Newsletter numero 236, 18 novembre 2019

La sussunzione della società al capitale

Sussunzione: termine caro a Marx, significa portare una condizione o un concetto nell'ambito di un insieme più grande che così lo comprende e lo controlla. Classica per noi la sussunzione del lavoro vivo al lavoro morto, dell'operaio alla macchina. Ora, è da un pezzo che il capitale controlla non solo gli stati, ma anche i movimenti di quelli che sono ancora i possessori privati di denaro-capitale. E lo fa per mezzo delle macchine, che però non sono più quelle del macchinismo meccanico ma incominciano a comportarsi con una simulazione di intelligenza. I computer eseguono già il 60% delle attività istituzionali (fondi pensione, ecc.) di borsa e il 60% della negoziazione di titoli. Secondo The Economist, programmi di intelligenza artificiale stanno già lavorando a livelli che gli umani non possono più capire e di conseguenza controllare. Negli ultimi dieci anni, i computer sono stati abilitati a costituire portafogli, cioè i pacchetti di titoli che gli investitori acquistano tramite i fondi, specie quelli negoziati in borsa. Infatti, solo tramite la loro potenza è possibile ricavare un ordine dalla massa enorme e caotica di dati storici, i quali a loro volta proiettano tendenze nel futuro. Nel mese di settembre, per la prima volta, le transazioni sulla base di questi supporti hanno superato quelle gestite da umani. Un gruppo americano di gestori di fondi utilizza algoritmi complessi per investire circa mille miliardi di dollari. E i computer diventano sempre più autonomi grazie all'intelligenza artificiale.

2005: L'autonomizzarsi del Capitale e le sue conseguenze pratiche

Economia e Big Data

Alcuni grandi operatori di borsa americani hanno affittato dei satelliti per tenere d'occhio i movimenti nei parcheggi dei supermercati. Collegando i dati raccolti con quelli del posizionamento dei telefonini o del flusso di camion per gli approvvigionamenti, questi operatori ottengono più informazioni e più velocemente di quante ne ottengano su sé stessi i suddetti supermercati con i metodi tradizionali. Questo fatto scombussola i mercati borsistici perché degli estranei hanno informazioni che gli stessi consigli di amministrazione dei supermercati non hanno. E' come se un infiltrato porgesse informazioni riservate alla concorrenza per agire in borsa. Questo comportamento si chiama insider trading, a tenerlo normalmente si va in galera.

2018: Big Data a tutto spiano

Di che colore è Hong Kong?

Hong Kong, alla ventitreesima settimana di rivolta. In una scorsa newsletter abbiamo ricordato le cosiddette rivoluzioni colorate, a partire da quella arancione in Ucraina e quella verde in Iran. Strani nostalgici del capitalismo statalista residuo, e persino fan della teocrazia sciita, sostenevano che quelle rivolte erano fomentate dai cattivi imperialisti americani. Inutile spiegare che si può fomentare solo quello che c'è. Dev'esserci sempre una questione sociale sul tappeto per muovere milioni di persone. Dopo di che lo sappiamo: sì, l'America cattiva fomenta. Una novità assoluta... che risale alle guerre contro gli indiani! O se si vuole contro il Messico o la Spagna. Ora, a Hong Kong può darsi che ci siano fomentatori contro la Cina, tuttavia sembra che i dirigenti cinesi, allineati con Pechino, non facciano caso a questo aspetto della faccenda ma siano preoccupati per gli effetti provocati sulla folla da una città invivibile, come afferma la signora Carrie Lam, governatore di Hong Kong. E Matthew Cheung, portavoce del governo, ha ammesso "problemi profondi della società" di cui i responsabili dovrebbero vergognarsi. I rivoltosi hanno occupato il parlamento e l'università, quest'ultima utilizzata come punto di riferimento in stile Occupy Wall Street. Sorpresa: i colorati offrono a modello un movimento americano anticapitalista, il più radicale dell'ultimo secolo! Pechino intanto ha schierato 12.000 soldati a Shenzhen, cioè al confine interno. Ha più paura dei cinesi cinesi che dei cinesi di Hong Kong.

2011: Marasma sociale e guerra

Iraq. Verso la guerra civile?

I milioni di sciiti che andranno in pellegrinaggio alla loro città santa, Karbala, hanno giurato che dopo l'evento religioso marceranno su Baghdad contro il governo... sciita. Si tratterà di una protesta politica e nello stesso tempo di un funerale per le centinaia di vittime provocate dalla polizia durante scontri ormai ricorrenti dal 2016, quando fu occupata per la prima volta l'area dei palazzi governativi. Nonostante le entrate petrolifere siano aumentate, la miseria e la disoccupazione crescono mentre la corruzione dilaga. Sono più o meno le stesse motivazioni degli scontri che avvengono ormai in decine di paesi, per cui non ha più senso riportarli a condizioni locali. L'aggravante per l'Iraq è il lascito della guerra, non solo per le distruzioni passate e recenti, ma soprattutto per la rottura di vecchi equilibri: il commercio minuto che nell'economia del bazar è asse portante, i rapporti tra le varie etnie e religioni, l'appropriazione della rendita petrolifera da parte di una borghesia parassitaria, la grave crisi agricola dovuta all'impiego dei cereali ibridi imposto dall'agrobusiness. Tutto mentre si prospetta una situazione di guerra civile analoga a quella della Siria.

2003: Teoria e prassi della nuova politiguerra americana

Bistecca vegana senz'osso

Sapore? convincente, dice l'avventore di una panineria. La materia prima proviene dalla California, fabbricata da Beyond Meat, Al di là della Carne. Presto apriranno gli stabilimenti europei, in Olanda. Con l'affinarsi della consistenza, del gusto e delle qualità nutrizionali dell'hamburger vegetale si prospetta il boom. Gli analisti della banca Barclays prevedono che entro dieci anni il mercato della "carne verde" passerà dall'attuale 1% al 10%. Naturalmente c'entrano le biotecnologie. Il passaggio alla nuova dieta ha implicazioni notevoli. In questo modo, nella catena alimentare: vegetale, animale, uomo, si salta un anello. Vuol dire anche abbassare la produzione di uova, di latte, di mangimi per cani e gatti, di concimi organici. I derivati dell'allevamento sono per lo più sottoprodotti della riproduzione. Tutto bene, dunque. O forse no. Le ricerche sui surrogati di prodotti di origine animale hanno mostrato una forbice: sale il consumo di carne-carne nei paesi emergenti, scende in quelli a vecchio capitalismo. I grandi produttori di carne sono nei paesi ricchi: come dicono i nuovi "allevatori" verdi, si tratta di fare marketing intelligente, di convincere. Il mercato non aspetta. Perché se il consumatore inizia a capire che non occorre un surrogato della carne, che basta cibarsi dei vegetali da cui è ricavato, e magari senza organismi geneticamente modificati, il profitto va a farsi benedire.

2001: Il crogiuolo bio(tecno)logico
2001: Controllo dei consumi, sviluppo dei bisogni umani
2013: L'uomo è ciò che mangia

Olocrazia

Extinction Rebellion, il gruppo ambientalista inglese che indice manifestazioni-spettacolo, tipo riempire una piazza di donne con bambini per simboleggiare una nutrice universale o circondare un macello pubblico accendendo migliaia di lumini in ricordo "degli animali che hanno perso la vita", è ritornato sulla scena. La polizia ha fatto una retata preventiva arrestando centinaia di militanti e sequestrando 80 tonnellate di attrezzature. Tonnellaggio piuttosto curioso, dato che il gruppo critica, ad esempio, il modo di agire di Occupy Wall Street, che tendeva a occupare spazi trasformandoli in luoghi vivibili con biblioteche, media center, dormitori per senzatetto, distribuzione di pasti. OWS funzionava secondo criteri centralistici controllati dalle assemblee; X-R ha adottato un criterio organizzativo aziendale che si chiama holacracy, gestione basata su piccoli gruppi autosufficienti. "Questo movimento è la migliore possibilità che abbiamo di abbattere il capitalismo", pubblicano su Twitter. Prendiamo nota, a partire da ciò che leggiamo nel loro sito: https://extinctionrebellion.it/chi-siamo/

2013: Realtà e percezione

Bisognava pensarci prima

Il nucleo del programma democratico per le prossime elezioni negli Stati Uniti è la "predistribuzione del reddito", di cui il progetto di legge intitolato "Medicare for All" è uno dei pilastri. In pratica la nazionalizzazione del sistema sanitario su modello europeo. La posta in gioco è alta: nei prossimi dieci anni dovrebbero essere spesi 34.000 miliardi di dollari per dare assistenza medica gratuita a tutti. Risparmiando rispetto alla catastrofica situazione attuale, i cittadini vedrebbero spostare una quota del reddito nazionale a loro favore. Si tratta di quasi il 20% dell'economia nazionale e i maggiori beneficiari sarebbero i membri della tartassata classe media. Il fatto è che la vampiresca assicurazione privata è ormai diventata un'istituzione irremovibile governata dalle lobby di Big Pharma, l'industria farmaceutica. Un'altra legge per la predistribuzione è la "Stop Wall Street Looting Act": ora come ora, ammette il miliardario Warren Buffett, il sistema tributario americano gli permette di pagare in proporzione meno tasse della sua segretaria. Per attivare una controtendenza alla caduta del saggio di profitto è comunque un po' tardi, ormai è il capitale che controlla lo stato, non il contrario.

2006: La legge della miseria crescente
2012: Lo Stato nell'era della globalizzazione

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