Numero 123, 18 marzo 2008

XXXI incontro redazionale - Rimini, 4-5-6 aprile 2008

Anche quest'anno apriamo due delle nostre riunioni trimestrali ai lettori di n+1. Chi fosse interessato ci scriva, gli invieremo il programma dettagliato. Consigliamo di arrivare la sera di venerdì 4 aprile per cena. Le relazioni occuperanno tutta la giornata di sabato e la domenica mattina. Il costo è di 76 euro (due giorni di pensione completa in hotel tre stelle).

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Non c'è limite al cretinismo parlamentare

Stiamo ricevendo sulla nostra casella di posta elettronica l'insopportabile paccottiglia che i solerti attivisti del Barnum elettoralesco infilano nelle buche elettroniche come si fa in quelle dei condominii con i dépliant dei supermercati. Si distinguono fra tutti i "compra tre, paghi due" dell'Arlecchino - pardon, Arcobaleno. "O d'ogni vizio fetida sentìna, dormi, Italia imbriaca" di competizioni elettorali. Piantatela di romperci le scatole con i vostri piagnistei smidollati che chiamano le pecore al voto perché scelgano ogni pochi anni da chi meglio essere sfruttate, e frustate (mai sentito questo Lenin o preferite quello da operetta che vi siete inventato e poi dimenticato?).

1919: O preparazione rivoluzionaria o preparazione elettorale
1953: Il cadavere ancora cammina

Celebriamo anche noi il sessantotto. Morto

Il Sessantotto fu un movimento destinato alla sconfitta dalle sue stesse premesse: milioni di persone cercarono qualcosa di nuovo senza tuttavia avere gli strumenti per trovarlo. Fu ovviamente molto importante, ma solo perché dimostrò un assioma di Marx: dal 1848 in poi, la vittoria del partito rivoluzionario non è possibile senza la disfatta completa del partito democratico. Nel '68 e anni seguenti ciò non avvenne, anzi. Ora si celebrerà il quarantennale. Già si è aperta la grancassa delle opinioni, delle analisi sociologiche e delle interviste ai reduci. Molti giovani immaginano il Maggio francese come un lampo a ciel sereno e un punto di svolta storico, da cui partì la scintilla per il resto del mondo. Ma non ci fu alcun lampo. Il presunto assalto al cielo in versione postmoderna fu in realtà la manifestazione integrale della controrivoluzione che salvava sé stessa. Il Sessantotto, infatti, rinsaldò il blocco storico fra la piccola borghesia e il magma interclassista studentesco, blocco che tentò di coinvolgere anche il proletariato. Senza riuscirci, ovvio: da quella parte c'era già lo stalinismo, che in fatto di controllo interclassista era incomparabilmente più forte. Oggi qualcosa è cambiato, e dalla dinamica dei fatti constatiamo che comunque la rivoluzione non è stata con le mani in mano: essa non ha consentito che si formasse un partito del Sessantotto in grado di sostituire quello stalinista. In grado cioè di perpetuare nel tempo il partito storico della democrazia. Il sessantottismo gruppettaro è stato spazzato via. Ma, anche se l'impossibilità di tornare indietro non coincide per adesso con la possibilità di andare avanti, s'è verificata una condizione nuova: tra il proletariato e la borghesia, nonostante il loro mortifero abbraccio, non c'è più il partito della mediazione.

2004: L'operaismo italiano e il suo Sessantotto lungo vent'anni

La politiguerra americana sbarca in Tibet

Persino il Dalai Lama è cauto nel valutare l'origine dei moti sociali in Tibet, duramente repressi dagli occupanti cinesi. Naturalmente ci sono tutte le premesse materiali per una rivolta dei tibetani, ma è anche ovvio che nella guerra attuale fra potenze è meno dispendioso assecondare una ribellione esistente che fomentarne una nuova. Da questo punto di vista la Cina è assai vulnerabile: rivolte sono già scoppiate contro paesi suoi alleati (Birmania), mentre Tibet, Taiwan e Xingjiang sono i lati deboli interni, tutti perfettamente utilizzabili se tra Cina e USA dovesse entrare in crisi l'attuale delicata complementarità economico-finanziaria.

1951: Oriente

Prove tecniche di guerre stellari

Anche gli americani, come qualche mese fa i cinesi, hanno spedito un missile a polverizzare un satellite militare in avaria. L'azione sarebbe stata necessaria perché il serbatoio del satellite conteneva ancora 453 Kg di carburante (atrazina) che, se si fosse dissolta nell'impatto con gli strati alti dell'atmosfera, avrebbe provocato inquinamento. Teneri generali ecologisti. Quando furono i cinesi a spargere rottami di satellite lungo le ambite orbite militar-commerciali, salirono al cielo vibrate proteste americane. Adesso seguono la stessa via vibrate proteste russo-cinesi. A parte la commedia diplomatica, la guerra fa un altro passo con prove spaziali.

2007: Guerre stellari

Torture a Bolzaneto

La violenza scatenata a Genova nel 2001 da alcune componenti dello Stato è molto significativa: nella caserma di Bolzaneto durante il G8 le persone rastrellate dalla polizia hanno subìto minacce, insulti, umiliazioni, botte, sputi; sono state obbligate in posizioni massacranti e umilianti, i loro volti sono stati marchiati, le loro dita spezzate. Una bestialità persino incomprensibile nei confronti di un movimento interclassista, fondamentalmente pacifista, senza programma politico, tutt'al più ecologista di maniera. L'unica spiegazione è che l'odio di classe si riversa anche su movimenti che sono tutto meno che classisti, un piccola prefigurazione di ciò che potrebbe essere se lo scontro si spostasse davvero fra borghesia e proletariato.

2001: Genova, o delle ambiguità

Cronaca nera, mobilitazione politica

Soffermiamoci un momento sull'uso pervasivo che da un po' di tempo a questa parte si fa dei casi di cronaca nera: essi sono scientificamente utilizzati per vendere più giornali o catturare più audience, ma l'effetto collaterale, voluto o meno, è anche quello di montare campagne politico-mediatiche sulla cosiddetta sicurezza. E tutto fa brodo, dai massacri in famiglia al superclassico delitto dell'immigrato, gonfiato a dispetto di ogni statistica criminologica. Di queste premesse nasce la biliosa rincorsa dei partiti, ognuno teso a dimostrare di essere più sbirro degli altri. Una corsa all'instaurarsi di un "esecutivo forte", e quindi al prepararne le condizioni ambientali.

1945: Forza, violenza, dittatura nella lotta di classe

Palestina, massacro continuo

La "questione palestinese", come tutti i residui nazionali non risolti, non avrà soluzione finché non rientrerà come caso particolare e locale nella rivoluzione proletaria internazionale. Per quanto si possa ammirare la combattività di un popolo che si fa uccidere per decenni piuttosto che abbassare la testa, la strategia della vittoria, anche nazionale, non può essere il suicidio, facilitato da un nemico che non si fa alcuno scrupolo di ricorrere al genocidio. Non si può invece avere alcuna simpatia per la borghesia palestinese, complice del nemico e da esso corrotta fino al midollo. L'ennesima azione militare israeliana nella striscia di Gaza mostra oltre tutto quanto sia fasulla la solidarietà dei paesi arabi "fratelli": nessuno ha mosso un dito, come al solito, anzi, l'Egitto si è subito mobilitato a chiudere il varco di frontiera che i palestinesi avevano aperto per rifornirsi di cibo, acqua, medicinali, carburante.

2000: Dallo scontro fra borghesie vendute non verrà pace in Palestina
2002: Palestina, scontro fra borghesie vigliacche

Guerra: mattanza e lobotomia

Nel 2007 la Nato ha ucciso almeno 500 civili in Afghanistan, dice un rapporto ufficiale dell'organizzazione che rileva dati sulla sicurezza per le ONG presenti nel paese. E il generale Fabio Mini aggiunge che è abitudine classificare come guerriglieri un numero ancora più grande di vittime fra la popolazione civile. La disinformazione militare esiste da quando esiste la guerra, ma il gigantesco dispositivo bellico USA-NATO utilizza la disinformazione come una vera e propria armata combattente. Da una parte intensifica i bombardamenti aerei e il ricorso a vaste offensive terrestri nel martoriato paese, dall'altra intensifica il lavaggio del cervello nel mondo, una vera e propria omologazione orwelliana all'ideologia della politiguerra.

2007: Dall'equilibrio del terrore al terrore dell'equilibrio

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