Newsletter numero 213, 24 gennaio 2015

58° incontro redazionale

Nei giorni 20-21-22 febbraio si terrà a Torino il periodico incontro redazionale aperto ai lettori. L'appuntamento per chi proviene da altre località è venerdì 20 all'hotel Sharing per la sistemazione e la cena (ore 20). Saranno presenti alcuni compagni già dalle ore 17. Sono previste tre relazioni a partire dalle ore 9 di sabato:

- Il movimento dannunziano (l'oscillazione delle mezze classi fra borghesia e proletariato, da un lungo articolo di Bordiga del 1924; sullo sfondo del "Biennio rosso" l'impresa di Fiume, la Carta del Carnaro, l'arditismo, il movimento futurista, il programma di Sansepolcro, ecc.).

- La resistibile ascesa dello Stato Islamico (l'insediamento con il terrore su parte del territorio siriano e iracheno; l'espansione dell'influenza in Africa e in Asia; i motivi sociali del rapido radicamento su di un territorio vasto come la Gran Bretagna; le ambiguità della politica imperialistica).

- Ultimo tassello della serie "Il programma immediato della rivoluzione" (il sistema della comunicazione, dello spettacolo e dello sport; le realizzazioni dopo l'Ottobre; l'era odierna della comunicazione; le reti, la futura forma sociale e la liberazione totale delle loro potenzialità).

Costo per persona al giorno (categoria ***): in camera doppia 27,50 euro (in singola 40, in tripla 23); pranzo 11,50; cena 14,50 (bevande e caffè inclusi); tassa comunale 2,30.

Le prenotazioni vanno inviate all'indirizzo e-mail aledip@libero.it tassativamente entro il 30 gennaio 2015. I partecipanti riceveranno il programma dettagliato una settimana prima dell'incontro.

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Noi non siamo Charlie

Non ci faremo coinvolgere nel processo virale che, in clima di guerra, ha portato e porterà ancora la borghesia a cercare il consueto abbraccio con il proletariato. Spiace per morti e feriti, ma la borghesia non li piange, li adopera. Chi non prova disgusto per questi embrassons-nous fra classi avverse lavora oggettivamente alla espansione del terreno patriottico adeguato alla guerra. La campagna di reclutamento di partigiani da parte della borghesia è perenne, e ovviamente si acuisce quando c'è bisogno di carne da cannone.

1946: Forza,violenza, dittatura nella lotta di classe
1949: Marxismo o partigianesimo
2005: L'angoscia marxologica e il prurito sinistro

Le montagne partoriscono topolini a cottimo

Dopo le "epocali" riforme renziane, la Banca Centrale Europea ha mantenuto la promessa: creerà moneta per oltre mille miliardi di euro allo scopo di acquistare titoli di stato, in modo da abbassarne il rendimento e alleviare la gestione dei debiti pubblici. Altri effetti saranno il blocco della deflazione, la svalutazione competitiva dell'euro e l'abbassamento dei costi per i mutui. Tutto bene; allora, ripresa economica in vista? Macché: intanto bisogna dividere per cinque la cifra, dato che la BCE acquisterà solo il 20% dei titoli suddetti e il restante 80% sarà a carico delle banche centrali nazionali. Poi, soprattutto, bisogna avere una bella fiducia nella magia per immaginare che il capitale fittizio creato dal nulla possa compiere il sortilegio di mettere in moto le officine, già paralizzate dall'eccesso di capitale fittizio.

2005: L'autonomizzarsi del Capitale e le sue conseguenze pratiche
2009: La crisi storica del Capitale e la "nostra" teoria dell'imperialismo

Cogli l'attimo

Il petrolio si avvia a raggiungere i 40 dollari al barile. Dovrebbe essere una pacchia per ogni capitalista: le manovre monetarie dell'Unione Europea hanno prodotto una svalutazione dell'euro che favorirà le esportazioni, mentre un euro debole non influirà sulle importazioni, data la discesa dei prezzi di tutte le materie prime. Gli economisti sono concordi nel dire che un'opportunità di questa portata ben difficilmente si ripresenterà. In fondo l'Europa potrebbe funzionare da locomotiva anticrisi come e più degli Stati Uniti: la popolazione è comparabile, il PIL dello stesso ordine di grandezza, la maturità di tecnologie e servizi praticamente la stessa mentre la finanziarizzazione è minore. Ora, però, i fattori che determinano il prezzo attuale del petrolio (nuove tecnologie seppur costose, politica dell'OPEC) sono tutti volatili tranne uno: la crisi. Il petrolio offre l'attimo da cogliere ma l'economia di sovrapproduzione ha bisogno di anni, e ne sono già passati tanti senza veri sintomi di ripresa.

2008: Capitalismo che nega sé stesso
2011: Ripresa

Nuovi campi di battaglia

Il centro operativo delle truppe americane in Medio Oriente, sezione dell'US Central Command, è stato attaccato da hacker che si sono firmati "Cyber-Caliphate" e hanno minacciato altri attacchi, non solo nel cyberspazio. Non è chiaro quale sia stato il danno reale; i responsabili del Centro si sono limitati ad ammettere il furto di dati del personale e hanno definito le minacce una semplice vanteria. Sta di fatto che l'intrusione entro i superprotetti nodi del Pentagono è avvenuta subito dopo che il presidente USA aveva tenuto il suo discorso sulla necessità della guerra informatica e sulla determinazione del suo governo nel distruggere chiunque provasse ad attaccare l'America.

2007: Dall'equilibrio del terrore al terrore dell'equilibrio

Morti di serie B

Nessuna mobilitazione per i 2.000 ammazzati a Baga e altri 16 villaggi di una regione della Nigeria, attaccati da Boko Haram, un "gruppo" jihadista che ha giurato fedeltà al Califfato siro-iracheno. Il massacro è seguito alla conquista di un aeroporto militare dove era di stanza un reparto della Multinational Joint Task Force (truppe di Nigeria, Ciad, Niger), poi della zona circostante, infine dell'intero stato federato di Borno. Alcuni giorni dopo, Boko Haram ha attaccato in Camerun sequestrando 80 persone. Il commando che ha rivendicato le azioni ha pubblicato un video intitolato Le nostre armi bastano per annientare Nigeria e Camerun in cui viene ripreso un guerrigliero che minaccia i nemici sullo sfondo di una montagna di armi e munizioni catturate a Baga. La velocità con cui gli eventi si susseguono e la vastità dei territori controllati dai jihadisti alimenta in Africa la convinzione che americani ed europei lascino fare per approfittare del massimo caos, utile tra l'altro a contrastare la penetrazione cinese.

2013: Mali, una piccolissima guerra?
2013: Mali e Niger

Ostinata mente

Thomas Piketty, l'economista che ha scritto Il Capitale nel 21° secolo, divenuto un best seller nonostante abbia 1000 pagine e sia pieno di numeri, ha rifiutato la Legion d'onore, massima onorificenza francese. "Il governo farebbe meglio a concentrarsi sul modo di rivitalizzare la crescita" invece di battere la grancassa. Nel libro dimostra con statistiche ricavate da serie reali, che negli ultimi decenni si è ingigantita la tendenza a concentrare la ricchezza in poche mani e distribuire la miseria alla massa della popolazione. Bella scoperta. E ha pure alimentato un "animato dibattito". Non staremo a criticare Piketty se è convinto che governi migliori avrebbero impedito la crisi. La mente si impigrisce sempre quando è minata dall'ideologia, ma questo è il funzionamento "normale" del capitalismo.

2008: Un modello dinamico di crisi

Gigantesco sciopero

L'azienda mineraria pubblica del carbone Coal India ha 3,7 milioni di salariati. Il governo liberista indiano ha in progetto la privatizzazione parziale delle miniere, e i lavoratori sanno benissimo che ciò vuol dire tagli all'occupazione e aumento dello sfruttamento: anche perché in India "privatizzare" significa consegnare le industrie a gruppi d'interesse legati alle correnti politiche. Molte miniere sono a cielo aperto, la frantumazione avviene soprattutto a mano, con picconi, e il trasporto con ceste di vimini. Lo sciopero è stato proclamato dai 5 sindacati ed è riuscito al 100% in 271 miniere e parzialmente in 57, tanto che la produzione giornaliera è calata da 1,5 a 0,3 milioni di tonnellate. Il carbone produce il 60% dell'energia indiana, e un blocco prolungato potrebbe provocare una reazione a catena di proporzioni immani. Anche perché altre categorie sono in agitazione per gli stessi motivi, per cui la borghesia trema al pensiero che possano coalizzarsi almeno 100.000.000 di lavoratori com'era successo nel febbraio del 2012.

1949: Il marxsismo e la questione sindacale
2001: I sedici giorni più belli

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