Numero 107, 20 marzo 2007

La Russia non ci sta…

La coperta si fa stretta e la Russia non ha alcuna intenzione di perdere del tutto il suo ruolo di potenza, almeno a livello continentale: Putin l'ha sottolineato a chiare lettere alla conferenza di Monaco sulla Politica di Sicurezza. Il mondo unipolare come lo intendono gli americani sarebbe un mondo con un solo padrone, ma il mondo stesso non lo permette più. Anche perché questo padrone non avrebbe armi e uomini a sufficienza per controllare l'intero pianeta. Quella di Putin è più di una risposta alla preparazione della guerra americana sullo scacchiere euro-asiatico. Egli ha puntato l'indice sull'appiattimento delle norme internazionali in favore degli Stati Uniti, dall'espansione della Nato in Europa al ruolo dell'OSCE (organismo di difesa europeo) che sta diventando un mero strumento per promuovere gli interessi nazionali particolari. Non sono risparmiate le ONG, a cui Bush aveva fatto appello nel documento della "Guerra preventiva", in alcuni casi vere e proprie truppe per la logistica, al comando diretto di pochi governi.

Capitalismo in fase suprema

Settori sempre più vasti dell'industria, dell'agricoltura, dell'energia e delle materie prime sono rapidamente fagocitati dai monopoli, ultima via del capitalismo e preludio allo sfascio completo del sistema monetario e finanziario. Significativi gli esempi del settore siderurgico (in cui 15 imprese controllano il 47,5% della produzione mondiale) e del rame (in mano ad un cartello di 5 grandi produttori che controllano il 55% della quota mondiale), che mostrano come il Capitale abbia ormai abbattuto ogni frontiera e trovi nella centralizzazione degli apparati produttivi l'estrema ratio per rimandare la sua inevitabile fine. "Il capitalismo, nel suo stadio imperialistico, trascina i capitalisti senza che essi se ne rendano conto in un nuovo ordinamento sociale... rimane intatto il quadro della libera concorrenza formalmente riconosciuta, ma l'oppressione sulla maggioranza della popolazione diviene cento volte peggiore". (Lenin, L'imperialismo).

1951: Sottosuolo e monopolio

Transizioni di regime

A distanza di un anno dalla strage di pellegrini alla Mecca, uccisi dalla calca dei fedeli, un gruppo di fisici tedeschi e sauditi ne ha ricostruito la dinamica utilizzando una serie di modelli astratti derivanti dall'analisi del movimento delle folle negli stadi, in manifestazioni di piazza, nei mercati, ecc. Le simulazioni sono definite "transizioni di fase del secondo ordine", e analizzano la dinamica delle folle alla stregua delle transizioni di regime nei fluidi. Il moto umano è equiparato a quello dell'acqua di un rubinetto: quando è poco aperto il getto fluisce uniforme ma se si apre un po' di più esso diventa irruento, talvolta distribuito in due o più filetti distinti. Nessuno "decide" di creare disordine e non ci sono volontà individuali coscienti, il comportamento collettivo è quindi indipendente dai singoli. La transizione di fase, improvvisamente, si verifica quando la pressione raggiunge un alto valore critico e le singole molecole vengono passivamente trascinate in un regime turbolento. Allora la massa deve suddividersi in sotto-gruppi (o classi) compatti e separati dagli altri, finché l'attrito diventa insostenibile e determina una dinamica di slittamenti dirompenti, una polarizzazione.

2003: Principii di organizzazione (complessità, auto-organizzazione e teoria delle reti)

La potenza dei media

Come nel celebre film "Sbatti il mostro in prima pagina", così oggi, ma con ben altra potenza, nella strategia dei governi e degli apparati di sicurezza l'obiettivo resta lo stesso: generare angoscia, costruire il nemico interno come pretesto su cui scagliare la frustrazione delle masse. La "guerra al terrorismo" ha bisogno di essere alimentata continuamente, allestendo molteplici scenari da "ordine pubblico" per legittimare un controllo sociale sempre più capillare: pericolo attentati, criminalità, ultras, immigrazione ecc. Gli Stati Uniti fanno scuola: i media vengono usati come parte integrante dell'armamento bellico attraverso una produzione dell'informazione strettamente connessa alle logiche della politiguerra. Non sono più semplici veicoli di informazione (ideologica) sulla realtà, ma produttori di significato. Non a caso il Pentagono ha ufficialmente comunicato che la guerra sarà condotta anche su Internet. Contrastare l'informazione "ufficiale" con la contro-informazione, diventa un problema: si è trascinati all'uso del materiale e dei metodi che esistono. Il meccanismo infernale è produttore esso stesso di... realtà, ed entrarvi senza avere presente una rottura sociale significa adeguarvisi (si pensi solo a coloro che per avversare la controrivoluzione imperialistica si sono inventati una rivoluzione islamica).

2000: Il cervello sociale
2001: La svolta

Dalla carta ai bit

Altra merce che si smaterializza. Fra cinque anni il New York Times non sarà più pubblicato su carta, ma solo in rete e a pagamento, secondo una pratica che si sta diffondendo sempre più nel mondo dell'informazione. Allo stesso modo l'ultimo ritrovato della tecnologia, il librofonino, consentirà di scaricare dal web libri e giornali interi. Il capitalismo lavora quindi per produrre la sua stessa antitesi creando le condizioni per il suo superamento: cosa significherebbe un mondo senza pubblicazioni cartacee, ma solo on-line? Nell'immediato sarebbero risparmiati milioni di tonnellate di carta e perciò di alberi, milioni di litri di carburante per la distribuzione, migliaia di ettolitri di inchiostro e perciò diminuzione dell'inquinamento. Via le edicole, le librerie, le biblioteche personali e pubbliche. Vi sarà un aumento della disoccupazione e della miseria sociale ma, nello stesso tempo, si potrà intravvedere meglio la potenzialità per la società futura di trasformare sempre più tempo di lavoro in tempo di vita.

2000: Il cervello sociale

Baby-business, l'avanzata del matrix-mondo

Esseri umani ordinati e costruiti direttamente in laboratorio: sarà la nuova frontiera delle bio-tecnologie che sembra ispirata direttamente da "Matrix". Per adesso non siamo ancora all'uso generalizzato dell'ingegneria genetica sugli umani, ma negli Stati Uniti la riproduzione semi-artificiale di bambini è già una realtà da tre miliardi di dollari e l'industria è fiorente in tanti altri paesi del mondo. In Italia, nel 2005, sono nati circa 9.000 bambini con la procreazione assistita con metodi più o meno spinti e legali. Il fenomeno coinvolge oltre 20 mila coppie l'anno e alimenta un mercato da centinaia di milioni di euro. Un bambino procreato artificialmente può costare, tra analisi, farmaci e trattamenti, fino a 90.000 euro. Qualcuno se la prende con le biotecnologie in quanto tali: i cannoni sono fatti di acciaio, ma se ci sono le guerre nessuno dà la colpa alla siderurgia.

2000: Le prerogative di Dio (la discussione sulle biotecnologie)
2001: Il crogiuolo bio(tecno)logico
2005: Una vita senza senso

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