Numero 105, 26 febbraio 2007

Telecom è il capitalismo

Il tragicomico caso dei dossier "illegali" Telecom ci presenta un ulteriore interessante spaccato del capitalismo autonomizzato, nella sua specifica branca italiana. Sembra infatti che Telecom non si limiti solamente alla produzione-vendita di servizi telefonici, bensì coltivi al suo interno attività quali lo spionaggio diretto, la collaborazione continuativa con agenti dei servizi segreti e strani rapporti con oscure agenzie di investigazioni. Il tutto gestito da curiosi personaggi a metà strada tra lo Stato, l'attività imprenditoriale e la criminalità (ammesso e non concesso che vi sia differenza di natura fra i settori). In un'epoca in cui l'accesso alle informazioni è tutto, non c'è da stupirsi che il lavoro di intelligence svolto all'interno dell'azienda servisse - come dicono i magistrati - ad "anticipare mosse finanziarie e politiche non gradite a qualcuno e predisporre le necessarie contromisure, giovandosi del ricorso a metodi radicalmente illeciti." Un bell'esempio dell'ultimo stadio raggiunto dal capitalismo: la produzione vera e propria diventa un optional e si sviluppano sempre più strutture e attività indefinibili, atte al puro e semplice drenaggio di valore altrui.

2001: Conferme della crisi mondiale
2005: L'autonomizzarsi del Capitale e le sue conseguenze pratiche

La dimensione territoriale della lotta di classe

L'attuale organizzazione del lavoro ha il pregio di contribuire al superamento del vecchio dibattito sull'associazionismo economico che ha sempre ammorbato il movimento operaio. La strutturazione del mercato del lavoro può annichilire temporaneamente la capacità di contrattazione tradizionale, ma nello stesso tempo, e proprio per questo, obbliga i proletari ad agire non secondo gli schemi sindacali della lotta per categoria, bensì a ritrovare la forza nell'organizzazione immediata territoriale, com'era prima che prendesse il sopravvento l'ideologia operaista tardo-gramsciana. Solo uscendo dalla galera aziendale e connettendosi a rete con altre realtà, non necessariamente della stessa categoria, si potrebbero ottenere dei risultati. E' comunque fondamentale sottolineare che, soprattutto oggi nella fase senescente del capitalismo, non vi possono essere conquiste stabili e durature all'interno di questa società. L'organizzazione economica di tipo territoriale è allora importante non tanto e non solo per le singole lotte, ma soprattutto perché può gettare le basi del nuovo ambiente…

1913: Un programma: l'ambiente
2001: I sedici giorni più belli (Lo sciopero significativo della UPS)
2003: La legge Biagi o il riformismo illogico del Capitale-zombie
2005: Per la saldatura di lotta e organizzazione fra precari e non

Continua la fuga dal dollaro

Le difficoltà dell'economia americana sembra vadano di pari passo con le difficoltà in politica estera. Ciò ha continui riflessi sulla tenuta del Dollaro come moneta di riserva dei vari paesi. Ad esempio il Venezuela, vista l'ulteriore discesa del Dollaro nei confronti dell'Euro, continua a convertire una parte crescente della propria rendita petrolifera nella valuta europea. Il Banco Central de Venezuela ha ridotto le sue riserve in dollari dal 95% all'80%, una decisione significativa se si considera che il Venezuela è ancora uno dei maggiori fornitori di petrolio degli Stati Uniti. Il Dollaro, svalutato nel 2006 del 9,5% rispetto all'Euro, rischia perciò di svalutarsi ancora di più nel 2007 dato che, oltre al Venezuela, altri produttori di petrolio, dagli Emirati Arabi Uniti all'Indonesia, hanno annunciato di voler investire più capitali in Euro. La quota di depositi in valuta estera detenuta in dollari da parte dei membri dell'Organizzazione dei paesi produttori ed esportatori di petrolio (OPEC) e da parte della Russia, è scesa al 65%.

2004: Petrolio

Resa dei conti tra fazioni della borghesia americana

Il disastro iracheno incomincia a produrre in USA effetti sempre più visibili aggravando lo scontro tra le principali fazioni della borghesia americana per la gestione della "politiguerra". Dopo l'esautorazione di Rumsfeld, la ribellione dei generali del Pentagono e il ribaltamento a livello parlamentare, va ad esempio in tribunale una pedina minore ma significativa della montatura imbastita per giustificare la guerra irachena. Il repubblicano "Scooter" Libby, ex capo di gabinetto e consigliere per la sicurezza di Dick Cheney, è chiamato a rispondere del "lavoro sporco" svolto nel 2003 da alcuni suoi collaboratori: per rappresaglia avevano svelato al New York Times l'identità segreta dell'agente della CIA Valerie Plame, moglie dell'ex ambasciatore Wilson, colpevole di aver dimostrato false alcune delle motivazioni accampate per l'invasione dell'Iraq (non era vero infatti che l'Iraq avesse acquistato uranio grezzo dal Niger per costruire l'atomica). L'aspetto più ridicolo della faccenda è che fenomeni di portata storica mondiale, avulsi dalla volontà degli stessi governi, vengono fatti passare come "colpa" o "responsabilità" del battilocchio di turno: sia questo un presidente, un temibile terrorista o il primo tirapiedi a disposizione.

1953: Il battilocchio nella storia

Vicolo senza uscita

Il presidente degli Stati Uniti ha avanzato due proposte: 1) la creazione di un consiglio consultivo speciale per la "guerra al terrorismo" che comprenda membri dei due partiti; 2) la riduzione della dipendenza degli USA dal petrolio mediorientale. La proposta operativa sul fronte irakeno non poteva che essere di carattere tecnico: il solito lavoro di intelligence, aumento della presenza militare, mobilitazione dell'apparato diplomatico per tener buoni gli alleati, operazioni di polizia. Il gendarme mondiale si rende conto della crisi sistemica cui va incontro e del pericolo che corre l'intero capitalismo, perciò tenta di correre ai ripari, ma gli strumenti a disposizione sono estremamente limitati. L'unico cambiamento che gli è consentito è di tipo quantitativo: più truppe e un invito alla fazione avversaria per creare un fronte unico di classe. Per quanto riguarda la riduzione del consumo di petrolio, questa è semplicemente impossibile. Un sistema la cui sopravvivenza è legata alla crescita esponenziale della massa di merci non può trovare un sostituto agli idrocarburi o al nucleare. L'unica soluzione sensata al problema energetico è non consumare più energia di quanta ne arrivi dal Sole, ma per questo ci vuole un'altra società.

2000: Patologie dell'investimento
2001: La guerra planetaria degli Stati Uniti d'America

La borghesia nazionale più stupida del mondo

Quando la borghesia ha affrontato nei vari paesi la propria rivoluzione e in seguito l'ha consolidata in tutti i continenti, ha avuto momenti di grandezza, come riconosce Marx nel Manifesto. Raggiunta la fase di pura conservazione reazionaria, oggi naviga a vista e la sua politica non contiene più, né può più contenere, elementi propulsivi che la facciano pensare al futuro. La borghesia israeliana - o ebraica, come preferisce definirsi con una punta di auto-razzismo - era cittadina del mondo, ma s'è voluta blindare in uno staterello insignificante, in guerra perenne contro chi storicamente viveva e vive su quel territorio, contro i paesi limitrofi e contro un miliardo e mezzo di islamici motivati da un odio profondo che ha determinazioni oggettive profonde. Gli Stati Uniti sono il paese in cui vive la metà degli ebrei esistenti, ma sono anche il paese più razzista che ci sia. Finché avranno interesse ad usare Israele, la sopravvivenza di quest'ultimo non è in pericolo, e il consueto massacro di palestinesi potrà continuare, anche se di fronte ad esso sta salendo la nausea degli stessi ebrei. Ma una elementare proiezione dei diagrammi socio-economici attuali dimostra che Israele sarà sommersa dagli arabi e dall'Islam, anche solo dal punto di vista demografico. Di fronte a dati di fatto come questi, la politica del massacro perenne non è semplicemente omicida ma addirittura suicida alla scala storica. I palestinesi non rischiano di essere spazati via, gli israeliani sì. La svolta "libanese", se voleva essere un deterrente nei confronti di Siria e Iran ("se un guerrigliero che ospiti mi colpisce, io ti distruggo l'intero paese") , è stata in realtà un tremendo inizio dell'inevitabile sconfitta. Hezbollah e Hamas, organismi impensabili trent'anni fa, muovono gran parte della popolazione del Libano e della Palestina, sono in grado di pianificare la ricostruzione, di indire uno sciopero generale, di attivare reti di protezione sociale, sono insomma avversari suscitati proprio dai contraccolpi dovuti alla politica nazionale più miope e becera del mondo.

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