Wargame (6)
Non solo un gioco

SESTA PARTE
VARIABILI NASCOSTE

Indeterminismo sociale e realtà operativa

Dal 1914 al 1922 nessun modello realistico avrebbe suggerito le decisioni tattiche prese dagli uomini credendo di essere agenti razionali, come credevano di esserlo rispetto all'economia politica. La forma democratica del processo decisionale non avrebbe influito così profondamente sugli eventi. Ora, si può dire che con il senno di poi è possibile ricostruire il passato e simulare un drastico cambiamento degli eventi e delle decisioni, ma che tutto ciò non avrebbe cambiato il corso della storia. Non è questo il modo comunista di intendere il determinismo, altrimenti non avremmo le rivoluzioni. Nelle transizioni di fase, al confine tra ordine e caos, si formano delle biforcazioni, cuspidi che presentano al fluire della storia infinite tangenti, punti di catastrofe che fanno scattare gli eventi da un piano all'altro, piccoli fatti locali che hanno grandi conseguenze globali.

Conoscendo gli antefatti, una razionale disposizione delle forze in una simulazione a posteriori, specialmente se computerizzata, darebbe risultati diversi, come li diede, nel 1958, il primo wargame di simulazione per cambiare le determinazioni che portarono a una battaglia decisiva, quella di Gettysburg. Non ci sono dubbi sul fatto che quella battaglia della Guerra Civile Americana, studiata minuziosamente da tutti gli storici, strateghi, capi militari e appassionati di ricostruzioni scientifiche o folkloristiche, fu ad un certo punto a una biforcazione fra vittoria e sconfitta, per cui poteva verificarsi una svolta per quanto riguarda alcune delle ramificazioni della storia.

La proclamazione delle questioni programmatiche e la designazione degli uomini a cui si affidano i vari gradi della organizzazione di partito devono intendersi come un prodotto del processo reale. Esso accumula gli elementi di esperienza e realizza la preparazione e la selezione dei dirigenti dando forma al contenuto programmatico ed alla costituzione del partito e dei suoi canali di comunicazione. (TdR)

Un processo reale, e non inventato come si usa fare in politica. Una ripetizione della battaglia di Gettysburg sarebbe stata di grande ausilio didattico per i protagonisti, proprio perché nella guerra civile americana sono stati commessi errori madornali a causa di inadeguata conoscenza della teoria e della pratica militare da parte dei comandanti e dei soldati.

All'epoca delle Tesi tutti i partiti, compreso il PCd'I, applicavano il metodo democratico, quindi organizzavano congressi, votavano su tesi spesso contrapposte, risolvevano questioni a maggioranza. Il PCd'I aveva 43.000 iscritti, era guidato da un Comitato Esecutivo di soli 5 membri e, se ne avesse avuto il tempo, avrebbe certamente adottato il principio organico al posto del meccanismo democratico. Era contrario al parlamentarismo e partecipava alle elezioni per disciplina all'Internazionale. Ammetteva il meccanismo democratico solo negli organismi monoclassisti del proletariato, in pratica il sindacato e i consigli (soviet) quando quest'ultimi, eletti su base territoriale e quindi potenzialmente interclassisti, fossero controllati dai proletari. Nelle Tesi si insiste molto sulla formazione del partito, considerata una condizione indispensabile per la vittoria della rivoluzione. Tale formazione non è mai demandata alla volontà dei protagonisti ma prevista sulla base della polarizzazione sociale crescente.

Questo fatto è sempre stato accompagnato da una revisione deformatrice della dottrina e del programma, e da un allentamento della disciplina interna per modo che anziché aversi uno stato maggiore di capi adatti e decisi alla lotta si è consegnato il movimento proletario nelle mani di agenti larvati della borghesia. (TdR)

In realtà gli agenti della borghesia non erano e non sono affatto "larvati" se vi sono forze sane a riconoscerli. Poiché spesso capeggiano partiti e sindacati. Da notare che l'Internazionale e i partiti che ne facevano parte, non pensavano neppure lontanamente a ipotizzare la defezione, né delle truppe, né dello Stato Maggiore. Questo organismo, che invece di rappresentare una snella macchina da guerra diventava sempre più gigantesco e statalizzato, non prendeva neanche in considerazione l'ipotesi che il nemico potesse agire dall'interno con innumerevoli cavalli di troia. Al contrario, un qualsiasi wargame non sarebbe neppure immaginabile senza una sezione dedicata alla salvaguardia del programma, cosa che, con alta priorità, il PCd'I aveva messo in atto.

Le scissioni non si subiscono, si organizzano

Da una situazione di tal genere il ritorno, sotto l'influsso di nuove situazioni e sollecitazioni ad agire esercitate dagli avvenimenti sulla massa operaia, alla organizzazione di un vero partito di classe, si effettua nella forma di una separazione di una parte del partito. Per tutte le stesse ragioni va considerato come un procedimento affatto anormale quello della aggregazione al partito di altri partiti o parti staccate di partiti. (TdR)

Importantissimo. Vedere le condizioni di ammissione all'IC, che la nostra corrente avrebbe voluto molto più severe. Quando sono inevitabili, le scissioni, elemento importante della formazione del partito, non vanno lasciate a sé stesse ma devono essere progettate (quindi previste dal wargame). Nel 1921 vi fu la scissione all'interno del PSI, voluta e organizzata dalla Sinistra, poi variamente criticata. Con il senno di poi. Fu prematura o tardiva? La Sinistra rispose che la questione si poneva proprio come l'aveva posta il determinismo della storia: la scissione andava organizzata per evitare una situazione di fronte unico di fatto con i riformisti; l'Internazionale, al contrario, voleva riunificare il partito. Una decisione maturata con uno schema tipo wargame non avrebbe potuto contemplare una scelta del genere, come non avrebbe potuto contemplare una scelta suggerita da una parte dei compagni della Sinistra che, anche loro con il senno di poi, avevano detto: "si doveva rompere prima". Certo, i destri di Tasca e i centristi di Gramsci nel 1919 o 1920 non avrebbero seguito la Sinistra, in compenso l'avrebbero seguita Serrati e i massimalisti: un pasticcio incoerente, dato che Serrati era presente al II Congresso dell'IC con una delegazione italiana composta per tre quarti da elementi della destra, mentre la Sinistra, rappresentata da Bordiga e pochi altri era stata invitata a parte. Un wargame qualsiasi, basato su uno schema a blocchi, un diagramma di flusso o una rete di relazioni avrebbe consigliato un taglio drastico piuttosto che lassista, come realmente successe.

La delimitazione e definizione dei caratteri del partito di classe, che sta a base della sua struttura costitutiva di organo della parte più avanzata della classe proletaria, non toglie, anzi esige, che il partito debba essere collegato da stretti rapporti col rimanente del proletariato. (TdR)

Enunciazione in risposta alle critiche dell'IC al presunto attendismo della Sinistra. È ovvio che un wargame, che si basa sui rapporti fra componenti sociali, non potrebbe fare a meno di pretendere che chi predicava bene non razzolasse male. La rigidità deterministica dell'algoritmo avrebbe impedito di parlare di tattica rivoluzionaria mentre si esponevano tesi immediatiste. Il guaio è che in casi come questo se non si usano bene le carte si perde solo la partita, mentre un errore alla scala storica può provocare milioni di morti oltre agli strascichi nel tempo.

Il partito comunista partecipa, quindi, alla vita organizzativa di tutte le forme di organizzazione economica del proletariato aperte a lavoratori di ogni fede politica (sindacati, consigli di azienda, cooperative, ecc.). Posizione fondamentale per l'utile svolgimento dell'opera del partito è il sostenere che tutti gli organi di tal natura debbono essere unitari, cioè comprendere tutti i lavoratori che si trovano in una specifica situazione economica. (TdR)

Tesi che ricompare nelle Considerazioni del 1965, in cui viene sottolineato che anche nei periodi (storici) in cui l'azione del partito è forzatamente ridotta... i militanti devono sentirsi parte del lavoro svolgendo tutte le funzioni del partito sviluppato " nella misura in cui i rapporti di forza lo consentono". Se ne deduce quindi che il partito non conosce limiti intrinseci prestabiliti per la propria azione e che quindi occorre evitare teorizzazioni troppo legate a scenari considerati speciali e quindi cangianti a seconda del vento che tira.

Tutto il lavoro e l'inquadramento dei gruppi comunisti tende a dare al partito il definitivo controllo degli organi dirigenti degli organismi economici, e in prima linea delle centrali sindacali nazionali che appaiono come il più sicuro congegno di direzione dei movimenti del proletariato non inquadrato nelle file del partito. (TdR)

La conquista di posizioni "militari" in una transizione di fase è come un wargame all'interno di un wargame (frattale). Questa netta posizione, contrastante con la situazione sul campo anche negli anni '20, può lasciare perplessi, e infatti sollevò critiche e produsse separazioni nel secondo dopoguerra, quando fu ripresa nell'ambito della nuova situazione. Anche in questo caso occorre fare alcune considerazioni di fattibilità. Una relazione di "gioco" alla Morgenstern-von Neumann lo metterebbe subito in chiaro. Siamo nello scenario previsto dalle Considerazioni: il modello ottimale va modificato tenendo presente la legge di invarianza; non fonderemo nuovi sindacati, non boicotteremo quelli esistenti, non fonderemo soviet, adotteremo la tattica del 1922 per quanto riguarda "questioni" sempreverdi (fronte unico, governo operaio, parlamentarismo, conquista della maggioranza).

Considerando suo massimo interesse l'evitare le scissioni dei sindacati e degli altri organi economici il partito comunista non disporrà che i suoi membri si regolino in contrasto con le disposizioni di essi per quanto riguarda l'azione. (TdR)

Importante: nell'azione comune (fra elementi di una sola classe), le polemiche politiche o ideologiche non hanno posto "per quanto riguarda l'azione". Sembra una concessione, una rinuncia alla critica, mentre è un semplice ribadire l'unico principio cardine in ambito sindacale: nei sindacati operai conta solo l'appartenenza alla classe operaia. Questo vale anche per i comunisti. Come affrontiamo, allora, il lavoro dedicato all'influenza, con la conquista o la distruzione dell'apparato, la direzione della rete di fabbrica, con il corporativismo, con il collaborazionismo, con la "scuola di guerra"? Come risolviamo la contraddizione, tipica dell'epoca imperialista, dell'omologazione servile del sindacato, profonda, irreversibile, funzionale al mantenimento del potere borghese?

Nella RSI (la Repubblica di Salò) il sindacato corporativo era completamente controllato dallo Stato e quindi non erano possibili azioni di alcun genere. Per di più c'era la guerra e la priorità assoluta era la sua cessazione. In un documento del 1944 la Sinistra diffonde un documento in cui sono presenti queste indicazioni.

Totalmente erronea sarebbe quella concezione dell'organismo di partito che si fondasse sulla richiesta di una perfetta coscienza critica. D'altra parte, non si può esigere che ad una data epoca o alla vigilia di intraprendere azioni generali il partito debba aver realizzata la condizione di inquadrare sotto la sua direzione o addirittura nelle proprie file la maggioranza del proletariato. (TdR)

Se "una perfetta coscienza critica" fosse richiesta come conseguenza di una configurazione da ottenere con un wargame, salterebbe subito all'occhio che una richiesta del genere sarebbe perlomeno strana. Come fa una macchina, infatti, a "sapere" da sé quale via imboccare? Qualcuno deve dirglielo attraverso un programma che metta in atto un divieto esplicito. Dirglielo con un divieto? Divieto di cosa?

Una parte del proletariato è maggiormente restia all'inquadramento nelle file del Partito Comunista e attorno ad esso perché organizzata in altri partiti politici o simpatizzante con questi. Dinanzi a questi movimenti deve essere svolta una incessante critica dei loro programmi, dimostrandone la insufficienza agli effetti della emancipazione proletaria. (TdR)

Ecco che sullo sfondo emergeva di nuovo il volontarismo non esplicito, quell'impazienza fallimentare che comporta spesso la rovina delle rivoluzioni: è chiaro che, se si perde l'orientamento già nelle fasi preliminari dell'assalto al potere, si potrà fare ben poco in seguito, quando sarà all'ordine del giorno "l'emancipazione proletaria". All'Internazionale sembrava che l'insistenza della Sinistra sul fine ultimo fosse una specie di attendismo; sembrava che l'appello ad essere coerenti con la maturità della situazione fosse una perdita di tempo, che si dovesse "fare come in Russia", senza tante storie.

Ma in Russia i bolscevichi subivano fortemente il freno delle condizioni interne rispetto alla maturazione dei fatti, tant'è vero che negli anni successivi proclamarono una disgraziatissima "bolscevizzazione", come se le sorti dell'assalto al potere fossero messe in pericolo dalla negligenza e dall'inerzia dei non-bolscevizzati. In poche parole, in Russia non si aveva esperienza del marciume politico dell'Occidente, del grado di coinvolgimento del proletariato con i riti della "superstizione democratica". Questa specifica inesperienza si ripercuoteva sul programma del Partito Bolscevico impedendogli di funzionare come modello politico e perciò come guida dell'Internazionale. In uno dei suoi lucidissimi interventi ai Congressi o alle riunioni del Comitato Esecutivo, Bordiga, come sempre affezionato alle sue configurazioni fisiche dei problemi politici, paragonò l'Internazionale a una piramide che poggiava in pericoloso disequilibrio sul suo vertice. "Il faut renverser la pyramide!" gridò di fronte ai delegati perplessi, che non capivano il senso di quell'appello; oppure, peggio, lo capivano come richiamo alla democrazia che deve poggiare su una larga base, mentre Bordiga alludeva all'instabilità fisica.

Può sembrare eccessivo un richiamo alla metodologia del wargame in un caso come questo? Ci sembra di no. Mentre è evidente che è impensabile un utilizzo diretto di schemi operativi come quelli già citati, è plausibile un loro utilizzo indiretto, inconsapevole, nella migliore tradizione antibattilocchiesca. Una ricostruzione a posteriori della funzione svolta da Lenin tra l'arrivo in Russia e l'insurrezione dell'Ottobre assomiglia molto a un sistema interattivo fra giocatori impegnati in un duello all'ultimo sangue.

Per questa ragione nelle polemiche di tal natura non deve essere mascherato il dissenso tra i metodi anche per la parte che non si riferisce unicamente ai problemi del momento ma riflette gli sviluppi ulteriori dell'azione del proletariato. (TdR)

In questo paragrafo e in quello successivo è sintetizzato il senso del lavoro che la Sinistra presentò all'Internazionale affinché lo adottasse: se si vuole parlare di tattica bisogna partire dallo scopo che si persegue con questa tattica. Come detto più volte, la rivoluzione non si qualifica tanto per l'obbiettivo quanto per il cammino necessario a raggiungerlo. Se si sbaglia strada all'inizio, l'obbiettivo non si raggiungerà mai. In ogni caso, il problema del controllo e della guida degli organismi economici o immediati è risolvibile soltanto in ambiente fortemente destabilizzato da eventi di grande portata.

Le rivoluzioni non hanno il pulsante "Reset", se si rimane sconfitti bisogna aspettare che arrivi un'altra stagione favorevole. Solo allora, con la tattica corretta, si può passare all'azione della volontà, al rovesciamento della prassi.

Simili polemiche debbono d'altra parte avere il loro riflesso nel campo dell'azione. I comunisti partecipando alle lotte anche negli organismi proletari economici diretti da socialisti, sindacalisti o anarchici non si rifiuteranno di seguirne l'azione, se non quando l'insieme della massa per spontaneo movimento vi si ribellasse. (TdR)

Negli anni '20 i comunisti erano nella CGL diretta da ultrariformisti come D'Aragona. Ciò non impediva loro di condurre una critica severissima nei confronti dei capi sindacali che chiamavano "bonzi". La lotta per il predominio all'interno degli organismi economici faceva parte dell'attività normale dei militanti. Oggi tale lotta non sarebbe nemmeno concepibile: chiunque metta in discussione i vertici corporativi e responsabili verso l'economia nazionale viene immancabilmente espulso, senza nemmeno ricorrere a un qualche tipo di procedura che preveda un appello democratico e una votazione. Da questo punto di vista la struttura di un wargame dovrebbe poggiare su di un processo conoscitivo che metta in luce il grado di resilienza del sistema neo-corporativo. Bisognerebbe cioè conoscere quanto possa resistere il sistema sindacale statizzato a eventuali attacchi dovuti a una situazione di alta polarizzazione sociale.

Nella polemica i comunisti distingueranno sempre tra capi e masse, lasciando ai primi la responsabilità degli errori e delle colpe, e non tralasceranno di denunciare altrettanto vigorosamente l'opera di quei dirigenti che pur con sincero sentimento rivoluzionario propugnano una tattica pericolosa ed erronea. (TdR)

In un wargame moderno una tale distinzione delle responsabilità sarebbe problematica. Mentre la meccanica del gioco rivelerebbe automaticamente i responsabili di una politica controproducente e dannosa sulla base delle loro azioni, cosa che fa parte delle relazioni politiche correnti, c'è anche una responsabilità collettiva, ad esempio un assopimento per qualsiasi motivo del contrasto di classe. Marx ed Engels tendevano a giustificare gli "eccessi" del movimento operaio o di quello dei popoli colonizzati, mentre erano intransigenti nelle loro critiche agli operai delle metropoli imperialiste quando si facevano coinvolgere in situazioni di compromesso.

Lo studio della situazione appare quindi come un elemento integratore per la soluzione dei problemi tattici, in quanto il partito nella sua coscienza ed esperienza critica già aveva preveduto un certo svolgimento delle situazioni, e quindi delimitate le possibilità tattiche corrispondenti all'azione da svolgere nelle varie fasi. L'esame della situazione sarà un controllo per la esattezza della impostazione programmatica del partito. (TdR)

Il tema è quello "tipico" dell'indagine intorno a dinamiche sociali che si affermano storicamente in lunghi periodi e quindi sono difficili da riconoscere. Proprio per questo nasce il wargame di un'epoca, come la nostra, basata sull'informazione. È evidente che se si compie una ricerca in un dato campo è perché stiamo già cercando qualcosa in quel campo, quindi è corretto generalizzare: quanto più il partito è saldo sui suoi presupposti teoretici, tanto è più potente la sua capacità di controllo dell'esattezza teoretica. Farsi suggerire la tattica dalle situazioni non è semplicemente un segnale di debolezza teoretica, è proprio un'idiozia: il partito che prevedibilmente sarà alla testa della rivoluzione prossima (o in corso, se si preferisce) deve conoscere i presupposti e i caratteri degli eventi prima che si verifichino, esattamente come fa lo scienziato che avvia una sperimentazione per controllare la validità di una ipotesi scientifica. Non ha alcun senso la prova senza l'ipotesi.

Il partito comunista quale lo intendiamo noi sarà abilitato alla prova della direzione del movimento rivoluzionario solo se affronterà i problemi con le modalità di chi si applica a grandi progetti.

Le determinazioni del gioco

Il partito comunista si presenta come antesignano di quelle forme di associazione umana che trarranno dall'aver superato la presente informe organizzazione economica la facoltà di dirigere razionalmente, in luogo di subirlo passivamente, il gioco dei fatti economici e delle loro leggi. (TdR)

L'influenza della situazione sui movimenti d'insieme del partito cessa di essere immediata e deterministica, cioè una dipendenza dalla natura, e diventa progettazione razionale e volontaria. La coscienza critica e l'iniziativa della volontà che hanno limitatissimo valore per gli individui sono realizzate nella collettività organica del partito. Questo non significa che il partito possa applicare volontà e progetto attraverso una sua iniziativa arbitraria: il gioco è interattivo e l'azione del singolo o del gruppo devono rientrare nella dinamica del tutto. Solo così sarà possibile far aderire le direttive connesse al programma con quelle derivanti da possibilità, probabilità, opportunità.

Dall'esame della situazione si deve trarre un giudizio sulle forze del partito e sui rapporti tra queste e quelle dei movimenti avversari. Soprattutto bisogna preoccuparsi di giudicare l'ampiezza dello strato del proletariato che seguirebbe il partito quando questo intraprendesse un'azione e ingaggiasse una lotta. (TdR)

Ecco il modo di affrontare il dualismo volontà/determinazione: abbiamo percorso un sentiero disagevole e a tratti persino difficile, ma siamo giunti a una conclusione sicura e importante: la conquista dell'influenza decisiva sul proletariato (non la maggioranza democratica!) si ottiene attraverso la lotta e non con la trattativa, attraverso la chiarezza e non con il linguaggio burocratico delle cancellerie, attraverso l'unità di fatto e non con dichiarazioni sulla necessaria unità.

Il gioco interattivo obbliga i giocatori a osservare la realtà attraverso il materiale che si adotta per giocare. È chiaro che la realizzazione di una immagine con la tecnica del mosaico assomiglia a quella realizzata con la tecnica del puzzle; ma non è la stessa cosa. Le tessere del mosaico sono di uguali dimensioni ma di colori diversi, con esse si possono creare infinite figure, mentre con i pezzi del puzzle si può creare una sola, determinata figura. Che qualcuno ci vende prefabbricata e confezionata.

LETTURE CONSIGLIATE

  • - Anderson Philip, More is different, Science, New Series, Vol. 177, n. 4047. (Aug. 4, 1972).
  • - Bertell Ollman, Lotta di classe, Mondadori giochi.
  • - Bordiga Amadeo, "Il pericolo opportunista e l'Internazionale", L'Unità del 30 settembre 1925.
  • - Bordiga Amadeo, "Lenin nel cammino della rivoluzione", Prometeo n. 1 del 1924, capitolo "La funzione del capo".
  • - Bordiga Amadeo, Lettera a Romeo Ceglia, 1° maggio 1957.
  • - Creveld Martin van, On Wargaming, How Wargames Have Shaped History and How They May Shape the Future.
  • - Development, Concepts and Doctrine Centre, Wargaming Handbook, Ministry of Defence, 2017.
  • - Douhet Giulio, Il dominio dell'aria, Stabilimento poligrafico amministrazione della guerra.
  • - Feyerabend Paul, Contro il metodo, Feltrinelli.
  • - Fuller John F. C., The Decisive Battles of the Western World and their influence upon History. , 3 vols., Eyre & Spottiswoode, London, 1945-6.
  • - Guderian Heinz, Achtung Panzer, W&N.
  • - Hackett John, La Terza Guerra Mondiale, 2 volumi, Garzanti.
  • - Korzybski Alfred, Science and Sanity, 1933.
  • - Kuhn Thomas S., La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi.
  • - Lakatos Imre, La metodologia dei programmi di ricerca scientifici, Il Saggiatore.
  • - Liddel Hart Basil, Storia militare della Seconda Guerra Mondiale, Mondadori Arnoldo.
  • - Liddell Hart Basil, La Prima Guerra Mondiale 1914-1918, Rizzoli.
  • - Mason Roger C., "Wargaming: It's History and Future", Journal of Intelligence, Security, and Public Affairs 20, 2 (2018).
  • - Monopoli classico. Hasbro Gaming.
  • - Myers Brett, Dual Powers Revolution 1917, TW Games.
  • - n+1, Dall'equilibrio del terrore al terrore dell'equilibrio, n. 21 aprile 2007.
  • - n+1, Guerre stellari, fantaccini terrestri. Opuscolo 1983.
  • - n+1, Immaginate una fabbrica, n. 2 dicembre 2000.
  • - n+1, nn. 15-16 giugno-settembre 2004.
  • - n+1, Storia di una discontinuità, n. 36 dicembre 2014.
  • - n+1, Una vita senza senso, n. 18 ottobre 2005.
  • - Nagel Ernest, Newman James, La prova di Gödel, Bollati Boringhieri.
  • - PCInt. "Partito rivoluzionario e azione economica", Bollettino interno n. 1, settembre 1951.
  • - PCInt. "Pressione 'razziale' del contadiname, pressione classista dei popoli colorati" Il programma comunista n. 14 del 1953.
  • - PCd'I, "Tesi sulla tattica, Roma marzo 1922", Rassegna comunista, anno II, n. 17 del 30 gennaio 1922.
  • - Popper Karl Raimund , Logica della scoperta scientifica, Einaudi.
  • - Presidium del CE dell'IC, Osservazioni alle Tesi sulla tattica, Roma 1922, Archivio di n+1.
  • - Raccolta testi sul wargaming: https://www.goodreads.com/shelf/show/wargaming
  • - Novaga Andrea, Progetto e sviluppo di un game che utilizza la realtà aumentata su piattaforma Android.
  • - Risiko, Spin Master – Editrice giochi.
  • - The Art of Wargaming: A Guide for Professionals and Hobbyists Published March 1st 1990 by US Naval Institute Press
  • - Trotsky Lev Davidovich e altri, Scritti e discorsi sulla rivoluzione in Cina 1927, Iskra.
  • - Ulam Adam B., Lenin e il suo tempo 2 vol., Vallecchi.
  • - Università di Bologna (Sito ufficiale), Abstract sulla modellazione matematica in Sociologia.
  • - Woodcock Alexander, La teoria delle catastrofi, Garzanti.

Note

  • [1] Cfr. Alexander Woodcock.
  • [2] Cfr. Nagel Ernest, Newman James, La prova di Gödel.
  • [3] Cfr. Il dominio dell'aria.
  • [4] Cfr. "Pressione 'razziale' del contadiname, pressione classista dei popoli colorati".
  • [5] Cfr. Trotsky Lev Davidovich e altri, Scritti e discorsi sulla rivoluzione in Cina 1927.
  • [6] La legge del valore-lavoro si fonda su di un paradosso mortale per il capitalismo: il plusvalore si può misurare soltanto con il pluslavoro, cioè con il tempo di lavoro che l'operaio eroga al capitalista gratuitamente. Un operaio può lavorare solo per un tempo inferiore alle 24 ore al giorno, quindi per avere più plus-lavoro-valore il capitalista deve far lavorare più operai. Ma il capitalista vede solo la sua fabbrica e perciò non vuole assumere più operai, vuole far lavorare di più e più in fretta quelli che ha. Così a lungo andare si ritrova con più debiti di quelli che è in grado di restituire.
  • [7] Basil Liddell Hart, analista e storico di guerra, sostenitore della dottrina della guerra mobile, autore di una storia critica delle due Guerre Mondiali. John Fuller, generale, teorizzatore della guerra mobile di truppe corazzate. Le loro teorie ricavate dalla dottrina militare sovietica, furono boicottate dalle gerarchie militari tradizionaliste, ma furono applicate con successo da tutti i belligeranti nella Seconda Guerra Mondiale.
  • [8] Cfr. Osservazioni del Presidium del CE dell'IC sulle Tesi di Roma.
  • [9] Cfr. PCInt. "Partito rivoluzionario e azione economica".
  • [10] Cfr. n+1, Storia di una discontinuità.
  • [11] Leggere ad esempio l'abstract sulla modellazione matematica in sociologia dell'Università di Bologna (sito ufficiale).
  • [12] Abbiamo ripreso quei temi dopo la crisi del 2008, sul n. 24 della rivista.
  • [13] Secondo lo storico polacco Adam Ulam il Comitato Centrale del Partito Bolscevico era composto da 18 membri dopo il 1905. Il CC del PCd'I aveva 5 membri. Il Partito Comunista Cinese aveva 300 iscritti nel 1923. Alla costituzione della Terza Internazionale, nel 1919, parteciparono 35 delegati e nemmeno un comunista organizzato (erano quasi tutti militanti emigrati).
  • [14] Cfr. Bordiga Amadeo, "La funzione del capo".
  • [15] In un certo senso è proprio per questo che il gioco è interessante, il lato politico c'entra poco: la parità delle forze in campo (simmetria) non è ottenuta con il conteggio, la misura e il calcolo, ma con espedienti legati alla meccanica delle forze in campo. Bisogna riconoscere un certo coraggio nell'invenzione di un elemento equilibratore chiamato "volontà del popolo" in un wargame; con nessun riguardo agli aspetti quantitativi misurabili.
  • [16] Cfr. Wargaming Handbook.
  • [17] Cfr. Wargaming Handbook.
  • [18] Cfr. "Il pericolo opportunista e l'Internazionale", L'Unità.
  • [19] Cfr. Wargaming Handbook.
  • [20] Cfr. questa rivista nn. 15-16.

Rivista n. 50