Numero 104, 19 gennaio 2007
XXVI incontro di n+1 - Rimini, 12-14 gennaio 2007
Si è svolto in un hotel di Rimini il 26° incontro dei compagni che partecipano al lavoro di cui la rivista n+1 è l'espressione. Per la seconda volta l'invito è stato esteso ai lettori più strettamente collegati con noi. Le relazioni sono state tre:
1) il corso della rivoluzione cinese fino
alla catastrofe del 1926-27;
2) la dinamica del sistema capitalistico
dall'età del carbone e dell'acciaio a quella del petrolio e del software;
3) la situazione in Medio Oriente, con
particolare attenzione alla Palestina.
Sono seguite le domande e le risposte sugli argomenti trattati e i resoconti sulle attività locali.
In morte di un borghese per mano di borghesi
Si è consumata per impiccagione la condanna a morte di Saddam Hussein con il suo corollario di telegenico orrore. Gli americani avevano tutto l'interesse nel mettere definitivamente a tacere il rais prima che il procedimento giudiziario giungesse ai processi per i "reati" maggiori, dato che lo stesso capo di stato iracheno aveva incautamente incominciato a vuotare il sacco sulle collusioni con gli USA e con l'Europa che lo foraggiarono per la "guerra di contenimento" contro l'Iran. La macabra esecuzione va inquadrata nel più ampio capitolo della truculenta guerra tra le borghesie in campo. La morte del battilocchio infatti si carica di reazioni emotive come da copione: lo sdegno peloso dei democratici nostrani, la gioia degli sciiti, gli appelli alla "vendetta" dei guerriglieri baathisti e l'immancabile indignazione dei "rivoluzionari" contro la tracotanza dell'imperialismo yankee guidato dai cattivi di turno. I comunisti hanno sempre deriso il culto dei battilocchi, quel metodo tutto borghese di attribuire a singoli individui la responsabilità di interi processi storici: "Il bilancio dell'opera dei grandi uomini di recente messi in circolazione o tolti di mezzo conferma la teoria che sono cavatori di ragni dal buco." E comunque c'è gente che ci casca e l'arruolamento di partigianerie non tramonta mai.
1953: Il battilocchio nella storia
L'anonimo uomo-macchina soppianta i battilocchi
A proposito di battilocchi: per la rivista Time, l'elemento che ha maggiormente "influenzato" il 2006 non è il personaggio di turno. Nella foto di copertina campeggia infatti un computer (come nel 1982, quando fu premiata però la sola macchina) con la didascalia: "You", riferita agli internauti che contribuiscono alla diffusione di conoscenza in Rete senza finalità di profitto. I vari Hu Jintao, Benedetto XVI, Bush o Ahmadinejad si ritrovano "battuti" dal Web 2.0, ovvero la "seconda era" internettiana dei servizi on-line basati sulla libera circolazione dei saperi, sulla collaborazione tra gli utenti e sulla condivisione di risorse e knowhow. Il settimanale ha definito il fenomeno come "massive social experiment" per il suo significato rivoluzionario: una vera e propria interazione uomo-macchina. E' previsto che per il 2007 i blog (siti personali), i cui contenuti sono a volte di elevato livello e liberamente riproducibili, arrivino a 100 milioni.
2002: Ormai il dentifricio è fuori dal tubetto
La famiglia minacciata
Nell'Angelus di fine anno, Benedetto XVI ha invocato l'aiuto celeste per difendere la famiglia, "cellula viva della società". Il Pontefice, giustamente, individua in questa difesa una delle basi fondamentali per la conservazione dell'attuale forma sociale. E si scaglia contro le "spinte disgregatrici" della cultura contemporanea che minano l'istituto: "La santa Famiglia di Nazaret è veramente il prototipo di ogni famiglia cristiana che, unita nel sacramento del matrimonio, è chiamata a realizzare la stupenda vocazione e missione di essere cellula viva non solo della società, ma della Chiesa, segno e strumento di unità per tutto il genere umano". La disgregazione delle cellule-famiglia del senescente organismo capitalista è il preludio a una disgregazione di ben altra portata. Accanto alla decrepita famigliola borghese nascono, sempre più numerose, forme più o meno "alternative" di vita collettiva, dalle comuni di tipo ideologico, al co-housing per necessità, dalle convivenze individuali estemporanee ai raggruppamenti radicalmente comunistici. Decine di milioni di persone, specie nel mondo più sviluppato, mostrano concretamente che il capitalismo è sempre più un leniniano "involucro che non corrisponde più al suo contenuto".
2003: Persistenze
comunistiche nel corso della storia umana
2005: Habemus
pontificem
Delitti di prossimità
Sembra che le relazioni umane siano rovinate da una indefinita serie di contesti di vicinanza, in grado di trasformare l'uomo capitalistico in bestia feroce. Mentre il Papa invocava la benedizione celeste sulla famiglia, i giornali pubblicavano prosaiche e poco celestiali statistiche: in Italia uccide più questa santa istituzione che non la criminalità organizzata. E spesso, quando non c'è sfogo entro il soffocante rapporto mononucleare, l'odio e la violenza si riversano su chi è in qualche modo vicino: il condomino, il compagno di scuola, lo sconosciuto che guarda la fidanzata altrui. Il recente massacro di Erba ha subito scatenato gli strizzacervelli e i sociologi in una corsa a cercare le motivazioni nella perdita d'identità dovuta alla provincia disgregata e invivibile. Allo stesso modo di quelli che cercavano il motivo della violenza delle periferie francesi in qualcosa di alieno, come se provincia e periferia con i loro abitanti fossero su Marte. Come se questa società avesse polverizzato soltanto qualche particolare forma urbana e non l'intero tessuto umano. Nella grande estensione tentacolare della città moderna non c'è più né centro né periferia: ci sono rapporti a "rete", dove i centri di attrazione sono molteplici e il delitto di prossimità prolifica come un batterio in un adeguatissimo brodo di coltura.
La società di Frankenstein
Un recente video trasmesso dalla Bbc ha mostrato la pratica diffusa negli ospedali ucraini del commercio di cellule staminali estratte dal midollo spinale di feti abortiti: una vera e propria fabbrica basata su gravidanze inoltrate utili a fornire "materiale biologico" per gli istituti di bellezza della "civiltà avanzata". Un reporter ucraino ha commentato: "Ci stiamo svendendo… e, per giunta, a pezzi". Sembra che le cellule umane con poche settimane di vita possano produrre parziali effetti rigenerativi dei tessuti, così le terapie di bellezza a base di staminali rappresentano ormai un lucroso business: i "turisti staminali" vagano come zombie all'inseguimento di cellule nuove che gli restituiscano quella vitalità ormai persa; proprio come il "lavoro morto" che nel processo di produzione capitalistico deve necessariamente nutrirsi della linfa vitale fornitagli da quello "vivo".
2000: Le
prerogative di Dio (la discussione sulle biotecnologie)
2000: Il
crogiuolo bio(tecno)logico
La tribolata transizione politica italiana
Sulle pagine di Repubblica si è tenuto un ozioso dibattito sul futuro del "socialismo"; l'obiettivo è consegnare alla storia i vecchi orpelli e puntare alla fondazione del Partito Democratico di sinistra. Tra i problemi più grossi c'è lo scollamento dei cittadini-tesserati dai partiti. Non è un caso che Napolitano abbia incentrato la relazione di fine anno sul pericolo del crescente distacco dei cittadini dalla politica. La lunga transizione partitica italiana è solo una rincorsa verso il tanto agognato centro – trasversale e tecnocratico – che è la chiave per vincere ogni elezione. Le vecchie contrapposizioni sono sovrastate da un'indistinta governance capitalistica che produce esecutivi e partiti sempre più simili e sempre più isolati rispetto al resto della società, come ha dimostrato il precedente esperimento, di destra. Ogni nuovo organismo politico non potrà essere che una ulteriore protesi di questo sistema autonomizzato; nata-morta, come i suoi modelli ideologici di riferimento: la libertà di mercato e la democrazia, cioè l'ambiente adatto per allevare in batteria il cittadino-pollo dedito a produrre, consumare e defecare senza che il cervello sia coinvolto.
2004: L'operaismo italiano e il suo sessantotto lungo vent'anni
entro le regole del gioco si muovono solo pedine
L'ultimo film di Scorsese, The departed, si apre con i due giovani protagonisti che si arruolano, per motivi diametralmente opposti, nella polizia di Boston: l'uno è l'infiltrato del boss della zona, e grazie agli insegnamenti di questi riuscirà subito a far carriera; l'altro invece, scartato dalla polizia per le sue origini "compromettenti", sarà infiltrato come "esterno senza identità" nel racket mafioso. I due si troveranno a rivestire allo stesso tempo sia i panni dello sbirro che quelli del criminale in uno psichedelico ribaltamento di ruoli. La lotta tra mafiosi e poliziotti per scoprire l'infiltrato altrui sfocerà in un massacro reciproco senza vincitori, a dimostrazione che i confini tra "bene" e "male" si offuscano fino a sparire. Ciò che invece resta nitido è il quadro di una società basata sul conflitto perenne: chi accetta le regole del gioco (capitalistico) non può che esserne una pedina, con una perfetta intercambiabilità fra guardie e ladri.