boringhieri, pag. 7). Abbiamo già visto che Bordiga conosceva bene questa scuola. Per quanto riguarda il nome, che negli anni '50 non esisteva ancora, può darsi che egli si riferisse ad un critico di Rosa Luxemburg (Eckstein) che aveva chiamato "teoria delle catastrofi" lo studio sull'accumulazione capitalistica. Il testo del 1951 dice: "La seconda curva, con cui si è voluto dare un'immagine semplificatrice della tanto deprecata teoria delle catastrofi, presenta ad ogni epoca delle punte che in geometria si chiamano cuspidi o punti singolari. In tali punti la continuità geometrica, e dunque la gradualità storica, sparisce, la curva non ha tangente o, anche, ammette tutte le tangenti, come nella settimana che Lenin non volle lasciar passare" (sottolineato nel testo). La prima curva era un sinusoide su assi cartesiani, rappresentante il gradualismo riformista. La descrizione riportata esprime, volutamente o meno, un ragionamento non riconducibile ad assi cartesiani bensì ad uno spazio delle fasi, in cui non ci sono alternanze o ritorni di punti sullo stesso percorso ma salti rivoluzionari. Il riferimento alla geometria è sicuramente collegabile alla scuola suddetta perché la teoria delle singolarità venne affrontata in quanto tale solo nel 1955 da Whitney. Cfr. Il rovesciamento della prassi nella teoria marxista, 1951, ora in Partito e classe, disponibile presso i Quad. Int. Vedere anche La passione e l'algebra cit.
(184) Durante il trasferimento da Ustica a Ponza Bordiga fu internato nel carcere dell'Ucciardone a Palermo. Fu qui che studiò la teoria della relatività di Einstein sull'esposizione che ne fece R. Marcolongo per le edizioni Hoepli. Siccome trovò diversi errori nella pubblicazione, Bordiga redasse una errata corrige e la spedì all'editore.
(185) La traccia non fu mai sviluppata. Conosciuta impropriamente col titolo di Appunti filosofici, essa è databile intorno al 1928 per via di un riferimento al cinquantenario dell'Antidühring (1878).