Numero 95, 14 luglio 2006

In cerca della comunita' negata

Rientro dei vincitori dei Mondiali. Festa per due milioni di persone in cerca di una comunità qualunque. Che però non trovano. L'ufficialità si presenta solo con uno stereotipato messaggio presidenziale e con un branco di pagliacci che fanno versi da animali su un palco. La frattura è netta, come sempre. Da una parte, seppur ridotto a gregge mobilitabile per qualsiasi cosa, quel che resta di umano; dall'altra un campione significativo di negazione totale dell'umano. Un campione che rischia, pur essendo blindato e alieno. Basterebbe un nonnulla e sarebbe fatto a pezzi. Come ci mostra in flashback una carica a testa bassa sul campo di gioco, ad uso di due miliardi di teledrogati, un guizzo di ribellione inconscia, un'atavica vendetta sul nemico che ti ha comprato. E lo zapping ci riporta in diretta anche varie riproduzioni in piccolo dell'alienazione di piazza: la massa anonima sembra fremere in un tripudio patriottico tricolore, mentre gli insensati conduttori di scemenze non la capiscono. Essa sventolerebbe qualsiasi bandiera pur di uscire dall'angoscia quotidiana. Pur di seppellire chiunque rappresenti l'esistente. E' già successo un po' dovunque nel mondo, ma i parolai, tranquilli e incoscienti, continuano a chiacchierare in salotto, come marziani che si trovano a distanza siderale dalla realtà.

2005: Una vita senza senso

Alleanze e scontri nel "cuore del mondo"

Mai come oggi l'Heartland asiatico ha rappresentato così bene il nome che gli fu dato: "Cuore del mondo", scenario principale della geopolitica. Qui l'asse sino-russo assume importanza primaria: il mercato cinese dà alla Russia un'abbondante boccata d'ossigeno, specie per quanto riguarda il settore degli armamenti, che la Cina ha sempre acquistato in abbondanza anche nei periodi di tensione reciproca. Le manovre militari congiunte dell'estate 2005, seguite con attenzione dai satelliti e dalle flotte americane del Pacifico, non erano semplici esercitazioni ma un vero e proprio dispiegamento di forza proprio mente si formava la Shanghai Cooperation Organization (SCO), con il fine di contrastare la penetrazione americana nel cuore strategico dell'Asia. Quest'organismo include già quattro repubbliche dell'ex Urss, fornitrici importanti di gas e petrolio, ed intende allargarsi a India (colloqui in corso dal 2005), Pakistan, Mongolia ed Iran. La Cina si appresta dunque a diventare il fulcro della geopolitica asiatica, evento che la dottrina militare globale americana non può naturalmente tollerare. E perciò gli USA incoraggiano da qualche anno il riarmo del Giappone (che poco per volta abbandona lo spirito di una costituzione scritta appositamente dai vincitori e fondata su principii esclusivamente difensivi con conseguente limitazione dell'industria bellica). Nello stesso tempo cercano di blandire l'India, alla quale hanno cancellato le sanzioni per la proliferazione nucleare, liberalizzando così prima di tutto il mercato degli armamenti.

2001: Il fiato sul collo (Usa-Cina)
2002: Cina, polveriera del mondo capitalistico
2005: Sindrome cinese
2005: Ucraina, Georgia, Libano, Kirghizistan…

IBSA, un'alleanza per tenersi a galla

La sigla IBSA sta ad indicare India, Brasile e Sud Africa, tre paesi che hanno deciso di avviare una cooperazione industriale, commerciale e militare attraverso due oceani. Uno degli intenti, dai risvolti strategici importanti, è quello di rompere il duopolio aeronautico Boeing-Airbus (USA-Europa) riunendo le tre industrie aeronautiche nazionali. Un altro è la formazione di un polo di difesa comune. La distanza, l'assetto geopolitico attuale, l'apparente diversità di sviluppo e fattori etnico-religiosi potrebbero far apparire strani e velleitari questi obiettivi, ma evidentemente le esigenze della globalizzazione e del Capitale locale in lotta per la sopravvivenza prevalgono su qualsiasi altro fattore. Il Brasile è la decima potenza industriale del mondo; il Sud Africa controlla un'area vasta e ricca di materie prime (Southern African Development Community); l'India ha un enorme mercato interno e ottime potenzialità di sviluppo del settore informatico e delle telecomunicazioni (investe nel settore satellitare più dell'Inghilterra). In tale contesto un programma industrial-militare comune è allo stesso tempo realistico e utopistico. Realistico, perché vi sono le potenzialità tecnico-economiche; utopistico perché un piano del genere si scontra immediatamente con la geopolitica americana, che prevede il controllo assoluto dei cieli e dei mari. Perciò nell'immediato IBSA non potrà far altro che integrarsi nella rete strategica americana dell'emisfero Sud, a vantaggio degli USA che così potrebbero liberare forze proprie e dislocarle in Asia. Ma, si sa, in caso di conflitto le alleanze si tramutano spesso nel loro contrario.

Flussi finanziari contro le leggi del profeta in nome del profeta

Si è tenuta in Malesia la seconda conferenza degli 8 paesi musulmani più popolati: Indonesia, Malesia, Pakistan, Bangladesh, Turchia, Iran, Egitto e Nigeria. Scopo dichiarato di questi incontri è incrementare gli scambi esistenti ed estenderli ad altri paesi musulmani per costituire una struttura di sostegno finanziario nel rispetto delle regole coraniche contro l'usura e l'investimento speculativo. Si tratta di fissare in un circuito specifico le attività creditizie e finanziarie del mondo islamico, che conta un miliardo e trecento milioni di persone insediate sui principali giacimenti di petrolio. Ovviamente il rispetto della religione è del tutto formale e tradisce la sostanza: la finanza islamica non è diversa da quella del resto del mondo, specie per quanto riguarda il reinvestimento della rendita petrolifera. Gli Stati Uniti e l'Inghilterra fanno buon viso a cattiva sorte: spaventati dalla possibile sottrazione al loro controllo di una massa enorme di capitali, cercano al solito di dividere e imperare, facendo soprattutto pressioni sull'Arabia Saudita, amico politico e concorrente finanziario. Gli Stati Uniti, in particolare, cercano di contrastare la finanza islamica rafforzando il tradizionale asse tra paesi loro alleati e proiettati verso il Pacifico, proponendo ad esempio un'area di libero mercato con perno su Malesia, Thailandia, Singapore ed Australia.

2002: Leggi di simmetria e scenari da incubo

Fede e spettacolo

Il film tratto dal romanzo di Dan Brown, "Il codice Da Vinci", ha attirato folle di spettatori, specie in Italia dove il Vaticano ha esortato i fedeli a boicottarlo. L'Opus Dei aveva chiesto ottusamente - e invano - di inserire almeno una presentazione che chiarisse la discrepanza fra il film e il Vangelo. Come se il pubblico fosse ancora sensibile a richiami del genere. Infatti il boicottaggio ha ottenuto il risultato di propagandare ancora di più sia il libro che il film. Eresie e scismi succedutisi nella storia con le violente risposte della Chiesa furono conseguenza dello sviluppo di precisi rapporti di classe, ma oggi la vita reale non è più influenzata dalle Sacre Scritture; la religione, non importa quale, è diventata politicamente indipendente dal proprio programma originale. Con l'autonomizzazione del Capitale e la smaterializzazione di tante merci, s'è autonomizzata e smaterializzata anche la liturgia. Il protestantesimo, ad esempio, ha fatto a meno da mezzo millennio sia delle crociate di interdizione, sia di apparati luccicanti e arcaici. La fede si individualizza nonostante le manifestazioni di massa simili a quelle del mondo calcistico e sindacale, mentre gli appelli pubblici dell'apparato ecclesiastico romano cadono nel vuoto, diventando addirittura controproducenti. La dura realtà materiale incombe sull'individuo che vede l'intrattenimento per quello che è, un tentativo d'evasione da una vita insopportabile. Meglio dunque se portatore di messaggi "falsi" e "irreali", fino a trasformare le divinità in superstar hollywoodiane.

1950: Chiesa e fede, individuo e ragione, classe e teoria

Età della ragione e della scienza?

Dilaga l'illusione di poter rispondere all'antica esigenza del "conosci te stesso" tramite pratiche "alternative", dallo yoga agli oroscopi, dai test sulla personalità al miglioramento dell'Io. Questa non è un'epoca che possa sviluppare conoscenza profonda. Il singolo, intontito com'è dai luoghi comuni generati dalla fase senile del capitalismo, non ha mai saputo così poco della propria vita. Veri e propri ossimori lo assediano: la guerra è chiamata "missione di pace", la famiglia in cui genitori e figli si massacrano a vicenda è considerata "sacra", la medicina - che dovrebbe evitare la malattia - si limita a curare eterni malati garantendo enormi profitti, e così via. Ad esempio, negli Stati Uniti il business dell'irrazionale supera quello della General Motors. Le pseudoconoscenze tanto in voga sono per le masse come una droga leggera basata sull'irrazionale, ma l'antidoto non sta certo nella scienza "vera", quella ufficiale. Questa anzi, impregnata di ideologia, è droga pesante fornita dalle accademie ai rampolli del Capitale, tanto che l'uomo non riesce più a decifrare la natura e tantomeno a progettare la propria simbiosi con essa, riesce solo a distruggerla. Mai come oggi il "progresso" si è accompagnato a un rigurgito di metafisica e feticismo, sintomi inequivocabili delle società morenti, in transizione.

2004: Orazione in morte della trinità Religione, Filosofia e Scienza

Droga ed esistenza drogata

Le statistiche ufficiali ci dicono che in Italia 1,3 milioni di persone fanno uso di cocaina, una delle droghe più diffuse nel mondo sviluppato (ma dai residui trovati analizzando l'acqua del Po si deduce che la cifra sia in realtà più che doppia). L'età del cocainomane è compresa mediamente tra i 15 e i 54 anni; ciò significa che si cerca una via di fuga nel miglior periodo della vita. Si tenta di sfuggire una schiavitù generale aggiungendone una specifica. Esaltando il ruolo del denaro al di sopra della vita. Perché chi cade nalla doppia schiavitù non solo si aliena a sé stesso, ma è anche "usufruttuario fedifrago della salute della specie", cioè rovina la propria carcassa di cui non è "proprietario". Non c'è solo la cocaina: ci sono anche le merci qualsiasi, l'alcool, il fumo, il cibo-spazzatura. Già Engels individuava nell'abuso proletario di alcool e oppio il modo peggiore per "darsi animo"; oggi la tendenza a rendersi alieni alla realtà è ingigantita dalle crescenti contraddizioni intrinseche del modo di produzione capitalistico, e l'esasperata dipendenza dalla merce/droga è una naturale evoluzione di questa forma sociale. La bestia-consumatore non può che consumare in nome della proprietà individuale sull'oggetto di scambio tramite denaro. All'uomo d'oggi è perciò negato l'uso sociale dell'oggetto del bisogno, la vita tutta non può che essere in qualche modo drogata.

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