Newsletter numero 174, 8 giugno 2011

Aforisma lapidario

"Nessuno mente quanto colui che si indigna" (Friedrich Wilhelm Nietzsche). Aggiunta nostra (con un aiutino di Marx): s'indigna il moralista democratico per le ingiustizie; combatte il proletario, perché a lui non è fatta una ingiustizia particolare ma l'ingiustizia universale.

Da Porta del Sol a Piazza Sintagma

Negato per adesso l'apporto della genuina lotta di classe, la rivoluzione non si ferma certo per questo. Essa avanza dando luogo a fenomeni ibridi fra conservazione e superamento del sistema. Individui precedentemente atomizzati entrano in fibrillazione e si aggregano per finalità collettive. A volte contro qualcuno (banche, governi, burocrati), altre volte per ottenere qualcosa (libertà democratiche, riforme). Nascono così delle comunità spontanee o intenzionali, effimere o permanenti. A Madrid, per protestare contro il lavoro precario e la disoccupazione, migliaia di giovani hanno occupato il centro della città. C'è sicuramente un moto di emulazione dei fatti di Atene, Tunisi, Il Cairo. In Italia giovani studenti spagnoli e greci hanno tentato di coinvolgere quelli locali. Nessuno può sapere quale sfogo troverà la pressione crescente. La consapevolezza di una vita senza senso varia ovviamente da individuo a individuo, da situazione a situazione, ma l'onda tellurica è unica e si sta propagando con grande velocità non solo sulle sponde mediterranee.

2005: Una vita senza senso

Politiguerra e marasma sociale

Le rivolte nel mondo arabo contro le insopportabili condizioni di vita si stanno organizzando, e tendono a trasformarsi in insurrezioni. La repressione non è finora riuscita a spegnere questo generalizzato incendio sociale. Dopo la Libia anche lo Yemen sembra avviarsi verso la guerra civile, la Siria segue a ruota con il Bahrein. Quest'ultimo è stato praticamente annesso manu militari dall'Arabia Saudita. La Turchia, che cerca di vestire i panni del mediatore, non riesce a controllare la propria popolazione a cominciare dal forte proletariato. Ogni rivolta particolare è un piccolo tassello di quella generale e questa a sua volta ci ricorda che la rivoluzione non dorme mai.

2011: Marasma sociale e guerra

Il peso del presente

L'Istat ci informa che oltre due milioni di giovani italiani tra i 15 e i 29 anni non studiano più ma neppure cercano lavoro o si preoccupano della propria formazione. E' nato persino l'ennesimo acronimo tra i tanti prodotti dal moderno mal di vivere: neet, ovvero "not in education, employment or training". Il lavoro morto (il Capitale) ha afferrato i vivi e li ha trasformati in zombie procurando profitti e redditi ai fabbricanti di psicofarmaci, agli strizzacervelli, ai sociologi e a tutta la variegata genìa di saprofiti del Capitale, quella che vive sulla materia organica in decomposizione. Ricordiamoci che Matrix è solo un film, nessun Messia verrà a staccare i connettori tra i cervelli e la macchina del plusvalore.

1995: Rompere con il capitalismo

L'ecologia che salverà il mondo

Il Capitale vampirizza il mondo anche quando si presenta in sembianze di piazzista con mirabolanti soluzioni "verdi". Pur dipinto di verdastro, il lupo perde il pelo ma non il vizio e ancora una volta nel Sud, in Puglia, dei lavoratori, per la maggior parte immigrati, hanno dovuto scioperare e manifestare contro un trattamento tanto inumano da obbligare la Procura di Lecce a ipotizzare il reato di "riduzione in schiavitù" a carico di una multinazionale spagnola. Montavano pannelli fotovoltaici con orari pazzeschi e paghe irrisorie (peraltro non distribuite), sotto il ricatto del rimpatrio. Alcuni pagavano addirittura per lavorare invece di essere pagati. Oh, yes, we can! Noi possiamo. E' vero, per adesso possono.

2001: L'uomo e il lavoro del Sole

Smaterializzazione spinta

Steve Jobs sembra essersi fisicamente immedesimato nella smaterializzazione industriale di cui è giustamente ritenuto il Guru. Precettore spirituale di milioni di estatici consumatori, interpreta a meraviglia l'autonomizzazione del Capitale via reti e comunicazioni. La levitazione metafisica delle merci, un tempo scaturite dal carbone, dall'acciaio, dalla forza-lavoro e oggi prodotte da silenziosi e infaticabili robot, conserva un po' di atomi di pesantezza nell'hardware che deve per forza "interfacciare" i nostri sensi, ma per il resto è "nuvola". La macchina a vapore, localista e proudhoniana, ha lasciato il posto alla rete elettrico-digitale, comunista. Il Guru ci ha appena informati che il passaggio è definitivo: la sua apparentemente insulsa tavoletta, l'iPad, sarà il terminale di qualcosa che risiederà in rete, l'iCloud, la nuvola telematica, appunto. Altro acciaio, altra plastica, altro silicio, altro tempo di lavoro che se ne vanno. Primitivisti ingenui piangono la pesantezza perduta. Ma quando fosse sciolta la questione del potere la tecnologia sarà una soluzione, non un problema.

2011: Merci immateriali

Parole al vento

Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia e futuro presidente della BCE, afferma: "abbiamo bisogno di un sistema dove, se necessario, le banche possano fallire". E' il ritornello di tanti liberisti, anche se sanno benissimo che ce ne sono alcune "troppo grosse per fallire". E sono proprio quelle che combinano disastri proporzionali alla loro potenza. Ora, le banche sono salvate dagli Stati, ma chi salverà gli Stati? Coerenza vorrebbe che i liberisti proponessero di lasciarli fallire. Il che non è certo pensabile quando il paese faccia parte di un sistema economico-monetario come quello europeo, per quanto tale sistema sia scassato (o proprio per questo). Eppoi, stando ai dati del debito complessivo dovrebbero, primi fra tutti, fallire gli Stati Uniti. Basterebbe comunque il crollo di un paese assai meno importante per innescare reazioni a catena incontrollabili, come nella bomba atomica.

2008: Non è una crisi congiunturale

E siamo ancora ben lontani dal Terrore

Il sindaco di Castellammare di Stabia: "La situazione sta diventando insostenibile, da questa mattina sono in atto azioni sovversive in città. La protesta degli operai [della Fincantieri in lotta] deve assolutamente rientrare e restare nei limiti della legalità. Chiedo, in maniera accorata, al prefetto di concentrare ora, subito, a Castellammare di Stabia tutte le forze necessarie a recuperare il controllo della piazza e a ripristinare la legalità. Un solo attimo di ritardo potrebbe far arrivare le cose troppo oltre. Se necessario coinvolgere l'Esercito. Chiedo allo Stato, in tutte le sue articolazioni, di non lasciare sola la città di Castellammare in questo difficile momento". I preti, che hanno un paio di millenni d'esperienza più del sindaco forcaiolo, usano un altro registro:  "La rivolta è il simbolo di una rabbia che c'è nel cuore della gente e che non è più contenibile", dichiara il presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro.

1962: Evviva i teppisti della guerra di classe! Abbasso gli adoratori dell'ordine costituito!

Criticità di scala

Proprio mentre in Cina crescono i consumi, una inusuale siccità provoca l'aumento dei prezzi alimentari, e la mancanza d'acqua una flessione della produzione di energia idroelettrica con relativo aumento del costo del carbone. I black out programmati inducono l'accensione dei generatori diesel d'emergenza proprio mentre la produzione cresce e inducono di conseguenza una tensione sul mercato del petrolio, addirittura a scala globale. Niente è piccolo in Cina, e il sistema economico più grande del mondo è sottoposto più di tutti gli altri alla legge dei rendimenti decrescenti. Ma la Cina è integrata nel sistema mondo...

2004: Petrolio

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