Newsletter numero 184, 8 marzo 2012
Funerale per il capitalismo
Che il capitalismo sia ormai un "cadavere che cammina", i comunisti lo affermano da tempo. Adesso lo dicono con apprensione persino alcuni borghesi. Ma, mentre questi sono alla disperata ricerca di espedienti per rappezzare lo zombie, altri incominciano a sentire il bisogno di liberarsene per sempre. Il movimento Occupy Wall Street di Oakland ha celebrato in gran pompa il funerale del capitalismo, con una allegra festa collettiva. Folklore? Può darsi. Ma dopo due grandi scioperi generali e migliaia di manifestazioni organizzate dal movimento stesso, è meglio scegliere una definizione più appropriata.
1952: Raddrizzare
le gambe ai cani
1953: Il
cadavere ancora cammina
2011: Occupy
the World together
Occupy Val di Susa, occupy the World
Il movimento No Tav è uscito da un pezzo dai confini della Val di Susa coinvolgendo gruppi sparsi di militanti in Italia e all'estero. Nel contesto internazionale, era inevitabile che questa lotta locale tendesse a saldarsi con quella globale che ha scosso il mondo nell'anno appena passato. Il super treno passa in secondo piano, diventa un simbolo e prende il sopravvento il bisogno di comunità. Il locale diventa "glocale" e, parafrasando Marx, da Susa a New York "ciò che sembrava un mezzo è diventato lo scopo". L'organizzazione territoriale connessa in una rete ormai mondiale anticipa i caratteri della rivolta futura, l'estinzione della pratica rivendicativa compatibile col sistema.
2005: Una vita senza senso
Merci immateriali, alienazione cibernetica
Zuckerberg, l'antipatico ragazzo del Social Network raccontato da Hollywood, va in borsa ed è subito danza di miliardollari. Una cosetta da niente, un gioco da studenti annoiati, diventa potenza economica monetizzando l'impensabile, cioè il rapporto immateriale fra persone. L'ideatore, anzi lo sfruttatore del gioco è già salito nell'olimpo dei battilocchi trasformando un passatempo in una montagna d'oro. E' proprio vero: "Il Capitale non è una cosa, è un rapporto". Ma è per questo che produce la sua antitesi: Facebook non è solo una merce, può diventare un'arma.
2003: Angoscia
tecnologica metropolitana
2011: Merci
immateriali
Lacrime di coccodrillo
Si inferocisce la guerra di classe dei governi borghesi contro il proletariato e cresce il piagnisteo del variopinto schieramento riformista. Ma l'indignazione non fa un baffo a chi procede spedito allo smantellamento dei vecchi schemi sindacal-corporativi ereditati dal fascismo. E' dalla fine della guerra che la nostra corrente propugna l'abbandono della gabbia concertativa a favore della discesa nel campo aperto della lotta. Ora è naturale che il sindacato che ha lavorato per decenni alla costruzione di ingabbiamenti normativi condivisi col nemico, si trovi completamente spiazzato di fronte alla lotta di classe pura e semplice che richiederebbe una risposta adeguata. Della quale si sente sempre più il bisogno man mano i rapporti capitalistici imputridiscono.
2002: Una
storia infinita di "Articoli 18"
2008: Non
è una crisi congiunturale
Dal ventre della balena
Benché la prassi delle lamentazioni legalitarie abbia ancora il netto sopravvento anche nella base della CGIL, in questo sindacato serpeggia aria di ribellione. Non che oggi possa succedere chissà che. Se infatti il malcontento dovesse aumentare fino alla rottura, la cosa più probabile sarebbe una scissione con relativa nascita di un ennesimo sindacatino fotocopia. Ad ogni modo è assai significativo che all'interno di questo bastione della conservazione sociale incominci ad incrinarsi il concetto di responsabilità verso il capitalismo.
2010: A tutti i lavoratori che salgono sui tetti
Partita di giro
Gongolano i sinistri difensori della legalità per la eternamente annunciata e mai attuata "persecuzione" degli evasori fiscali. Gongolano i tardi laicisti per il prospettarsi dell'applicazione dell'ICI ai beni commerciali della Chiesa. Si sorvola sul fatto che quando la borghesia raschia il barile ricorrendo a misure estreme "contro" sé stessa, ne escogita altre ben più micidiali a danno dei proletari.
1993: Il capitalismo è marcio
Diciassette febbraio 1600
Chi si pone in modo vigoroso, argomentato, non velleitario, contro l'ideologia e i metodi della classe dominante, che lo sappia o no è in ogni epoca un militante della rivoluzione. Quattrocentododici anni fa Giordano Bruno fu bruciato per questo. La sua denuncia contro "la bestia trionfante", cui voleva "dar spaccio" (da cui cioè voleva prender commiato), fu il recupero delle conoscenze antiche in una concezione unitaria della natura che non era solo riflesso di Dio ma Dio stesso. In questa anticipazione del panteismo enciclopedista, egli non concesse spazio al dualismo spirito/materia, al culto dell'individualismo, accidente derivato dall'osservazione di una molteplicità ingannevole, semplice apparenza di un universo che invece era riconducibile a una visione monistica, in cui l'operosità dell'uomo era solo parte del tutto.
1996: Militanti delle rivoluzioni
La fabbrica diffusa
Si disegna un mobile. Lo si ingegnerizza al computer rendendolo compatibile con una produzione robotizzata. Si distribuisce il software così ottenuto in giro per il mondo a fabbriche attrezzate allo scopo. Le si collega entro una rete logistica planetaria che comprende il ciclo completo, dal reperimento delle materie prime ai punti di distribuzione. Si imballano i componenti del mobile con il criterio di un "gioco costruttivo" (meccano, lego, puzzle). Si invita il compratore a configurare al computer la mobilia di cui ha bisogno. Lo si guida alle scaffalature dove prelevare i componenti. Infine lo si integra nel processo di produzione affidandogli il trasporto e il montaggio. E' la fabbrica che si prende la società, la società che si prende la fabbrica o un embrione del futuro uomo-industria di Marx che integra produzione e vita?
2000: Operaio
parziale e piano di produzione
2001: Rottura
dei limiti d'azienda
Traiettoria ballistica
Non s'era più sentito parlare del cannone elettromagnetico, ma adesso sembra che la US Navy ne abbia costruito uno in grado di infondere ai proiettili 32 megajoule di energia cinetica. Un megajoule corrisponde a una tonnellata, ad esempio di acciaio, che impatta a 160 Km/ora. A che cosa possa servire un aggeggio a semplice traiettoria balistica nell'epoca dei missili auto-guidati non si sa: le corazzate con mostruosi cannoni sono morte per sempre a Pearl Harbor nel 1941 e i cannoni da fortezza non avevano già più senso nel 1914. D'altra parte non ce lo vediamo un megacannone caricato a pallettoni per sparare 32 megajoule in faccia ai civili in rivolta di una megalopoli. Più facile che un lobbista dell'industria militare abbia infinocchiato qualche politico al Ministero della Difesa spillando finanziamenti. Ah, su Internet ci sono molte istruzioni per cannoni elettromagnetici fai-da-te.
1957: L'imperialismo
delle portaerei
2009: La
crisi storica del Capitale e la "nostra" teoria dell'imperialismo