Numero 100, 25 ottobre 2006
Guerra in Iraq, borghesia americana al bivio
Il The classified National Intelligence Estimate, una valutazione di 16 agenzie di spionaggio americane "afferma che la guerra in Iraq, piuttosto di arginare la crescita del terrorismo l'ha aiutato ad alimentare la sua espansione attraverso il globo. La valutazione è stata completata ad aprile, ed è la prima revisione formale delle teorie statunitensi sul terrorismo globale da quando è iniziata la guerra in Iraq. Una dozzina di ufficiali ed esperti di terrorismo hanno descritto il documento al New York Times, ma alla condizione dell'anonimato a causa dei contenuti segreti" (NYT). Dunque afferma che la guerra in Iraq aggraverebbe il problema del terrorismo nel mondo. Non c'è da stupirsi che anche a livello di propaganda elettorale venga utilizzato sempre più spesso questo argomento: la guerriglia irachena intensifica le azioni e i morti americani aumentano anziché diminuire perché gli Stati Uniti mostrano di volere una occupazione permanente del paese. Fra i generali e persino nelle file del partito repubblicano è ormai moltitudine chi chiede apertamente una revisione della strategia militare. Intanto la Camera USA ha approvato un progetto-legge per altri 70 miliardi di dollari da destinare alle guerre irachena e afghana, mentre all'interno della borghesia americana si sta sviluppando una lotta di potere che non esclude la possiblità di far cadere l'attuale presidente con l'esecutivo di cui è espressione.
2001: La Guerra planetaria degli Stati Uniti d'America
USA-Iran, lotta a colpi di finanza
L'8 settembre scorso il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha vietato a tutte le banche americane di commerciare con la Banca Saderat – una delle più importanti dell'Iran – accusata di finanziare il terrorismo. Un divieto esteso a tutte le banche estere che hanno succursali negli Stati Uniti. Di conseguenza la Saderat ha immediatamente deciso la parziale vendita delle proprie riserve in dollari. Ed è stato subito dietrofront: la fragilità della valuta statunitense è tale che una rapida dismissione iraniana avrebbe rischiato di provocare reazioni a catena sul mercato delle valute e sul comportamento delle banche centrali specialmente asiatiche. Gli Usa hanno quindi consentito alla banca centrale del Giappone di compensare sui mercati internazionali gli scambi della Saderat, in violazione delle proprie stesse direttive. Il controllo della finanza islamica è adesso una priorità per gli USA, disposti a tutto pur di evitare una sua saldatura con l'Euro.
2005: Rumori di guerra attorno all'Iran?
La rete cinese si allarga
La Cina continua a tessere rapporti con i paesi dell'Asia centrale per garantirsi i necessari approvvigionamenti energetici. Una nuova "via della seta" di ferrovie e oleodotti per trasportare le risorse dal Mar Caspio allo Xinjiang, la regione più ricca di giacimenti petroliferi. Nell'ambito della Shanghai Cooperation Organization, la Cina ha instaurato relazioni di "buon vicinato" in particolare con il Kazakistan: il volume degli scambi commerciali tra i due Stati potrebbe raggiungere i 5 miliardi di dollari entro il 2010 grazie in particolare all'oleodotto di Atasu, in funzione dal mese di maggio, che rappresenta la prima fornitura diretta di combustibile per la Cina. Allo stesso tempo proseguono col Kirghizistan le "esercitazioni anti-terrorismo": un percorso iniziato nel 2003 tra i due paesi e poi proseguito da tutti i paesi aderenti alla SCO, ad eccezione dell'Uzbekistan.
2002: Cina,
polveriera del mondo capitalistico
2005: Ucraina,
Georgia, Libano, Kirghizistan
La spy-story del capitalismo anonimo
La spy-story Telecom ha messo in luce un fenomeno che rappresenta l'ultimo e più marcescente livello di sviluppo del capitalismo: infischiandosene di regole e leggi, una massa di capitali senza capitalisti è sfuggito al controllo di capitalisti senza capitale (l'azionista di controllo possiede meno dell'1% della Telecom). In tale dinamica abbiamo visto un settore del Capitale cercare la propria valorizzazione tramite interessi multiformi e volatili, darsi una struttura proprietaria super-articolata che utilizza gli uomini indipendentemente da qualsiasi piano industriale, mirare solo al profitto finanziario che, come al casinò, è sempre a somma zero. Come i capitalisti diversificano i loro investimenti per prevenire perdite, così il capitale diversifica i propri agenti e funzionari: non sono un'eccezione i miserabili personaggi messi alla gogna pubblica; il turbo-capitalismo finanziarizzato ha bisogno di simile materiale umano per operare senza freni giuridici e se lo crea. L'attuale modo di produzione sopporta sempre meno di farsi imbrigliare dalle catene della proprietà personale e tende a darsi una struttura impersonale ed a-nazionale: l'impresa finanziaria de-territorializzata. Con buona pace dell'industria produttiva di un tempo, come può constatare chiunque usufruisca dei servizi imbellettati ma mostruosamente inefficienti di queste strutture.
2005: L'autonomizzarsi del Capitale e le sue conseguenze pratiche
Gomorra
In soli tre mesi il libro Gomorra è diventato un best-seller grazie al tam tam di rete dei lettori. Napoli è descritta dall'esordiente Saviano come una realtà off-limits: ragazzini-killer pronti a tutto per denaro; boss che si fanno imprenditori, e viceversa; droga ad ogni angolo; montagne di rifiuti sparsi per la città. Il tutto gestito dall'organizzazione criminale che ha il maggior numero di affiliati in Europa, e che si rinnova in linea coi mutamenti del capitalismo internazionale: mentre negli anni '80 qualcuno sognava ancora una "Fiat della malavita", oggi "alla camorra non interessa mettere a stipendio l'intera massa che preme per entrare nel mercato imprenditorial-criminale", le basta essere sistema. Le varie mafie operano ormai come reti, connesse da singoli hub che costituiscono il loro piccolo clan affiliato. Un sistema flessibile che risulta fondamentale per "far muovere capitale, fondare e disfare società, far circolare danaro ed investire con agilità in immobili". In questo contesto non è più la camorra che "infiltra lo Stato" ma è lo Stato che infiltra la camorra, è cioè il sistema dei partiti che ha bisogno delle varie mafie per sopravvivere alle tornate elettorali. E il sistema sta diventando internazionale: non è un caso che il porto di Napoli sia lo snodo principale delle merci cinesi, regolari e no, destinate ai mercati d'Europa.
L'uomo è un animale sociale
La scoperta dei neuroni-specchio ha rivoluzionato le neuro-scienze cognitive con la dimostrazione che gli uomini sono esseri sociali, dato che i relativi comportamenti sono reciprocamente influenzati anche a livello biologico inconscio. Quando un individuo assiste a un'azione di un suo simile, nel suo cervello si mettono in moto gli stessi neuroni che si metterebbero in moto se egli stesso compisse quell'azione. Ogni individuo è quindi determinato da ogni altro, specie nell'infanzia. Il che è come dire che l'individuo non esiste. "L'idea che ciascuno debba farsi la propria vita senza badare al resto è l'esatto contrario della natura umana. Quando la gente dice di non sapere il motivo della sua infelicità, è solo perché non ha contatti sociali", ha affermato uno degli "scopritori" di questi neuroni (Rizzolatti). Sembra che l'autismo sia una patologia legata al malfunzionamento di questi neuroni. Gli specchi cerebrali integrano infatti gli input esterni in una rete comprendente tutto l'organismo, in una sorta di interazione intersoggettiva al di là del linguaggio parlato. Il "DNA neuronale" dello specchio memorizza sia le esperienze immediate che quelle di specie, quindi non solo non esiste l'individuo, ma la specie homo è definita, oltre che dai vivi, anche dai morti e da coloro che non sono ancora nati, dei quali siamo rispettivamene la continuazione e la premessa (e diventa fatuo, assurdo, ogni preteso esistenzialismo basato sul solo presente).
2000: Il cervello sociale