Newsletter numero 170, 17 febbraio 2011

La rivolta del pane e dell'insofferenza

Qualunque sia l'esito delle recenti rivolte, il loro significato trascende i confini politici delle "nazioni". Non si tratta di un semplice "effetto domino" ma di un accumulo di tensione entro il fenomeno generale della tettonica rivoluzionaria. L'effetto politico-sociale di un'ondata che ha coinvolto Algeria, Tunisia, Egitto, Libia, Giordania, Yemen, Libano, Bahrein, Sudan, Marocco, Mauritania, Siria, Arabia Saudita, Malaysia, e forse altri paesi meno soggetti all'osservazione da parte dei media come il Perù, non è quello di un terremoto, come hanno scritto i giornali ma quello dell'energia che si accumula prima di un terremoto. Stanno circolando sul web strane teorie dietrologiche sui manovratori delle rivolte. Come se in questo mondo non ci fosse materia sociale esplosiva a sufficienza per scatenarle. La mistica del Grande Burattinaio, che sia Dio o un "Governo Imperialista Cattivo" è dura a morire.

2011: L'Egitto in rivolta al centro di un ampio marasma sociale
1977: Egitto. Le lotte delle masse operaie e contadine alla luce dello sviluppo capitalistico
1956: Il terremotato Medio Oriente

Paura, anzi, panico

L'onda di rivolta non si placa. Scioperi e manifestazioni continuano in Egitto, coinvolgendo sempre più i salariati (metallurgici, tessili, ospedalieri, insegnanti, addetti ai servizi del Canale e al turismo, ecc.). I governi un po' reprimono con le armi, un po' trattano per non peggiorare la situazione. I vecchi partiti di potere con i loro esponenti sono sotto attacco da parte dei movimenti interclassisti. Anche nei paesi più reazionari la paura della rivolta ha provocato concessioni e tentativi di normalizzazione. Gli Stati Uniti cercano di arginare la rabbia cavalcandola e ciò sconvolge i vecchi equilibri senza che vi siano ancora le basi per quelli nuovi. Per le borghesie nazionali l'incertezza diventa panico.

1955: Le Alsazie - Lorene del Medio Oriente

California, Egitto

Secondo il Center on Budget and Policy Priorities americano, per l'anno fiscale 2012 il disavanzo dell'insieme di tutti gli stati federati sarà di circa 140 miliardi di dollari, che si aggiungerà al deficit del 2011 già quantificato in 125 miliardi. Siamo a un deficit annuale globale vicino al 20% del bilancio. Il deficit è dovuto soprattutto alla diminuzione del gettito fiscale in seguito alla perdita di posti di lavoro. Essendo anche aumentate le spese per l'assistenza ai poveri e a coloro che si ammalano per la vita disagiata, l'unica via per risanare il bilancio è tagliare spietatamente. Questa tendenza è giudicata irreversibile nel lungo periodo. Tra gli stati in difficoltà la California è al limite della bancarotta, la Florida è fra quelli che hanno operato tagli più drastici e il Wisconsin è quello che sta progettando di smantellare lo stato sociale e l'associazionismo sindacale più sviluppati dell'Unione. Sarà un caso ma nei tre stati, specie nell'ultimo, si sono avute manifestazioni di piazza contro la perdita di ciò che in passato si era ottenuto. L'Egitto ha confini vastissimi.

2002: L'estinzione del welfare state

Come se niente fosse

Fallite alcune banche, le altre si concentrano. Così le industrie e i canali della finanza. Il New York Stock Exchange, Euronext e Deutsche Börse hanno annunciato la loro fusione. I tedeschi avevano comprato Euronext, che gestisce le borse di Parigi e Amsterdam, mentre la borsa di Londra si era già fusa con quella di Toronto. I tedeschi avrebbero la maggioranza azionaria ma gli americani mantengono il controllo tecnico. Il mondo finanziario sarebbe dunque diviso fra sole quattro borse che contano: New York, Londra, Tokyo e Pechino. Ma le prime due monopolizzano gli scambi globali delle materie prime e delle multinazionali agrarie e minerarie. Sappiamo che cosa vuol dire: esse controllano il mondo, e i loro profitti salgono col salire dei prezzi delle materie prime. Capitali tolgono spazio ad altri capitali, la somma parziale cresce, quella generale diminuisce.

2005: L'autonomizzazione del Capitale e le sue conseguenze pratiche
2008: Un modello dinamico di crisi

I soliti moralisti

L'inizio d'anno è tempo di pagamento dei bonus ai banchieri. Con l'aria che tira, questo evento viene visto come un oltraggio alla giustizia e quindi alla felicità umana. In Inghilterra gli intellettuali borghesi hanno dibattuto molto la questione, scomodando la filosofia etica dei Bentham, Kant e addirittura Aristotele. Ma cercare la felicità umana nell'equa distribuzione del reddito è alquanto stupido. Fa venire in mente la storiella di Rockefeller che dà un misero dollaro di mancia a un cameriere, che per questo s'indigna; "Di che cosa ti lamenti? T'ho dato la tua parte dell'intera mia ricchezza" osserva il miliardario.

2006: Legge della miseria crescente

Guerra telematica

La borsa telematica NASDAQ ha trovato sul suo sistema un virus che rubava informazioni relative al servizio di dati finanziari messi a disposizione del pubblico pagante. I tecnici se ne sono accorti osservando l'effetto del furto di dati sul mercato europeo del carbone. Su di un altro versante, il gruppo internazionale di hackers conosciuto come Anonymous e intervenuto in difesa di Wikileaks e dei rivoltosi egiziani, ha fatto sapere di essere in possesso del codice di Stuxnet, un virus nato apposta, probabilmente negli Stati Uniti, per carpire segreti industriali e al momento utilizzato massicciamente anche per controllare il processo nucleare iraniano. Il codice di Stuxnet è così complesso che solo un grande lavoro di equipe può permettere di utilizzarlo per scopi prefissati. Siamo appena all'inizio della guerra telematica e il livello degli armamenti che passano di mano è già altissimo.

2009: Uno spettro si aggira per la Rete

Il cibo dell'uomo

L' ONU ha lanciato un allarme speciale per la siccità che affligge la Cina in questo inverno, la più grave negli ultimi sessant'anni. Il governo cinese, da parte sua, fa notare che quella dell'ONU è soltanto una media: nella provincia cerealicola dello Shandong, la più importante del paese, la siccità non era stata così grave da duecento anni. La Cina è autosufficiente per i cereali dai primi anni '70 del secolo scorso ma, dati i suoi enormi consumi, anche una piccola variazione nelle importazioni farebbe schizzare i prezzi a livelli insopportabili per il resto del mondo.

1953: Mai la merce sfamerà l'uomo

Liberté, égalité, fraternité

La lotta contro la communautarisation in Francia e in Belgio ha avuto aspetti contraddittori. In un primo tempo i governi hanno avversato la chiusura delle comunità etniche rigettate dalla società maggioritaria. Fallita l'integrazione, che non volevano né i benpensanti né gli esclusi, la formazione delle comunità ha avuto l'effetto di un welfare etnico alternativo, addirittura con un risparmio per lo Stato, specie sul fronte della scuola. Risolto allo stesso modo il problema in Olanda e Germania (Vergemeinschaftung), adesso tocca all'Inghilterra. Il primo ministro David Cameron ha annunciato ufficialmente il fallimento del "multiculturalismo statale", che avrebbe costretto molti inglesi a una vita ghettizzata. Bisogna promuovere, ha detto, un forte senso di identità nazionale. Insomma, si deve diventare inglesi.

2001: Rottura dei limiti d'azienda (la società futura e le migrazioni)

Balcanizzazione planetaria

Il governo sudanese ha preso atto del risultato referendario secessionista in dieci province del sud. Nel mese di luglio, a scanso di complicazioni petrolifere, dovrebbe formarsi un nuovo stato indipendente, il 195° del mondo, se non contiamo le unità amministrative dipendenti (che sono 70). Diciamo che all'URSS e alla Yugoslavia è andata peggio e anche la la Cina deve affrontare spinte centrifughe, mentre la situazione oggettiva del Belgio diviso in tre non è rosea. Le brezze di secessione che soffiano in Italia non sono al momento che pagliacciate, ma solo perché mancano potenti sponsor. Divide et impera è il motto dei grossi paesi imperialisti, dei cui nazionalismi c'importa poco, ma dividere paesi significa anche dividere proletari e dar loro in pasto nauseanti pappe nazionaliste.

La memoria sfregiata

L'elenco sarebbe sterminato. Oggi si parla del censimento dei reperti perduti ai musei di Baghdad e del Cairo, nei secoli passati si parlò dell'incendio alla bibloteca di Alessandria e della distruzione di innumerevoli mirabili opere. Avevamo appena incominciato a scrivere questa newsletter quando è arrivata la notizia di uno scambio di colpi d'artiglieria fra gli eserciti cambogiano e tailandese in mezzo alle rovine di un tempio millenario khmer. Era già successo fra quelle immense di Angkor Wat. Sembra che l'uomo non riesca ad aspettare che sia il tempo a consumare la memoria storica del suo lavoro e che sia preso da un'ansia di distruzione accelerata. Vivremo lo stesso senza la statua rubata di Tutankhamon, ma ciò non c'impedisce di pensare a una società che abbia cura della propria storia.

Tranquilli, tutto normale

Incriminato Berlusconi per concussione e istigazione alla prostituzione minorile. Processo con rito immediato. Soddisfazione bovina a sinistra, travasi di bile verde a destra. Elezioni? Ulteriori alchimie politicantesche? Stupidaggini. La realtà è che il Capitale, per avere mano libera, porta ormai al potere i personaggi più futili e impotenti che esistano. Berlusconi batte dunque tutti. Reagan, Bush, Schwarzenegger, Palin, tanto per restare nel paese più potente del mondo, sono dei dilettanti. Nixon fu eliminato per una bugia. Clinton stava per essere annientato per una cosetta da studenti. Italiani, non c'è confronto, credete.

1953: Superuomo, ammòsciati !

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