Newsletter 230, 18 ottobre 2018

Bomba a orologeria

La BRI, Banca dei Regolamenti Internazionali, stima che vi siano attualmente 1,5 quadrilioni di dollari investiti in derivati (avete capito bene: quadrilioni, milioni di miliardi). Questa è una stima, appunto, perché la maggior parte dei derivati viene trattata al di fuori del circuito bancario. Solo nelle banche tedesche ve ne sarebbero 54.700 miliardi, realtà che fa della Bundesbank una bisca poco rassicurante. Questo oceano di liquidità (i derivati non sono investimenti ma speculazione pura) è quiescente da 10 anni a causa della crisi. Se si muoverà appena un poco, gli effetti si ripercuoteranno sul mercato, compreso quello dei titoli di stato. I decennali degli Stati Uniti sono già saliti dal 2,85 al 3,2%, segno che qualcuno incomincia ad allontanarsene. Se si pensa che le variazioni del PIL sono di pochi punti percentuali e che il debito pubblico mondiale è ormai gigantesco, il costo della sua gestione diventa insostenibile. Infatti ci sono già segnali di un allontanamento anche dalle azioni delle banche provocato dalla paura di vedere il mondo precipitare in un 2008 2.0, ovvero di un ripetersi della catastrofe di allora, ma con effetti più devastanti.

2005: L'autonomizzarsi del Capitale e le sue conseguenze pratiche
2008: Un modello dinamico di crisi

Uno schema Ponzi per sé stessi

Un certo Paul Craig Roberts, uno dei guru del mondo finanziario, ha dichiarato che la tempesta in arrivo sulla finanza internazionale potrebbe "distruggere la civiltà occidentale". Forse esagera, forse ha investito al ribasso, comunque registra un'atmosfera. Tutti sanno che la deregolamentazione della finanza ha trasformato Wall Street in un campo di battaglia senza regole, appunto, ma non si fa nulla per evitare la catastrofe. Che è data per sicura, è solo questione di tempo. Ellen Brown, altro esperto di finanza, ritiene che "il casinò dei derivati (sia) un ultimo estremo tentativo di creare uno schema piramidale privato". Se è così, l'unica incognita sulla via per la catastrofe è il tempo: lo schema Ponzi, o schema piramidale, consiste nel vendere titoli molto redditizi pagando gli interessi con le nuove sottoscrizioni. Quando il trucco diventa insostenibile, si fanno le valigie e si sparisce con il malloppo. Il mondo della finanza e della speculazione funziona così: si investe in uno strumento a rischio per guadagnare molto, ma ci si "copre" con uno strumento ad andamento contrario, una specie di assicurazione. La gestione è affidata a un computer, i risultati sono affidati alla speranza che nel caos dei mercati qualcuno sappia individuare un ordine qualsiasi. Illusione: nella storia del capitalismo tutti hanno sempre saputo che le crisi sono inevitabili, ma nessun economista ha mai previsto quando scoppiano.

2007: Crisi e speculazione finanziaria
2008: Non è una crisi congiunturale

Umanità minore

Alla periferia nord del Distretto Federale di Città del Messico, una gigantesca favela, Nezahualcóyotl, la più popolata del mondo, ha raggiunto i quattro milioni di abitanti. L'acqua arriva a prese pubbliche e c'è una latrina ogni 50 abitanti. Le impressionanti fotografie aeree mostrano un'urbanistica progettata a blocchi perfettamente ortogonali di baracche, segno che lo stato ha disciplinato l'architettura spontanea secondo un piano. Il piano, però, riguarda la dislocazione delle baracche, non gli approvvigionamenti che sono lasciati al mercato. In tutto il mondo sono decine gli slum che superano il milione di abitanti e per lo più circondano le megalopoli. Ciò significa che in caso di perturbazione dell'equilibrio esistente una massa umana immensa e incontrollabile non avrà alcuna possibilità di accedere al cibo e ai generi di prima necessità. Sarà un planetario assalto ai forni.

2006: Legge della miseria crescente

C'era una volta la teoria del valore

Uber, la società di coordinamento dei trasporti su veicoli privati si presenterà in borsa nel 2019. Goldman Sachs e Morgan Stanley, due giganti della finanza, hanno calcolato che potrà "valere" 120 miliardi di dollari, cioè come FCA, Ford e General Motors messe insieme. Il fatto è curioso di per sé, ma è ancora più significativo se si pensa che un mese fa l'azienda "valeva" la metà. Poniamo pure che 60 miliardi di dollari fossero giustificati, ma da dove saltano fuori gli altri 60 in un mese? Da notare che stiamo parlando di un'azienda che al momento non produce ancora profitti, anzi, perde 300 milioni al mese, e prevede di giungere al pareggio fra tre anni. Uber, azienda californiana, è controllata dall'Arabia Saudita, che ha bisogno di ripianare le perdite dovute al crollo del prezzo del petrolio. Cercherà di farlo quotando in borsa l'Aramco, la compagnia petrolifera di stato saudita, operazione con la quale dovrebbe incassare 100 miliardi. Washington gonfia il prezzo di Uber controllata dai sauditi e questi ringraziano immettendo sul mercato l'Aramco che sarà partecipata, se non controllata (è troppo grossa) dagli americani. È sempre successo che sul mercato vi siano oscillazioni intorno al valore dovute a fatti contingenti, ma in questi casi siamo di fronte all'autonomizzazione totale generalizzata del prezzo rispetto al valore.

2017: Il grande collasso
2018: Dimenticare Babilonia

Il paradosso di Fermi

Ci sono gli alieni? Siccome la fisica è la stessa per tutto l'universo, e siccome stelle e pianeti sono in numero tale da permettere un'ipotesi statistica, i processi che hanno portato alla comparsa della materia vivente sulla Terra devono essersi ripetuti. Questa ipotesi fu enunciata da Enrico Fermi nel 1950 ed è stata oggetto di approvazione e di critica basate su motivazioni più che altro ideologiche. Dal punto di vista materialistico, secondo le ultime ricerche, avrebbe ragione Fermi: la probabilità che in condizioni particolari si formino catene di molecole in grado di autoreplicarsi non sono così basse come si credeva, e il numero dei pianeti in cui ciò potrebbe essere successo è sufficientemente alto. L'osservazione iniziale è però diventata "paradosso di Fermi" quando si è incominciato ad accumulare dati dalla ricerca sui segnali che arrivano dallo spazio: secondo la statistica gli alieni ci sono, ma non hanno emesso segnali. Ora giunge la notizia che nuovi calcoli di probabilità proverebbero un errore epistemologico da parte dei ricercatori di segnali: non si è cercato abbastanza. Sempre secondo la statistica, alcuni potrebbero essere ancora nella preistoria, altri ad esempio nel comunismo; ma non lo possiamo sapere. Abbiamo cercato di scoprire gli alieni, ci dicono gli scienziati, come se avessimo riempito a caso un bicchiere in un punto qualsiasi di un oceano per scoprire dei pesci. È chiaro che in ogni caso la chiave è lo strumento statistico. Quali probabilità ci sono che il calcolo delle probabilità ci dica veramente se gli alieni esistono? Da notare che la probabilità, come la matematica, in natura non esiste, siamo noi che la definiamo e adoperiamo.

1957-1965, 1999: Scienza e rivoluzione

Il non-Statuto dei gig-lavoratori

È inarrestabile la corsa di molte aziende ad affossare il vecchio schema dei rapporti con i lavoratori. L'economia dei lavoretti, in genere basata sull'uso di piattaforme informatiche in grado di stabilire un rapporto diretto fra lavoratori e clienti, spezza il vincolo classico e configura il rapporto di lavoro come un rapporto commerciale. Anche se il lavoratore è costretto a indossare una uniforme, ad attenersi a regole che influiscono su di un punteggio o a rispettare doveri che lo configurano come dipendente, i "padroni delle piattaforme" hanno ormai abbandonato ogni responsabilità residua dei datori di lavoro. Il mercato si inselvatichisce proprio mentre i suoi agenti ricorrono sempre più a sistemi automatici addirittura paragonati all'intelligenza artificiale. È una contraddizione esplosiva, perché viene a mancare la base giuridica del rapporto corporativo che dal fascismo in poi è vincente. Se al mercato selvaggio del lavoro si affianca una battaglia selvaggia per le condizioni di questo lavoro, le piattaforme-algoritmi-applicazioni saranno l'intelligenza di questa battaglia. I gig-lavoratori non sono lavoratori autonomi come quelli costretti a procurarsi la partita IVA: stanno diventando autonomi nel senso di indipendenza di classe.

2016: Gig economy
2016: Verso la singolarità storica

La strana storia del reddito di base

Doveva essere un "reddito di cittadinanza", cioè una cifra da dare a tutti indipendentemente da tutto, ricchi, poveri, uomini, donne, bambini, vecchi, lavoratori, disoccupati. In brevissimo tempo è diventato "reddito minimo garantito", cioè un sussidio a chi è sotto una certa soglia di povertà. Infine è diventato un "sussidio condizionato" ai disoccupati e a chi ha reddito basso. Condizionato, perché legato alle proposte di lavoro non rifiutabili, alle condizioni famigliari, a corsi di formazione. Doveva essere "caricato" sulla tessera sanitaria non come denaro ma come segno elettronico spendibile per beni di sussistenza e non cumulabile. Poteva essere un'occasione di riscatto per questa piccola borghesia sciatta e pasticciona. Essa poteva collegare il sussidio ai voucher per i lavori occasionali e allargarli ai lavori non occasionali. Poteva introdurre una specie di buono-lavoro e sperimentarne l'effetto sociale, spazzando via tutto il ciarpame burocratico legato al non-lavoro. Dal punto di vista capitalistico non sarebbe cambiato niente, il denaro elettronico è sempre denaro, ma sarebbe stato interessante vedere in funzione un meccanismo basato su denaro a termine, dove la nostra firma elettronica non serve a convalidarlo ma ad annullarlo.

2016: Distribuire soldi alla gente con gli elicotteri
2018: Si fa presto a dire moneta

Spread

Il governicchio italico aveva ricevuto un avviso: l'Unione Europea non avrebbe gradito un rapporto deficit/PIL al 2,4% come previsto dalla manovra economica. La comunicazione ufficiale aveva prodotto un aumento della differenza fra i titoli pubblici italiani e quelli tedeschi (spread). Siccome non era pensabile che ne conseguisse un effetto differente, l'annuncio doveva essere inteso come un ricatto. Qualche anno fa, i sovranisti sinistri della Grecia, andati al governo, non avevano capito che comandava il capitale e che questo aveva la sua base in paesi potenti. Lo stesso errore lo stanno facendo i sovranisti destri dell'Italia. Salvini fa il suo mestiere, che è quello di prendere più voti alle prossime elezioni, ma quando dice "chissenefrega" di fronte allo spread dimostra di non aver capito chi comanda. È più coerente Di Maio che dice sempre "sì" a ciò per cui dovrebbe dire sempre "no" secondo il programma elettorale del suo partito. Il fatto è che il capitale non è sintonizzato sulle chiacchiere dei politici.

1947: Il ciclo storico del dominio politico della borghesia
2012: Lo Stato nell'era della globalizzazione

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