Numero 121, 15 febbraio 2008

Cretinismo riformista

Sono due anni e mezzo che il parlamento riformista ci delizia con la riforma elettorale. Nel frattempo i numeri in parlamento sono cambiati, ma la legge elettorale è rimasta la stessa. Servirà a eleggere un nuovo parlamento riformista. Priorità: la riforma elettorale.

1953: Il cadavere ancora cammina

La "surge" e i resistenziali nostrani

I media, sull'onda della propaganda americana, plaudono al successo della "surge" (ondata, impeto) dell'esercito USA in Iraq. In effetti dal gennaio del 2007 il contingente d'occupazione in Iraq è aumentato di 35.000 effettivi, tutti americani. I dati ufficiali parlano di una sensibile diminuzione delle operazioni militari da parte della guerriglia, ma non la mettono in relazione con il dato essenziale, che è questo: l'occupante si è finalmente dato una mossa per ricostruire l'infrastruttura economica e sociale, politica che proprio gli USA avevano adottato con successo nei paesi occupati dopo la II Guerra Mondiale. In tale prospettiva, è stata fatta votare dal parlamento fantoccio una legge (Accountability and Justice bill) che permette ai quadri del disciolto partito Baath - prima al potere con Saddam Hussein e tutti epurati con l'invasione - di ritornare a lavorare nel settore pubblico con stipendio e pensione. Prima la guerriglia curda, adesso quella sunnita, si adattano alla situazione. A questo punto ci piacerebbe sapere dai resistenziali nostrani per quale fantomatica resistenza anti-imperialista sarebbero pronti a parteggiare, visto che l'Iraq non esiste più come nazione ed è ormai un insieme di zone rigidamente etniche, controllate da milizie confessionali o filo-governative, e nelle quali il proletariato è confuso in un micidiale cocktail di tribalismi, nazionalismi e partigianerie incrociate. Rimane al Qaeda, coraggio!

2003: Guerra in Iraq: nullismi pacifisti e rigurgiti "resistenziali"
2007: Dall'equilibrio del terrore al terrore dell'equilibrio

Vulcano cinese e palude occidentale

Il boom economico cinese ha bisogno di moderne e funzionali infrastrutture. Perciò il governo di Pechino ha varato un gigantesco piano per costruire nuove strade locali per 300.000 Km di qui al 2010, passare dai 53.000 km di autostrade esistenti (solo la rete americana è più vasta) ai 70.000 entro il 2020 e costruire 97 nuovi aeroporti, oltre a 120.000 km di ferrovie, entro la stessa data. Al capitalismo d'Oriente fresco e rampante si contrappone però, nel mercato mondiale, quello d'Occidente, ormai decotto, ridotto a un keynesismo cronico, per il quale non si tratta più di assecondare un'industria vulcanica ma di sottometterla a cure da camera di rianimazione. Mentre la Cina cerca di mitigare la crescita industriale impetuosa, l'Occidente inietta droghe stimolanti al proprio sistema impotente, soffocato da una montagna di finanza. Si profila perciò una "impossibile" situazione, tipica delle crisi capitalistiche epocali: l'Oriente dovrebbe produrre senza comprare e l'Occidente dovrebbe comprare senza produrre.

2005: L'autonomizzarsi del Capitale
2005: Sindrome cinese

Veltroni messo in croce

Più kennediano di Barak Obama, Walter Veltroni ne riprende lo slogan tutto slancio: yes, we can. "Arma la nave e salpa verso il mondo", vaneggiava il D'Annunzio tribuno in versi irrisi da Croce per le "frasi immaginifiche, che parevano dire grandi cose e sfumavano nel vago". Incapaci di stile, incapaci d'immaginazione, i dannunziani d'oggi sono solamente vaghi.

1924: Il movimento dannunziano

Gli sfollati della politiguerra

Nelle guerre d'oggi, come quelle d'Afghanistan e Iraq, le popolazioni civili sono colpite più che non le truppe combattenti. Bombardate, affamate, disperse, abbandonate a sé stesse senza cibo, né acqua, elettricità, combustibile per riscaldarsi e cucinare, non possono nulla di fronte ad eserciti che, dall'alto del loro macchinismo non le "vedono" nemmeno. Secondo un rapporto di Human Rights Watch, gli sfollati iracheni nei paesi vicini sono più di due milioni (due e mezzo sono i profughi interni). Questi civili sono internati in campi di concentramento sorti in Libano, Siria, Giordania , Egitto, e "scoraggiati" dal rimanere con ogni tipo di vessazione, come monito per chi volesse ancora arrivare. Essi si vanno ad aggiungere ai milioni e milioni che sono fuggiti e fuggono, dalla Palestina al Darfur, dai luoghi dove il massacro è quotidiano. Una non-umanità diseredata che si aggiunge alla non-umanità per adesso "semplicemente" sfruttata .

2003: L'invasione degli ultracorpi
2007: Dall'equilibrio del terrore al terrore dell'equilibrio

Il business dei biocarburanti

Il presidente degli Stati Uniti ha firmato il 18 dicembre 2007 l'Energy Independence and Security Act, una legge per incentivare il consumo di biocarburanti e sostenere i veicoli a basso consumo in modo da alleggerire la pesante dipendenza USA dal petrolio estero. Gli USA dovrebbero raggiungere una produzione interna di etanolo pari a 140 miliardi di litri all'anno entro il 2022. Si tratta di un immane agro-business sul quale ovviamente le grandi multinazionali dell'agro-alimentare, delle biotecnologie, del petrolio e delle automobili si sono già buttate. La colonizzazione dei terreni agricoli che producono alimenti da parte dell'industria degli agrocarburanti non è un'eventualità, è una certezza già sotto i nostri occhi. Tutta la catena di alimenti alla quale è sottratto il terreno ha già subìto un aumento di prezzo. Che lieviterà sempre più, perché gli speculatori internazionali stanno già acquistando futures sulla produzione agricola che verrà.

2007: Perché gli agrocarburanti affameranno il mondo

Nefasti del lavoro morto

Per Marx il lavoro vivo è quello che viene applicato dal salariato al sistema di impianti e macchine, mentre tutto l'immane sistema di manufatti che copre la crosta terrestre è fatto di lavoro passato, lavoro morto, dovuto in certi casi a generazioni che non ci sono più da secoli. I caduti sul fronte del lavoro in Italia sono stati 1.302 nel 2006 e 1.012 fra gennaio e ottobre del 2007. Dall'inizio del 2008 all'inizio di febbraio sono già 100. Statisticamente le morti sul lavoro sono causate per la maggior parte da impianti obsoleti e non in regola. Nel nostro linguaggio: risparmio sul capitale costante per aumentare il saggio di sfruttamento. Il linguaggio del capitalista è anche più schiettamente brutale: nei bilanci aziendali, il sistema di macchine e impianti va alla voce "ammortamento". Il mancato ammortamento degli impianti, cioè del lavoro morto, uccide chi applica lavoro vivo. E i morti si possono persino sfruttare nella fogna elettorale. Operai della Thyssen-Krupp, ricordatelo.

1957: Traiettoria e catastrofe della forma capitalistica

Il piano per le banlieues

Quattromila agenti di polizia supplementari dispiegati in tre anni nei quartieri sensibili per mantenere l'ordine pubblico. Un rappresentante dello Stato per quartiere a partire dal primo settembre 2008. Investimenti per 500 milioni volti a sviluppare i trasporti nelle banlieues. Un "contratto di autonomia" per "accompagnare verso l'occupazione oltre 100.000 giovani dei quartieri in difficolta". In ultimo un blitz con 1.100 agenti antisommossa per rastrellare la periferia nord di Parigi, con decine di arresti ripresi in diretta dalla Tv. Questo miscuglio di socializzazione e terrore si chiama fascismo, e non c'è sovrastruttura democratica che possa imbellettare la struttura effettiva, ormai irreversibile. D'altronde: più interventi, più regole, più controlli, più sbirri. Il fascismo consiste nella integrazione tra l'abile riformismo sociale e l'aperta difesa armata del potere statale.

1951: Forza, violenza, dittatura nella lotta di classe

Pornopotere

La triade Famiglia-Scuola-Chiesa aveva un tempo l'esclusiva della repressione sessuale. Chissà cosa direbbe oggi Wilhelm Reich, che studiò a fondo le conseguenze sociali di tale repressione, di fronte alla schizofrenia di una società che da una parte mantiene inalterata la funzione della triade puritana mentre dall'altra vede l'esplosione della pornografia dovuta alla crescente mercificazione del sesso. In Pornopotere (ediz. Orme, 2007), Pamela Paul indaga appunto intorno alla conquista del mondo da parte del business multimiliardario che sta "pornificando" il mondo intero. Per cui la soglia del consumo pornografico si sposta sempre più avanti, annullando i confini tra realtà e finzione, piacere e violenza, partecipazione e fruizione, sublimazione e assassinio. Il sesso, che in una società diversa potrebbe tranquillamente fare il salto dallo stimolo procreativo animale al godimento umano, è costretto nelle camicie di forza puritano-repressiva e porno-permissiva solo apparentemente incompatibili. Per la triade la pornografia è una manna come per il business e una non potrebbe esistere senza l'altro. L'uomo è un essere sociale, ma si trova nell'impossibilità di praticare rapporti comunitari, per cui diventa soggetto-bestia incapace di avere una relazione veramente umana con il suo simile, il quale a sua volta è ridotto a oggetto di soddisfazione immediata... reale o virtual-internettiano che sia.

2005: Una vita senza senso

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